Recovery plan, «una sfida europea». L’evento del Sole 24 Ore in tempo reale Giovannini: «Ai fondi Pnrr si sommeranno capitali privati»
I punti chiave
- Dario (Sant’Anna di Pisa): «I ragazzi chiedono di sentirsi parte di grandi sfide»
- Brugnoli (Confindustria): «In Recovery un miliardo e mezzo per Its»
- Stirpe (Confindustria): superare blocco licenziamenti con strumenti selettivi
- Giovannini: «Ai fondi Pnrr si sommeranno capitali privati»
- Tremonti: molti Stati non prenderanno le risorse del Recovery plan
- Veratti (Bain&company): creare una cultura data driven
- Ripa, a.d. Open Fiber: Italia paese che accelera di più sulle reti
- Spoletini (Oracle): Rivoluzione digitale tema pervasivo
- Paolo Gallo, ad Italgas: serve coordinamento per i permessi
- Nicola Monti (Edison) e l'importanza della governance
- Cottarelli: il mantenimento degli impegni dipenderà dalle elezioni
- Tamburini: «Una sfida europea»
- L’evento del Sole 24 Ore: il programma - la diretta video
Stirpe (Confindustria): rimettere mano al decreto Dignità
Stirpe (Confindustria), rimettere mano al decreto Dignità
«La prima cosa da fare è mettere le mani al decreto dignità nelle parte che riguarda l'abolizione delle causali che, secondo noi, dovrebbero essere demandate alla contrattazione collettiva; e togliere anche tutti quei costi aggiuntivi previsti in fase di stimolo o rinnovo dei contratti di lavoro». Lo ha detto il vicepresidente per il Lavoro e le Relazioni industriali Confindustria, Maurizio Stirpe, intervenendo all'evento digitale “Recovery Plan - Pnrr: sfide e opportunità per il sistema Italia”, promosso dal Sole 24 Ore.Dario (Sant’Anna di Pisa): «I ragazzi chiedono di sentirsi parte di grandi sfide»
«L’educazione si fa una volta nella vita, la formazione si può fare quante volte si vuole. La vera sfida è creare un sistema nel quale i giovani sentano che il loro futuro è condiviso dall’intero Paese», ha sottolineato Paolo Dario, Prorettore alla Terza Missione Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, intervenuto all’evento del Sole 24 Ore. «Nonostante il fatto in alcune metriche non siamo sempre i migliori - ha continuato - vorrei che ci fosse questa consapevolezza che il nostro sistema produce ancora eccellenti professionalità, persone che all’estero hanno grande successo. E lo stesso credo valga per la formazione professionale. I ragazzi vogliono sentirsi parte di grandi sfide. L’innovazione non la fanno i soldi, ma gli innovatori. Il Recovery attribuisce risorse importanti: dobbiamo essere in grado di cogliere questa opportunità». «Una grande sfida si gioca sulle imprese: imprese fatte da ragazzini imberbi possono essere capaci di creare molti posti di lavoro», ha ricordato Dario.
Brugnoli (Confindustria): «In Recovery un miliardo e mezzo per Its»
«La formazione trova grande spazio nel Pnrr. Il tema dell’istruzione tecnica - ha spiegato Giovanni Brugnoli, Vicepresidente per il Capitale Umano Confindustria, intervenuto all’evento del Sole 24 Ore - è stato sottovalutato. Siamo il secondo Paese manifatturiero di Europa, ma gli Its sono un settore di nicchia. Nel Recovery Plan c’è un importante posta finanziaria, di un miliardo e mezzo nel prossimo quinquennio, da investire nella seconda gamba dell’istruzione post diploma. Facciamo capire ai talenti quanta bella industria c’è nel nostro Paese».
Giannelli (Anp): «Nel Pnrr non trovo molto sulle prassi didattiche»
«Credo che si dovesse fare di più. Non trovo molto sulle prassi didattiche. Il modello di scuola che abbiamo è sostanzialmente ottocentesco. Dovremo trovare noi la forza per rinnovare questo aspetto, che per noi è impellente». È quanto ha messo in evidenza Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp (Associazione nazionale presidi), a commento del Pnrr. Giannelli è intervenuto all’evento del Sole 24 Ore.
Stirpe: come politica attiva il reddito di cittadinanza è stato un fallimento
«Da quando è entrato in vigore, almeno per la parte che riguarda le politiche attive del lavoro, il il reddito di cittadinanza è stato un completo fallimento»: lo ha detto Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria con delega al Lavoro e alle Relazioni Industriali partecipando all’evento del Sole 24 Ore. Stirpe ha sottolineato che, dei percettori del reddito di cittadinanza, «al 1° aprile 969 erano idonei a ricevere l’assegno di ricollocazione e solamente 423 lo hanno recepito».
Stirpe (Confindustria): azioni per superare mismatch domanda e offerta di lavoro
«Occorre un potenziamento di tutti gli strumenti atti a ridurre il “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro. È di pochi minuti fa una nota del Centro studi di Confindustria in cui viene sottolineato come le imprese in questo momento non trovano comptenze per poter occupare 318mila posti di lavoro che potrebbero essere dati domani mattina ma non ci sono comptenze. Serve potenziare tutti gli strumenti di alternanza scuola/lavoro, gli Its, le lauree brevi e centrare meglio tutte le politiche di orientamento. Da troppi anni il mondo della scuola, dell’università e della ricerca e il mondo delle imprese di fatto non si parlano». Lo ha detto Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria con delega al Lavoro e alle Relazioni Industriali partecipando all’evento del Sole 24 Ore.
Giovannini: Recovery plan da integrare con fondi e progetti di Regioni e città
«Come queste risorse (del Recovery plan, ndr) si integrano con quelle dell’Fsc (Fondo sviluppo e coesione, ndr) è una domanda che dalla prossima settimana dobbiamo cominciare a porre ma, soprattutto, la risposta deve venire dall'integrazione tra Stato, Regioni e città, perché per la prima volta abbiamo tanti progetti di valore, che non smettono di essere di valore perché non sono stati finanziati dall'Europa; e dunque sta alle Regioni e agli enti locali dare quella stessa priorità che avevano dato fino ai ieri, ma soprattutto capire come i diversi progetti si integrano». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, nel corso dell’evento digitale “Recovery Plan - Pnrr: sfide e opportunità per il sistema Italia”, promosso dal Sole 24 Ore.
Stirpe (Confindustria): superare blocco licenziamenti con strumenti selettivi
«Il blocco dei licenziamenti nella fase in cui è scoppiata la crisi pandemica poteva starci, adesso sarebbe opportuno ricorrere a strumenti più selettivi e mirati a situazioni specifiche»: lo ha detto Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria con delega al Lavoro e alle Relazioni Industriali partecipando all’evento del Sole 24 Ore. Stirpe ha ricordato che Confindustria ha suggerito al governo di procedere a un superamento «progressivo e graduale del blocco dei licenziamenti».
Giovannini: sul Recovery plan serve un coinvolgimento dei cittadini
«L’enorme piano di investimento» programmato con il Pnrr «può fare a meno di un dibattito pubblico, senza un coinvolgimento dei cittadini? - si è chiesto il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini partecipando al focus infrastrutture nell’ambito dell’evento del Sole 24 Ore -. La risposta è no. La sindorme “Nimby” rischierebbe di creare grossi ostacoli. Anche questo parte del processo, che è fondamentale, va velociizzato e reso coerente con gli altri».
Giovannini: da maggio decreti legge su semplificazioni
«Senza un cambiamento nelle procedure autorizzative e delle procedure esecutive noi non solo non coglieremo l’obiettivo del 2026 ma perderemmo anche altri capitali disposti a scommettere positivamente sul rimbalzo dell’Italia. È questo l’impegno preso nell’ultimo mese dai ministeri: l’idea è quella di produrre entro il mese di maggio, attraverso decreti leggi, queste modifiche». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini partecipando all’evento del Sole 24 Ore.
Giovannini: «Gli investimenti privati si sommeranno ai fondi del Pnrr»
«La massa di fondi del Pnrr non esaurisce tutta la spinta perché ci saranno molti capitali che andranno nella stessa direzione: sia perché tante imprese per via della pandemia hanno sospeso i loro investimenti» sia perché «le partner pubblico-privato saranno facilitate dal fatto che abbiamo un forte eccesso di risparmio e liquidità legato alle politiche espansive delle banche centrali europee»: Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, nel corso dell’evento digitale “Recovery Plan - Pnrr: sfide e opportunità per il sistema Italia”, promosso dal Sole 24 Ore.
Focus infrastrutture con il ministro Giovannini
Fare sistema per realizzare infrastrutture sostenibili e resilienti: le sfide attese. È questo il tema pomeridiano moderato da Giorgio Santilli, responsabile della redazione romana Il Sole 24 Ore. Intervengono Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia - Romagna , Antonio Decaro, Presidente Anci e Sindaco di Bari, Donatella Tesei, Presidente Regione Umbria. A seguire il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.
Enrique Häusermann (presidente Egualia): «Per mantenere leadership nel pharma dobbiamo riportare produzione in Europa»
«Se vogliamo mantenere la leardership farmaceutica in europa dobbiamo fare due interventi: riportare la produzione dei principi attivi in Europa e investire in settori industriali stratecici come farmaci oncologici e farmaci ormonali». Così Enrique Häusermann, presidente Egualia, ex Assogenerici.
Sandra Zampa: «Risorse recovery per salute non ancora sufficienti»
«Quando parilamo di salute - spiega l’onorevole Sandra Zampa - dobbiamo immaginare investimenti molto grandi: non possiamo immaginare che si investe solo avendo la garanzia del successo, ma anche mettendo in conto l’insuccesso, senza smettere di investire. Dalle eccellenze dovrà derivare un sistema sanitario che alza la qualità del servizio sanitario. La soluzione non è la medicina del territorio staccata dalle eccellenze del sistema sanitario».
Sergio Dompé: «Sui vaccini collaborazione globale da ripetere»
«Sui vaccini non dobbiamo essere autarchici: tutti i vaccini hanno fruito di una ricerca globale. Come fare per rendere ancora più pubblica la collaborazione tra tutte le aziende della filiera farmaceutica? L’esperienza del Covid è stata straordinaria esperienza che va ripetuta», così Sergio Dompé, presidente di Dompé Farmaceutici
Tremonti: molti Stati non prenderanno le risorse del Recovery plan
«I numeri del Recovery plan vengono dall'Europa: sono i numeri del piano che si basa sull'emissione di Eurobond con un massimale di 750 miliardi per tutta l'Europa. In realtà saranno meno perché molti Stati non li prenderanno», ha affermato Giulio Tremonti, presidente Aspen institute Italia, all’evento del Sole 24 Ore. «Gli Eurobond sono stati un'idea italiana. Le idee giuste camminano in salita, ma camminano ed è bene così».
Il fondo perduto tra imposte o maggiori contributi all'Europa ridotto a 40-50 miliardi
La quota italiana è divisa tra fondo perduto e parte a debito. Il fondo perduto è circa 80 miliardi, ma su questo potrebbero essere previste maggiori imposte, improbabili, o maggiori contributi all'Europa. Questo significa che quindi arriveranno a 40-50 miliardi. Poi c'è la parte a debito, quella più grossa, 110 miliardi, un debito che l'Italia contrae.Il piano italiano dieci volte più grande di quello tedesco
Infine, ultimo punto, il Governo italiano ha aggiunto altre risorse e il totale del piano sarà così 248 miliardi di euro. Il piano tedesco è un decimo di quello italiano.Debito pubblico a 500 miliardi, possibile effetto moltiplicatore su Pil e occupazione
Nell'insieme i dati del governo sul pluriennale 2020-2026, noi siamo nel 2021, dicono che il debito italiano crescerà per 500 miliardi: è una cifra impressionante, la domanda sulla sostenibilità è quindi una domanda giusta, appropriata. Adesso sembra che i soldi piovano dal cielo. Il calcolo del Governo ci dice che adesso spendiamo molto ma avremo anche un effetto moltiplicatore sul Pil, sull'occupazione, quindi una quota grossissima è a debito ma avremo un grosso effetto di sviluppo. È il calcolo che si fa dicendo che è debito buono. Speriamo che sia così, che avremo un effetto moltiplicatore. Vediamo il peccato, non esiste il peccato buono, esiste il peccato e basta.Torna la centralità di Roma
In questo piano c'è una centralità del Governo che lo ha messo in piedi. Quindi Roma è centrale e i soggetti destinatari dei fondi saranno le grandi imprese pubbliche che si candideranno per guidare le varie transizioni digitali. Sono le vecchie partecipazioni statali. Quindi lo spostamento che c'è stato da Roma a Milano negli ultimi anni, potrebbe avere un'inversione di tendenza, con uno spostamento da Milano a Roma. Sui territori, invece, se va bene ci saranno gli appalti.Le riforme sono solo ipotizzate
L’elenco delle riforme è quello che conosciamo da tanto tempo, dalla giustizia, agli appalti, però diciamo che sono ipotizzate, sono tratteggiate ma senza qualche tipo di contenuto concreto. Si dice “avremo la riforma fiscale” ma che tipo di riforma fiscale avremo è un enigma che è avvolto nel mistero. La vera preoccupazione è che non si faccia e che arrivi una quantità impressionante di nuove leggi: questo potrebbe avere un effetto boomerang e un ulteriore blocco della nostra economia che deve esser liberata.Passiamo da 5 per 1000 al 10 per 1000 per il volontariato
Nel piano io aggiungerei qualcosa, per il volontariato. In un mondo che sta diventando socialmente drammatico, difficile, io penso che il 5 per 1000 potrebbe diventare un 10 per 1000: sarebbero pochi soldi, con un effetto di ritorno buono per la nostra coesione sociale.
Veratti (Bain&company): creare una cultura data driven
«Il tema della semplificazione della Pa è quello che può guidare la digitalizzazione», ha detto Emanuele Veratti, partner and digital practice leader Bain&company, nel suo intervento all’evento del Sole 24 Ore dedicato al Recovery Plan. «L'aspettativa digitale è estrema ed ha subìto una forte accelerazione nell'ultimo anno. Ci sono molte aspettative nei cittadini, ma manca la fiducia soprattutto nella Pa, nella trasformazione digitale.
Affronteremo una rivoluzione della vita quotidiana, del modo in cui i cittadini possono interfacciarsi con lo spazio e la Pubblica amministrazione. Se ne parla, la stanno affrontando molte aziende, ma non possiamo pensare di traslare i processi sul digitale così come sono. Dobbiamo ripartire con una nuova fiducia nella digitalizzazione della Pa e con una nuova cultura digitale.
È una dinamica che vediamo quotidianamente nelle aziende italiane, la cultura data driven passa dalla necessità di leggere i dati e basare le decisioni aziendali sui dati. Questo è un cambiamento culturale soprattutto perché l'approccio data driven è uno dei più bassi nel mondo in Italia. Il processo deve partire dalla dirigenza per dare il buon esempio».Ripa, a.d. Open Fiber: Italia paese che accelera di più sulle reti
«Il Pnrr identifica nello sviluppo della rete a banda ultralarga un elemento fondamentale per l'effettiva digitalizzazione dei processi e dell'economia: quindi ampio spazio allo sviluppo che abbiamo avviato». Così si è espressa Elisabetta Ripa, amministratore delegato di Open Fiber. «L'Italia ha bisogno di una rete nuova di accesso perché veniamo da anni, decenni in cui l'infrastruttura di accesso ha rappresentato un punto di forza ma per la mancanza di ponti ha perso il vantaggio competitivo posizionando il paese tra gli ultimi in Europa. È così che è nato il progetto Open fiber che ha fatto fare progressi importanti se è vero che oggi siamo il paese coperto al 41% da rete in fibra ottica e il secondo paese in Europa in termini di accelerazione. Siamo secondi dopo la Francia e siamo tra i paesi leader dell'Unione in termini di accelerazione. Avere la disponibilità di una rete abilita una disponibilità e una connettività che per noi in questi giorni di smart working e lockdown è stata fondamentale. Abbiamo bisogno di una fibra ottica perché più membri della famiglia accedono alla rete, abbiamo bisogno di un ‘infrastruttura stabile con performance prevedibile. Abbiamo bisogno di una rete resiliente che garantisca i massimi livelli di sicurezza e questo può essere garantito solo dalle reti in fibra ottica».
Spoletini (Oracle): Cloud abilitatore della transizione digitale
«Oracle ha accelerato un piano di sviluppo di data center un anno fa - ha sottolineato ancora Spoletini -. Era prevedibile che la pandemia avrebbe accelerato la transizione digitale. Il cloud è l'unico abilitatore, l'esigenza è molto sentita dalle aziende. Il challenge delle aziende è gestire la modernizzazione, la chiave è il cloud».
Spoletini (Oracle): Rivoluzione digitale tema pervasivo
«La nostra rivoluzione oggi è quella digitale - ha detto Fabio Spoletini, country manager di Oracle-. Si tratta di un tema molto pervasivo, non è solo legato allo smart working e alla didattica a distanza. Abbiamo sentito parlare anche negli anni scorsi delle necessità di avere il paese cablato a banda larga, ma noi abbiamo bisogno di avere una rete in grado di trasmettere grandi quantità di dati. Abbiamo sfide molto importanti anche in ambito energia dove il digitale è fondamentale nella distribuzione, pensiamo alla sanità dove è fondamentale avere una trasformazione del processo per creare benessere. Il primo pilastro, la condizione necessaria è quella dell'industria della banda larga che diventi pervasiva e che abiliti la trasformazione digitale. Il secondo tema è la sicurezza. Noi non abbiamo un osservatorio chiaro della sicurezza.
Abbiamo bisogno delle competenze digitali, dobbiamo avere gli ingegneri e molti giovani che si avvicinino alle materie Stem. Dobbiamo arrivare a una automazione di processo a cui non siamo abituati»Paolo Gallo, a.d. Italgas: serve coordinamento per i permessi
«Le persone devono avere le competenze per gestire i gas diversi sulla rete, sapere la pressione a cui viene consegnato il gas. La parte più complicata - ha sottolineato Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas - è la transizione di processi affinché questo hardware digitale possa essere gestito.
Siamo presenti in tutta Italia abbiamo una rete di 70mila km, uno dei problemi è la sburocratizzazione nel rapporto con la Pa. Faccio solo un esempio. Per fare un'estensione di una rete di qualche km noi impieghiamo 18 mesi per le autorizzazioni quando servono pochi mesi per i lavori. Serve un coordinamento tra le varie amministrazioni che devono dare i permessi che per noi sono una corsa a ostacoli».Paolo Gallo, a.d. Italgas: soddisfatti per capitolo su biometano
«Siamo molto soddisfatti che nel Pnrr ci sia un capitolo per il biometano - ha detto Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas - perché per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica il biometano è la risposta più prossima che aiuterà in questa transizione. L'unione europea prevede che il peso del biometano possa raggiungere il 20 25%.
La maggioranza di impianti che producono biometano da rifiuti in Europa al 90% è collegato alla rete di distribuzione del gas che è una rete abilitatore incredibile. La presenza delle reti di distribuzione è indispensabile perché ci possa essere uno sviluppo del biometano. Nel parlare di transizione ecologica o energetica, è indispensabile connetterla alla transizione digitale. Bisogna avere una rete digitale perché altrimenti la gestione di questi gas è impossibile».
Nicola Monti (Edison) e l'importanza della governance
«Il Pnrr è un'opportunità preziosa per il sistema Paese, in cui il settore dell'energia gioca la partita più importante agendo da volano per la competitività dell'Italia e favorendo, in partnership con il pubblico, il rafforzamento delle filiere nazionali. Tuttavia — avverte Nicola Monti, amministratore delegato dell'Edison — è fondamentale il tema delle riforme per abilitare quegli investimenti che si tradurranno in un moltiplicatore degli investimenti privati».
Un esempio? «La fast track per i progetti del Pnrr», accenna Monti.
Le riforme, a parere di Monti, devono considerare il tema della governance e della pubblica amministrazione, articolata su tutti i livelli.
È positivo il fatto che quello del Governo sia un piano organico che agli investimenti in progetti industriali accompagna anche l'attenzione al contesto con un piano di assunzioni e riqualificazione di quella pubblica amministrazione che dovrà gestire bandi e iter autorizzativi.
Sulle gare, «massima apertura e competizione fra tutti ad armi pari» è l'auspicio di Monti.
Il Pnrr impone alle aziende di rivedere i piani industriali spostando gli investimenti verso la sostenibilità e la digitalizzazione, e nei suoi investimenti (al 95% rivolti verso l'Italia in cui l'Edison opera) il gruppo di Foro Buonaparte ha una tradizione proprio nella sostenibilità fin dalla nascita («Alcune nostre centrali idroelettriche storiche lavorano da più di cento anni», ha ricordato l'amministratore delegato) e nella scelta di uscire dall’upstream dei giacimenti di idrocarburi; l'Edison fa la sua parte con un piano di investimenti che di fatto riflette l'allocazione dei fondi con il 40% di risorse al Sud, il 30% in transizione ecologica, il 10% in transizione digitale. «Ma non bisogna dimenticare l'importanza della frontiera dell'efficienza energetica», conclude Nicola Monti.Tamburini: «Una sfida europea»
«Una sfida», ha ricordato il direttore del Sole24Ore Fabio Tamburini nel saluto introduttivo; e il Pnrr è una «sfida europea» conferma Marco Buti, capo di cabinetto del commissario europeo agli Affari economici, a colloquio con il giornalista Alberto Orioli. «Il Pnrr è lo sforzo collettivo comunitario anni luce di distanza dalle esperienze precedenti». L’attuazione del piano è prevedibile a partire da luglio e ogni 6 mesi ci sarà il controllo del rispetto del programma e della spesa.
Lucas Guttenberg, dello Jacques Delors Institut di Berlino, ha descritto la percezione dell’Italia vista dall’estero e dall’Europa. Un’immagine «molto positiva», ha commentato. Gli europei ormai sono a favore delle misure che sostengono i Paesi perché i cittadini hanno visto che «questa crisi colpisce tutta l’Europa, tutti i Paesi». Questa nuova coesione fa pensare a una politica fiscale comune che qualche tempo fa pareva impossibile, e l’epidemia ha spinto un’accelerazione delle politiche comuni, ha ricordato l’intervistatore Orioli. «Ci saranno anche altre questioni — dice Guttenberg — come ridurre il budget di spesa dell’Unione europea in alcuni settori, oppure di aumentare il budget in altri settori».
Silvia Merler di Algebris ha accennato ai meccanismi di “volano” agli investimenti privati generato dall’investimento pubblico, da commisurare con i limiti nazionali, i vincoli normativi, il peso fiscale e le altre caratteristiche dell’Italia che rallentano la voglia di investire. Fondamentali per quetso le riforme di lungo periodo, ha ricordato Merler.
Al via alle 9 l’evento del Sole 24 Ore
È cominciato alle 9 il convegno «Recovery Plan, Pnrr: sfide e opportunità per il sistema Italia», in diretta sul sito del Sole 24 Ore. Tra gli ospiti, ministri, imprenditori, manager, esperti e rappresentanti del mondo produttivo che approfondiranno i contenuti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, operazione da complessivi 248 miliardi, tra fondi europei e risorse nazionali, per attuare il programma Next Generation EU.
PER APPROFONDIRE:
• Recovery, fisco, Pa, concorrenza: il calendario delle riforme 2021-2022