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Recupera l'oil dopo lo stop all'export russo di carburanti, balza Saras

di Paolo Paronetto

An employee checks sealed oil barrels as they move along a conveyor belt after filling at Royal Dutch Shell Plc's lubricants blending plant in Torzhok, Russia, on Friday, March 21, 2014. Royal Dutch Shell, Europe's largest oil producer, is marketing its first bonds in Europe since 2009 as the cost of borrowing in euros relative to U.S. dollars approaches the lowest in more than five years. Photographer: Andrey Rudakov/Bloomberg

1' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Titoli oil in recupero dopo la recente debolezza, sostenuti dal rialzo dei prezzi del petrolio in scia allo stop alle esportazioni russe di carburanti. Alla vigilia, secondo quanto riferito dall'agenzia Interfax, Mosca ha annunciato un divieto temporaneo alle esportazioni di benzina e gasolio con l'obiettivo di «stabilizzare» e ridurre «i prezzi del carburante sul mercato interno». Il divieto non si applica ai Paesi dell'Unione economica eurasiatica, di cui fanno parte Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan.

«A settembre - spiegano gli analisti di Equita - le esportazioni russe ammontavano in media a circa 600-650mila barili al giorno di diesel», in calo del 30% circa rispetto alla media di agosto. L'export russo, aggiungono gli esperti, «rappresenta circa il 3% dei consumi globali del prodotto». «Riteniamo - concludono - che la notizia abbia implicazioni positive per i titoli più esposti alla raffinazione (e al mix sul diesel) come Saras e Repsol». A Piazza Affari Saras mette a segno una delle migliori prestazioni dell'intero listino. Acquisti anche su Eni, mentre a Madrid è in perdita Repsol.

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