È l’ora del cambiamento: focus sulla ripresa dell’immobiliare post Covid
Sostenibilità e digitale cambieranno il volto a edifici, quartieri e intere città. I settori: logistica in corsa, retail in ripensamento, hotel pronti alla sfida estiva
di Paola Dezza
3' di lettura
Ottimismo e pragmatismo, necessità di innovare e di spingere sull’acceleratore di digitale e sostenibilità. Sono alcuni temi emersi durante la giornata dei lavori della quarta edizione del Real Estate & Finance Summit del Sole24 Ore che si è tenuta il 19 maggio con 2mila iscritti all’evento, aperto da un intervento del direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini. Il settore immobiliare è stato messo alla prova dalla pandemia da Covid-19, ma ha saputo resistere e gioca oggi la carta del cambiamento sulla base delle mutate necessità di utilizzatori e investitori.
Ad ampio spettro le nuove richieste di uffici flessibili, spazi innovativi per lo shopping fino alle esigenze di case più grandi e arricchite di terrazze e giardini spingono a ripensare edifici, quartieri e città.
Il cambiamento non è ancora nei numeri, ma gli esperti fissano la ripresa a settembre o al più tardi a inizio 2022. Per il momento il 2020 si è chiuso con un calo dei volumi di investimento a quota 8,8 miliardi di euro dai 12,5 miliardi circa del 2019 e il primo trimestre 2021 segue il trend con operazioni a quota 1,4 miliardi da 1,9 miliardi dell’anno precedente. Milano resiste arginando le perdite a un -24% con volumi pari a 510 milioni di euro, Roma frana a 59 milioni.
A mantenere l’appeal del settore immobiliare rispetto ad altre asset class di investimento saranno ancora i bassi tassi di interesse, come ha indicato l’economista Vítor Constâncio, vicepresidente della Bce con Mario Draghi, ma anche le prospettive di riscoperta degli immobili in termini qualitativi. Il Covid-19 ha imposto un cambio di rotta e oggi al centro c’è l’uomo con le proprie esigenze in termini di qualità della vita sia sul posto di lavoro sia nel tempo libero.
Tra i settori che escono vincitori dalla pandemia c’è senz’altro la logistica, che con l’incremento dell’ecommerce ha visto accelerare un trend di crescita già in essere. Una logistica che sta ampliando i propri orizzonti per mantenere capitali e rendimenti. «Le sfide oggi sono legate all’ampliamento dei punti di consegna in città - ha detto Matteo Arcese (Gruppo Arcese) -. Dobbiamo lavorare oggi per rendere più sostenibile il last mile, ma questo deve affiancarsi a una mobilità fatta di veicoli elettrici e di una città più smart». Stesso discorso per il living, più presente nei portafogli dei grandi investitori, come ha ricordato Carlo Romanò di Invesco che ha scelto Milano per acquistare il primo lotto di appartamenti da mettere in affitto nello sviluppo SeiMilano.
Il settore hotel sta rialzando la testa dopo un anno di chiusure che hanno causato problemi finanziari a molte strutture. Il mercato si riscopre vivace con investitori a caccia di occasioni e gestori pronti a sbarcare sulla Penisola, che è stato detto più volte durante il convegno offre un lifestyle unico. «Il turismo ha perso molto, ma dobbiamo lavorare per renderlo più competitivo» ha detto Ofer Arbib, ad di Antirion. Stesso discorso per il retail, che nelle parole di Roberto Fraticelli, cfo di Eurocommercial, si deve reinventare per realizzare quel modello ibrido di consumo digitale e in presenza che tutti ci aspettiamo.
Per parlare di ripresa abbiamo tre grandi sfide da affrontare. «Le riforme, l’innovazione e l’attenzione al capitale umano» ha detto Gianmario verona, rettore dell’Università Bocconi. Tre sfide di ampio respiro, necessarie quanto l’aria.
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