Rc auto, chi vince e chi perde con la polizza famiglia
C’è chi risparmia più del 60% e chi a malapena va oltre il 10%. Il tutto a spese di single, imprese e famiglie poco abbienti. Col paradosso dei neopatentati “virtuosi”
di Maurizio Caprino
4' di lettura
Con la polizza Rc auto “formato famiglia” si può risparmiare tra il 13% e il 65%, secondo le ultime stime elaborate da Facile.it per Il Sole 24 Ore del Lunedì. Ma questa agevolazione viene dall’obbligo per le compagnie di riconoscere la classe di merito bonus malus maturata dal veicolo più “virtuoso” a tutti i membri di una famiglia, quale che sia il tipo di veicolo e anche se non è “nuovo”. Così arriveranno rincari per gli altri assicurati.
Difficoltà di applicazione e distorsioni
Senza contare che l’applicazione della nuova norma, in vigore dal 16 febbraio con la conversione in legge del decreto milleproroghe (Dl 162/2019), è complesso: ci sono tante situazioni particolari in cui occorre verificare bene i documenti dei veicoli e delle famiglie, cosa che peraltro crea nuovi costi agli agenti assicurativi. E in alcune situazioni e soffre delle incongruenze della legge.
Tutto comunque parte dal fatto che la nuova agevolazione viene riconosciuta anche per categorie diverse di veicoli, nonostante abbiano un grado di rischiosità ben diverso. Per esempio, la moto del figlio beneficia della classe di merito maturata dal padre con la sua auto. Inoltre, si ha diritto al beneficio anche per i mezzi già presenti in famiglia (a partire dal prossimo rinnovo della polizza) e non solo per quelli che entreranno nel nucleo familiare d’ora in avanti.
A fronte di tutti questi vantaggi, c’è un solo vincolo da rispettare: che l’assicurato che beneficia della polizza famiglia non abbia causato sinistri negli ultimi cinque anni. Il che causa un paradosso: il neopatentato che non ha mai avuto un veicolo è ammesso al beneficio (perché non ha un attestato di rischio da dove si veda che ha causato incidenti), quello che lo ha ma da meno di 5 anni ne è escluso perché non ha una storia assicurativa sufficientemente lunga da raggiungere il quinquennio.
Risparmi variabiliNon si sa quanto il vantaggio, destinato a circa due milioni di famiglie che hanno più di un veicolo, costerà in più agli altri assicurati: dai single alle imprese, passando per le famiglie meno abbienti che hanno un solo mezzo.
I vantaggi dipendono da vari fattori, soprattutto dalle zone (in quelle più a rischio del Sud sono ridotti). In molti casi - descritti nel grafico qui sotto - sono consistenti ma a volte incomprensibili. Il sistema, ad esempio, divide in due categorie i neopatentati: quelli che non hanno mai fatto una polizza Rc a proprio nome, che la possono attivare in classe 1 invece che in 14, e quelli invece già assicurati che restano esclusi dal beneficio che è applicabile solo se si guida da almeno 5 anni senza sinistri.
Oltre l’80% delle polizze Rc auto è poi nella classe migliore, anche per effetto delle precedenti agevolazioni “Bersani” introdotte nel 2007 (una polizza famiglia “ridotta”, perché riconosce la stessa classe di merito del veicolo più “virtuoso” solo a mezzi della stessa categoria - per esempio, all’auto del figlio si apre la classe maturata dall’auto del padre - è che entrano in quel momento nel nucleo familiare).
Ma proprio per questo, come ha ricordato Segugio.it, le compagnie tendono ad attenuare il peso della classe sulla determinazione della tariffa. Anche istituendo classi “interne”, che rendono difficile orientarsi, a manovrando molto su sconti ad personam.
Tendenze già viste ai tempi della “Bersani” e che possono accentuarsi ora per ridurre gli effetti della polizza famiglia che accomuna nella stessa classe auto, moto e motorini, mezzi dal profilo di rischio diverso.
Rischio iniquitàLe critiche dell’Ania, in rappresentanza delle compagnie, battono soprattutto sull’iniquità per le famiglie poco abbienti. E pure sull’inefficienza: regalare la classe maturata dal più virtuoso in famiglia (normalmente un genitore con la sua auto) per qualunque mezzo intestato a un familiare, compresi i figli in moto, non sembra un modo per far diminuire gli incidenti o i costi dei risarcimenti.
Neppure il correttivo varato dal Dl milleproroghe sana il problema, come ricorda l’Ordine degli attuari. Il Dl ha infatti introdotto il “supermalus”, ovvero la perdita fino a cinque classi, a discrezione della compagnia, per chi causa un incidente con responsabilità almeno al 51% con un mezzo di categoria diversa da quella del più virtuoso in famiglia.
A parte le incongruenze giuridiche, si nota che cinque classi sono meno delle 13 guadagnate con la polizza famiglia. Così, per tenere i conti in equilibrio, le compagnie dovranno recuperare sugli altri assicurati. Tra cui le famiglie con un solo mezzo e le imprese (solo per le loro auto, perché gli autocarri - almeno dal punto di vista della tecnica attuariale - non sono toccati dalle variazioni tariffarie).
In attesa dei rincariI rincari arriveranno anche se con tempi diversi. Le assicurazioni dirette, che operano solo via web e telefono, di solito rimodulano le tariffe ogni mese e quindi saranno pronte già a marzo; le altre provvedono più di rado, anche una sola volta l’anno, in luglio.
Quindi il quadro sarà completo in estate. Ma le compagnie possono recuperare anche in altri modi, ad esempio tagliando gli sconti, tra cui quello per chi monta la scatola nera.
L’Unione nazionale consumatori ipotizza anche rincari per coperture facoltative come la furto-incendio; scelta non proprio corretta come tecnica, ma non sarebbe la prima volta che le compagnie derogano per rendere i prezzi delle polizze obbligatorie meno insostenibili per i clienti più deboli. Iniziative estemporanee e poco visibili, che poi innescano la reazione dello Stato con leggi dirigiste altrettanto poco mirate.
Per approfondire
● Supermalus? Ingorgo di contraddizioni
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