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“Raw Power”, cinquant'anni di potenza grezza

Nel 1973 Iggy Pop e gli Stooges pubblicavano Raw Power, un album che anticipava il punk e, a distanza di decenni, è ancora capace di sedurre

di Fernando Rennis

2' di lettura

Nel febbraio del 1973 Iggy Pop e gli Stooges pubblicavano Raw Power, un album che anticipava il punk e, a distanza di decenni, è ancora capace di sedurre chi lo ascolta con la sua miscela di violenza sonora, un cantato accattivante e testi disperati. A garantirne l'impatto immediato e la longevità lo zampino di David Bowie.

Otto brani e trentaquattro minuti bastano per rendere un album fatto con «droghe, gioventù, atteggiamento e una collezione di dischi» – come ricorda lo stesso Iggy Pop – una pietra miliare del rock capace di influenzare l'attitudine, il sound e i temi di intere generazioni successive, nonostante sia stato un flop commerciale, fermandosi al numero 182 delle classifiche Billboard.

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Sex Pistols a Kurt Cobain

A tesserne le lodi, infatti, ci sono artisti che vanno dai Sex Pistols a Kurt Cobain, passando per rapper e producer.Il disco è frutto di un periodo piuttosto complicato e un metodo spartano di lavoro. Nel 1972 gli Stooges vengono lasciati per strada dall'etichetta discografica Elektra in seguito all'insuccesso del disco Fun House. La band, tornata alla natìa Detroit, è in piena crisi, resa ancora più incerta da alcuni cambiamenti di formazione, e rimane nel limbo fino a quando David Bowie chiama Iggy Pop e colleghi a Londra.

David Bowie

Qui, in una sala prove spoglia, fredda e inospitale, Pop e il chitarrista James Williamson lavorano per quattro ore al giorno, sfornando un brano a ogni sessione. Dopo poco più di una settimana l'album era pronto per essere registrato.Pochi secondi e si è già investiti dalla potenza incontrollata di Search And Destroy, un muro di suono fatto di chitarre acide che anticipa l'oscura Gimme Danger, la pirotecnica Your Pretty Face Is Going to Hell e la cavalcata erotica Penetration. Nemmeno il tempo di rifiatare ed ecco che il secondo lato si apre con la title track, Raw Power, per poi imbattersi nel blues sinistro di I Need Somebody, nell'ipnotico ruvido riff di Shake Appeal e nella conclusiva e disperata Death Trip.

A incendiare l'album ci sono anche i testi di Iggy Pop, inni nichilisti di un animo inquieto che per Search And Destroy si è lasciato ispirare da un articolo del Time sulla strategia dell'esercito statunitense in Vietnam consistente, appunto, nel «cercare e annientare» qualsiasi soldato nemico.Delusi dall'ennesimo insuccesso e abbandonati nuovamente dall'industria discografica, a Iggy Pop e gli Stooges non rimane che rifugiarsi nuovamente in una spirale di pessimismo alimentato dagli stupefacenti. Per fortuna, però, i pionieri del punk strappano Raw Power dall'oblio e ne fanno il perno sul quale edificare il neonato genere ribelle.

Dopo cinquant'anni Raw Power conferma che alcuni fallimenti sono tutt'altro che disastrosi: nonostante le difficoltà, le incertezze, le crisi e un tormentato rapporto con il missaggio – quello di Bowie è stato effettuato nell'unico giorno concesso dal budget rimanente e tre tracce su cui lavorare; una per la voce, una per la chitarra e un'altra per tutti gli altri strumenti – immergersi in questo disco significa imbattersi nella perfetta sintesi delle parole di Iggy Pop: «Dicono che la morte ti uccide, ma la morte non ti uccide. La noia e l'indifferenza ti uccidono».


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