Recovery, Giubileo, Expo 2030: opportunità per la rinascita urbanistica della capitale
L’analisi di Jll Italia
di Simona Rossitto
3' di lettura
Fondi del Recovery, Giubileo del 2025 e possibile Expo del 2030. È il mix di ingredienti che potrebbe portare alla rinascita urbanistica di Roma, alla rigenerazione degli edifici esistenti, in chiave sostenibile e in base alle nuove esigenze lavorative create dalla pandemia. Per arrivare nel 2030 a una “nuova faccia” di Roma. A tracciare un quadro ottimistico della capitale, che potrebbe emulare lo sviluppo di Milano con l’Expo, è Massimo Livi, head of Transactional business di Jll Italia, braccio italiano del gruppo di consulenza immobiliare internazionale. «Prevediamo – dice Livi - una forte espansione del mercato.
C’è grande interesse, anche a livello internazionale, a investire in Italia, in particolare a Roma». Jll, peraltro, «è stata tra i primi a credere nella rinascita di Roma, per questo stiamo pure assumendo tante persone». Tra i quartieri più interessanti? «Il centro e l’Eur», aggiunge il manager.
Uno dei fattori che spingono al cambiamento è da riscontrare nel previsto utilizzo strutturale, post pandemia, dello smart working da parte di imprese e pubbliche amministrazioni. «Bisognerà ripensare gli spazi oppure trovarne di nuovi, all’avanguardia. Tutto quello che era nuovo fino al periodo prima della pandemia è diventato vecchio». In futuro non ci saranno quindi scrivanie assegnate, ma app per prenotarle, fenomeno che è già una realtà in tante aziende. Inoltre, dopo il successo dell’open space, si tornerà «a un minimo di compartimentazione con più distanziamento. Si punterà inoltre ad avere più sostenibilità, minori consumi e minori emissioni, andando verso l’obiettivo carbon zero».
Tutto questo potrà avvenire anche grazie alle risorse europee in arrivo per Roma. «Il nuovo sindaco, indipendentemente dal colore politico, avrà i soldi necessari. Questo è un importante punto di partenza; investire nella capitale diventa appetibile per gli stranieri se ci sono anche infrastrutture. Roma, comunque, piace, il Recovery sarà il primo driver di sviluppo; l’altro è rappresentato dal Giubileo del 2025 e, visto che la Capitale è una delle sedi più papabili, potrebbe giovare anche l’Expo del 2030. C’è un’analogia con la situazione di Milano nel 2006-2007 in vista dell’Expo».
Già oggi sono in corso diverse iniziative di rigenerazione urbana. Ci sono, solo per fare qualche esempio, i progetti delle Torri dell’Eur di Cdp, dell’ex Zecca dello Stato a Piazza Verdi, sempre di Cdp. Ma anche: la riqualificazione di piazza dei Cinquecento, il quadrante della stazione Tiburtina dove c’è già il quartier generale di Bnl. Tornando alle torri dell’Eur, progetto dove Jll è coinvolta, oggi, dopo l’abbandono del piano di Tim di farne il suo quartier generale, l’immobile è interamente di proprietà della Cassa. «I lavori sono iniziati il primo maggio scorso; le torri saranno pronte tra ottobre e novembre del 2023 e c’è già un interesse importante da parte di una società internazionale per locare oltre 10mila metri quadrati», annuncia Livi.
Oltre alle risorse europee c’è l’interesse degli investitori internazionali che guardano alle opportunità del Giubileo e dell’eventuale Expo. «C’è sempre stato molto stock disponibile, fino a 8 milioni di metri quadrati, ma la cubatura veniva realizzata solo a fronte di un interesse da parte di un conduttore o utilizzatore. Di sicuro non ci sarà più questo modo di operare speculativo, ma si realizzerà l’opera a prescindere dall’interesse a monte. Quelli che procedono in questo modo – precisa il manager - sono soprattutto investitori istituzionali, internazionali, che hanno del cash». Per vedere realizzata l’attesa rigenerazione urbana si guarda al 2030. I fondi del Recovery «si dovranno utilizzare entro il 2026, bisognerà fare i progetti, bisogna correre. Gli effetti sono sotto gli occhi: i materiali già non si trovano più e i costi sono schizzati verso l’alto. Per il 2030 – chiosa Livi - Roma potrebbe avere un’altra faccia».
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