Recovery plan: in pole proroga superbonus, Piano 4.0 e meno tasse sul lavoro
Primi progetti per utilizzare la dotemessa a disposizione dall’Europa: piano cashless, copertura 5G, riforma riscossione, bonus produttività e grandi opere: dalla Torino-Lione alla Napoli-Bari
di Marco Rogari
3' di lettura
La proroga di tre anni, dal 2022 al 2024, di superbonus del 110% e sismabonus e quella di 5 anni per il Piano transizione 4.0. L’irrobustimento delle buste paga dei lavoratori detassando gli aumenti retributivi e incentivando la contrattazione di secondo livello. Lo stop all’uso del contante e la riforma della riscossione. E anche sgravi contributivi per le lavoratrici madri, la trasformazione digitale degli ambienti scolastici, l'ammodernamento degli impianti di molitura olive e la messa in sicurezza degli edifici di culto.
Assomiglia a una distesa sterminata la lunga griglia di partenza dei 558 progetti approntati da ministeri e altre strutture dalla quale, al termine della fase di scrematura che è in corso, sarà ricavato il piano italiano da consegnare all’inizio del prossimo anno a Bruxelles per utilizzare i 209 miliardi di euro del Recovery fund. Un piano nel quale saranno centrali gli interventi per la ripresa, come quelli riguardanti le grandi opere, il 5G, la sanità e il “green” e che dovrà essere tarato sulla dote europea a disposizione del nostro Paese.
Cifre iniziali già superate
Molte delle cifre indicate dalle proposte della prima “griglia” sono pertanto già da considerare superate. Come quella “monstre” di 60 miliardi in 5 anni per la proroga e il rafforzamento del piano transizione 4.0. Non a caso il 14 settembre da Torino il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che si appresta a incontrare i sindacati, ha affermato, confermando le anticipazioni del Sole 24 Ore, che nel prossimo quinquennio saranno investiti «27 miliardi di euro sul 4.0», meno della metà di quanto indicato nelle prime proposte. Stabile appare invece il progetto di destinare 30 miliardi in tre anni per la proroga del superbonus, confermata ieri dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, e del sismabonus. Il primo pacchetto-Mise prevede anche la destinazione di 10 miliardi per irrobustire il fondo di garanzia delle Pmi e la nuova Sabatini.
Dello stesso pacchetto fanno parte un credito d’imposta per una produttività sostenibile, una sorta di bonus produttività soprattutto per le Pmi da 5 miliardi in sei anni, la nascita di una Banca pubblica per gli investimenti (2 miliardi di tre anni) e il progetto banda ultralarga, con l'utilizzazione di 5,5 miliardi per estendere la fibra nelle zone grigie (a parziale concorrenza) e di 500 milioni per la copertura delle cosiddette aree bianche.
Riforma ammortizzatori e taglio costo del lavoro
Anche il capitolo lavoro si presenta abbastanza ricco. Nelle intenzioni iniziali del dicastero guidato da Cinzia Catalfo, 4 miliardi in tre anni, dovrebbero essere destinati ai lavoratori facendo leva sulla detassazione degli aumenti retributivi e sull’incentivazione della contrattazione di secondo livello. E lo stesso ministero aveva anche immaginato un piano quadriennale da 10 miliardi, denominato “Una ripresa con il lavoro», per far scattare una consistente riduzione del costo del lavoro. Per l'annunciata riforma degli ammortizzatori sociali è stata stimata una spesa di 10 miliardi in tre anni e altri 11 miliardi, in un biennio, sarebbero necessari per sgravi destinati a facilitare le assunzioni e la tutela delle lavoratrici, le madri in primis.
Decarbonizzazione Taranto e Piano cashless
Numerosi i progetti in ottica “green”, con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che ha sottolineato che «la decarbonizzazione di Ilva sarà tra le priorità del Recovery plan italiano». E dalla sfera Mef arriva, come è noto, anche un Piano cashless, per lo stop all’uso del contante, da 10 miliardi in tre anni. Stessa dote, ma da utilizzare in due anni, per la riforma della riscossione.
Nutrita la gamma di proposte per digitalizzare la Pa e favorire l’e-commerce. Tra gli obiettivi già noti, il pacchetto-Sud, la copertura del 5G in almeno 100 città con una spesa di 2 miliardi e la realizzazione di alcune grandi opere: dai 4,5 miliardi per la ferrovia Palermo-Catania-Messina ai quasi 1,1 miliardi per la Torino-Lione e ai 2,6 miliardi per l’Alta velocità tra Napoli e Bari. Non mancano progetti di portata più limitata. scorrendo la griglia ci si imbatte, tra le varie voci, nel piano nazionale di monitoraggio satellitare da 20 milioni, nella creazione di un impianto domotico per la gestione coordinata degli impianti della Farnesina (13 milioni) e nel progetto “giustizia predittiva” da 7 milioni dell’Avvocatura dello Stato.
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