manifesto di assisi

Realacci: «La generazione Greta ha bisogno più di risposte che di carezze»

Il documento propone un modo diverso di affrontare la crisi climatica, unendo società, economia , ricerca scientifica e imprese in questa sfida inderogabile

di Nicoletta Cottone

Realacci: «La generazione Greta ha bisogno più di risposte che di carezze»

2' di lettura

Un manifesto per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica. Il manifesto di Assisi - che sarà presentato nella città di San Francesco il 24 gennaio 2020 - propone un modo diverso di affrontare la crisi climatica che ha messo insieme società, economia , ricerca scientifica e imprese in questa sfida necessaria e inderogabile. Ne parliamo con Ermete Realacci, presidente di Symbola.

Una sfida che ci viene riproposta ogni giorno, basta pensare allo smog che soffoca le città. A che punto è in Italia questa sfida?
«C’è un elemento in negativo: difenderci dai pericoli, che ci vengono ricordati anche dalla generazione Greta, che ha diritto più a risposte che a carezze. E c’è una sfida che serve, come dice il manifesto di Assisi, a produrre un’economia che è più forte, proprio perché è a misura d’uomo. La politica in Italia è indietro: pensiamo alla vicenda dello smog che non può essere affrontata solo quando si presenta, ma richiede nell’edilizia, nei trasporti, nelle altre attività, un’azione più di lungo periodo. Ma ha anche dei punti di forza: la nostra economia, spesso anche senza le leggi, ha investito sull’ambiente. Circa un terzo delle imprese italiane hanno fatto negli ultimi cinque anni investimenti green. E queste imprese sono quelle che innovano di più, esportano di più e producono più posti di lavoro. C’è in tutti i settori una tendenza a usare l’innovazione ambientale per la costruzione di un futuro migliore».

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Il manifesto si pone un obiettivo ambizioso, azzerare il Co2 entro il 2050. Il manifesto come si propone di affrontare questa sfida?
«A me ricorda la partita della conquista della Luna. Mi era venuto in mente perché lo scorso anno erano 50 anni dall’arrivo del primo uomo sulla Luna. Quando Kennedy nel 1962, appena eletto presidente, sostenne in un discorso che avrebbe portato un americano sulla Luna entro il decennio, molti pensarono che aveva esagerato. C’è una bella canzone di De Gregori che dice “lo sposo è impazzito, oppure ha bevuto”. E invece, mobilitando risorse, non solo economiche e tecnologiche, ma anche il carattere e l’orgoglio degli americani, ce l’hanno fatta prima del decennio. Questa è la sfida dell’Europa. L’Europa in questa sfida può ritrovare una sua anima, una sua forza, un suo carisma. Come la vecchia comunità europea è nata dopo la Ceca, la Comunità del carbone e dell’acciaio, così questa sfida può segnare un’Europa che diventa più forte nell’economia, più forte nella società: una risorsa per il mondo. Penso che ce la possiamo fare».

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