Rebus elettrico per i fleet manager
Tortorici (Aiaga): «I responsabili della gestione dovranno cercare in tempi brevi di diminuire il numero di auto diesel e benzina in flotta, indipendentemente dalla modalità d’uso». Ma la rete dei punti di ricarica fatica a sostenere le vendite
di Vincenzo Conte
5' di lettura
Ritardi delle consegne, attenzione sempre più spinta alla sostenibilità (economica ed ambientale), elettrificazione delle auto in parco, aumento dei costi di gestione, differenziazione dei mezzi usati per effettuare gli spostamenti, acquisizioni e fusioni nel mondo delle società di noleggio, aspettative dei driver...
Le sfide per i fleet e i mobility manager in questo 2023 non mancano di certo.
«Il mercato dell’auto – sottolinea Giovanni Tortorici, presidente di Aiaga (l’associazione dei fleet manager italiani) - è in ripresa, con numeri confortanti, ma il confronto con i dati pre-Covid, ossia con il 2019, rivela ancora forti cali. Questo è lo scenario nel quale i fleet manager si trovano a operare, con aziende molto caute nelle spese, con un’inflazione a due cifre e l’Unione europea che emette direttive non proprio comprensibili. Tra le diverse questioni da affrontare - sottolinea il presidente di Aiaga - una di particolare importanza è quella che riguarda la progressiva elettrificazione delle flotte. I fleet manager dovranno cercare in tempi brevi di diminuire il numero di auto diesel e benzina in flotta, indipendentemente dalla modalità d’uso delle stesse. Per favorire questo cambiamento - prosegue Tortorici - sarà quindi necessario studiare i percorsi dei driver aziendali con grande precisione e stare molto attenti al TCO (costo d’uso delle autovetture, ndr) reale e non a quello su carta. A proposito di costi, c’è da rilevare che al momento non stanno diminuendo: i valori delle vetture, con qualsiasi tipo di alimentazione, sono molto elevati».
Quanto detto da Tortorici sulle immatricolazioni fa il paio con i dati sul parco circolante italiano, che ha superato una media di 12 anni di età, rivelandosi quindi particolarmente vecchio (più della media europea), poco sicuro e molto inquinante.
Da questo punto di vista non ci sono grandi rivoluzioni in arrivo: in Italia le rottamazioni sono molto calate negli ultimi anni, segno che chi ha un’auto vecchia preferisce tenerla in uso il più possibile e procede alla sua sostituzione solo quando non ulteriormente differibile.
Ma non è solo il ricambio delle vetture in flotta a preoccupare i fleet manager: il passaggio alla mobilità elettrica rappresenta una sfida a cui chi si occupa di mobilità aziendale è molto attento, sia per ciò che riguarda la disponibilità di auto elettriche da inserire in car list sia per la capillarità della rete dei punti di ricarica, che nel nostro paese è in crescita ma fatica a sostenere le vendite di auto elettriche.
Un chiarimento sullo stato dell’arte in questo settore viene da Riccardo Cassetta, Responsabile Commerciale Clienti Privati di Enel X Way, una delle aziende maggiormente attive nel comparto. «Nel nostro Paese – dice Cassetta - le infrastrutture di ricarica sono in netto aumento, con un nuovo record di punti di ricarica installati, e viaggiano ormai ad un ritmo superiore ai 300 nuovi punti installati a settimana, con un totale nazionale oltre quota 41mila a marzo 2023. Di questi, oltre 18mila sono stati installati in tutto il Paese da Enel X Way anche attraverso Ewiva, la joint venture con Volkswagen, che sviluppa caricatori ad altissima potenza fino a 350 kW. L’obiettivo - conclude Cassetta - per questi ultimi è di toccare quota 3mila entro il 2025, che sommati a quelli con potenze fino a 150 kW comporranno una rete da oltre 26mila punti di ricarica».
All’interno di una situazione caratterizzata da una forte incertezza, c’è però un elemento che si staglia come un faro nella nebbia: si tratta del noleggio a lungo termine, che negli ultimi anni, come sottolineato da Aniasa nel suo consueto rapporto annuale, ha visto crescere la sua quota di mercato, soprattutto grazie al forte interesse dei privati per un servizio che viene visto un po’ come una soluzione scaccia-pensieri, ovvero una metodologia per potersi godere un’auto nuova (tutte le auto a disposizione delle società di noleggio sono almeno di categoria Euro6) senza preoccuparsi delle questioni amministrative e magari sperimentare sul campo un’auto elettrica o elettrificata senza pensare al valore residuo al termine del periodo di utilizzo.
«Nel primo trimestre dell’anno in corso – sottolinea Aniasa - il noleggio ha registrato una significativa crescita delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, crescita che lo ha portato stabilmente, per la prima volta dalla sua comparsa in Italia, sopra la quota di incidenza del 30% sul dato nazionale. Ormai - prosegue Aniasa - quasi un’auto nuova su tre è immatricolata dagli operatori di noleggio. Il lungo termine, in continuità con lo scorso anno, prosegue la propria crescita con una flotta in deciso aumento (+7%), a fronte di un boom delle immatricolazioni (+72%) e di un giro d'affari in aumento del 9%».
Le ottime performance registrate dal noleggio a lungo termine hanno due cause: la prima è una progressiva, anche se ancora non adeguata, ripartenza delle consegne delle auto, che ha consentito di rispondere alle richieste di rinnovo delle flotte da parte di fleet e mobility manager; la seconda è il sensibile aumento delle richieste da parte dei privati (con e senza partita Iva), che vedono nella formula una vantaggiosa risposta alle loro esigenze di mobilità, specie in questa fase di transizione verso l’elettrico.
Tra le sfide che attendono i fleet manager nel resto del 2023, poi, ce n’è una particolarmente impegnativa: si tratta del controllo dei costi, che deve essere affrontato tenendo conto di due paletti importanti, ovvero la ricerca della sostenibilità (che rappresenta sempre più un fattore competitivo per le aziende) e l’utilizzo in crescita di strumenti di connettività, un fattore che porta trasparenza, aiuta a prendere le giuste decisioni, a mitigare i rischi e a salvaguardare le risorse della flotta, oltre a migliorare le capacità di innovare.
Il tema della connettività è strettamente legato a quello dell’adozione di tecnologie per il monitoraggio dei veicoli in flotta.
A questo proposito ci sono alcuni dati, tratti dall'ultimo report sui trend tecnologici per flotte condotto da Abi Research per Verizon Connect, che aiutano a chiarire la situazione attuale nel nostro paese.
Dal report emerge che, fra le tecnologie implementate dai fleet manager italiani per le loro flotte, al primo posto c’è la localizzazione Gps (73%, il 2% in più rispetto alla media europea). I dati sottolineano anche che l’implementazione tecnologica sta aiutando le flotte a superare gli ostacoli operativi, a ottenere migliori risultati e a rafforzarsi in un mercato sempre più competitivo.
Le tecnologie di gestione della flotta hanno un impatto positivo anche sulla sicurezza: il 48% dei rappresentanti aziendali intervistati ha infatti riscontrato una diminuzione degli incidenti grazie all’adozione di queste tecnologie. Con un ritorno sull’investimento che, per l’86% degli intervistati, avviene entro i primi 12 mesi dall’implementazione.
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