Rc auto valida per i furbetti della targa estera. Anche se la polizza non c’è
di Maurizio Caprino
2' di lettura
I furbi che circolano in Italia con targa straniera per sfuggire a multe e tasse non hanno neanche particolari problemi di Rc auto: i corpi di polizia italiani non possono contestare loro la mancanza di copertura assicurativa, perché è proprio la targa straniera a coprirli, anche se viene usata illegittimamente in territorio italiano. È l’ultima tessera di un puzzle normativo che di fatto pare incentivare la furbizia. Lo ha aggiunto una nota del ministero dell’Interno (servizio Polizia stradale) protocollata il 3 aprile col numero 300/A/2792/17/124/9.
La nota è stata scritta in risposta a un quesito della Polizia locale del consorzio Padova Ovest sulla possibilità di applicare ai veicoli con targa straniera le pesanti sanzioni previste per mancanza di copertura Rc auto (849 euro, ridotti a un quarto se si viene attivata una polizza entro 30 giorni, e confisca del mezzo).
Non sembra casuale che il quesito venga dal Veneto, una delle zone in cui maggiore è la presenza stabile di vetture immatricolate nell’Est europeo. Le usano non solo persone di quegli Stati che ormai si sono trasferite da tempo in Italia e quindi hanno l’obbligo di munirle di targa e documenti italiani (che scatta dopo un anno di permanenza): ci sono anche italiani che approfottano della targa straniera per sfuggire di fatto ai controlli automatici sulle infrazioni stradali (le multe dovrebbero essere notificate all’intestatario straniero e, anche quando ciò avviene, spesso non vengono pagate), alle tasse sul veicolo (bollo ed eventuale superbollo per le auto più potenti), al redditometro e al caro-Rc auto che è tipico dell’Italia.
Va aggiunto che a volte le compagnie dell’Est, in caso d’incidente in Italia, risarciscono i danni solo in parte. Il resto rimane a carico dell’Uci (Ufficio centrale italiano), che garantisce in Italia la copertura data dal sistema internazionale della Carta verde.
Inoltre, non è facile dimostrare che un veicolo ha circolato in Italia continuativamente per un anno.
Così, alla ricerca di modi per rendere più difficile la vita ai furbi, alcun i corpi di polizia hanno pensato di agire sulla leva della copertura assicurativa. Il ragionamento è questo: se in Italia la targa straniera originaria vale solo per un anno, la scadenza varrà anche per la polizza estera che a quella targa è legata.
Ma bisogna fare i conti col fatto che l’articolo 125, comma 7, del Codice delle assicurazioni e l’articolo 5 del decreto ministeriale Sviluppo economico 86/2008 presumono che ci sia una copertura assicurativa se la targa è di un Paese che aderisce al sistema della Carta verde. Questo è stato confermato dall’Uci, interpellato dalla Polizia stradale a seguito del quesito dei vigili urbani veneti.
Nella risposta ministeriale si afferma che la scadenza del termine di un anno di circolazione consentita in Italia con targa estera non implica che l’immatricolazione all’estero con questa targa diventi irregolare. Dalla regolarità della targa deriva la presunzione di copertura assicurativa prevista dalla legge. E non importa che gli agenti abbiano accertato che il veicolo in realtà non risulta coperto nemmeno nel Paese in cui è rimasto immatricolato.
Ciò vale anche per i veicoli con targa temporanea, come per esempio quelli usati dai commercianti per portarli da un Paese all’altro.
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