Realizzi su Eni in scia al bond convertibile da 1 miliardo
La pressione sul titolo è dovuta alle vendite degli operatori che fanno i calcoli sui valori di conversione dell'obbligazione a sette anni annunciata dal gruppo prima dell'apertura dei mercati
di Andrea Fontana
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'emissione del bond convertibile da 1 miliardo porta subito in rosso le azioni Eni. La pressione sul titolo è dovuta alle vendite degli operatori che fanno i calcoli sui valori di conversione dell'obbligazione a sette anni annunciata dal gruppo prima dell'apertura dei mercati oltre al fatto che, come spesso avviene in questo tipo di operazioni, agli investitori che intendono sottoscrivere il prestito viene data la possibilità di cedere contestualmente le azioni in portafoglio. A inizio settimana le quotazioni del gruppo petrolifero avevano toccato i massimi da febbraio sfruttando anche il rally del prezzo del petrolio che viaggia al top dall'autunno scorso.
Pesa emissione del bond convertibile da 1 miliardo
Prima dell'avvio delle contrattazioni, Eni ha annunciato l'avvio dell'operazione di collocamento di obbligazioni convertibili "senior unsecured" della durata di 7 anni per un importo nominale di 1 miliardo. I titoli saranno convertibili in azioni ordinarie ad un prezzo di conversione che sarà determinato al termine del collocamento e che prevede un premio del 20-25% sopra il prezzo di riferimento da definire. Il bond pagherà una cedola annuale a tasso fisso compresa tra il 2,62% e il 3,12 per cento. «La conversione riguarda l'1,5% delle azioni complessive di Eni - calcola Equita Sim - Il rendimento del bond Eni senior scadenza 01/2030 mostra un rendimento del 4.0% circa, per cui calcoliamo un risparmio di circa 90-140bps rispetto ad un obbligazione bullet». Il prestito è legato al raggiungimento di due target di sostenibilità al 2025 per cui in caso di mancato raggiungimento di uno o di entrambi gli obiettivi Eni pagherà un ulteriore 0,50% del valore nominale delle obbligazioni in corrispondenza della quarta cedola a settembre 2027.
Il primo target è legato alla riduzione delle emissioni nette di gas serra ad un valore che comporti una riduzione del 65% rispetto al livello base del 2018 e il secondo all'incremento della capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino a raggiungere un valore pari o superiore a 5 GW.
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