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Red Bull imprendibile a Miami. Alonso ancora primo degli inseguitori. Mercedes in crescita, Ferrari in calo

Il podio di Miami è quindi la replica del Bahrein: Verstappen, Perez, Alonso. Gli unici tre piloti che nelle prime cinque gare hanno raggiunto i tre gradini in quattro delle prove sinora disputate nel 2023.

di Alex D'Agosta

Formula Uno, Verstappen trionfa in Australia

5' di lettura

Formula Uno, Verstappen trionfa in Australia

Verstappen junior sta vivendo un momento d'oro. Auto perfetta e doti da campione sempre più consolidate. Ancora una volta, ieri, si è dimostrato senza pecca, maturo, calcolatore. Nella seconda edizione del Gran Premio di Formula 1 a Miami, location pittoresca ma chiacchierata dai tecnici per alterni problemi prettamente tecnici (il più pesante riguarda gli oli mal dosati nelal preparazione dell'asfalto), dopo aver fatto ‘sfogare' gli altri, il campione in carica degli ultimi due anni ha recuperato posizione su posizione, ha gestito le gomme in modo straordinario, ha ‘ fatto il vuoto', ha stravinto e ha stupito tutti. Senza appello, senza margine di critica. Ormai detta legge come quei rari fenomeni che si sono visti una volta per decennio al massimo: a parità di auto, anche negli Stati Uniti ha ‘bastonato' il compagno di squadra, annientandogli il morale per la supremazia schiacciante. Un’altra delle sue rimonte storiche, come riuscivano bene a Niki Lauda, ma anche a lui: è la settima volta in carriera che rimonta almeno otto posizioni, arrivando sul podio, di cui tre volte, quando ha vinto, con otto, nove e tredici avversari scavalcati.

Red Bull irraggiungibile

Il podio di Miami è quindi la replica del Bahrein: Verstappen, Perez, Alonso. Gli unici tre piloti che nelle prime cinque gare hanno raggiunto gli ambiti tre gradini in quattro delle prove sinora disputate nel 2023.

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Dopo questa Red Bull di Verstappen irraggiungibile, il secondo è Perez, ma con un certo distacco: il figlio di Jos ha letteralmente ostentato una supremazia a tratti deprimente, perché pur partendo nono, ha surclassato il suo compagno Perez, detentore della pole position, dimostrandogli di passarlo anche con gomme hard vecchie di una quarantina di giri. Uno smacco, una prova di forza inaudita che ha pochi precedenti nella storia di questo sport. Verstappen è stato infatti l'ultimo in corsa a cambiare le coperture, perché dal muretto vedevano che riusciva a guadagnare preziosi secondi su tutti, incluso il compagno di box, e così lo hanno fatto rientrare solo nel momento in cui, montate le medie, sembrava poter rischiare il meno possibile per riprendere la leadership.

Infatti è andata proprio così: dopo un cambio necessario a poco più di 10 giri dalla fine, Verstappen è rientrato al secondo posto. Ma in pochi chilometri è riuscito molto in fretta a ripassare Perez. La suspence fra i due c'è stata, ma assai breve: hanno provato a fare show ma alla fine il messicano non è riuscito mai a ‘chiudere' il rivale, dovendo necessariamente evitare ogni pericolo di scontro, e ha dovuto far passare l'agguerrito leader del mondiale. Con grande rammarico perché la vicinanza con il suo Messico indubbiamente rendeva Perez il beniamino della gara in Florida.

Aston Martin all’inseguimento

Ma quindi c'è un team che può riuscire a mettere davvero il bastone fra le ruote alle Red Bull? Al momento no, ma il primo degli inseguitori è inedito rispetto agli ultimi anni: si sta sempre più consolidando nell'Aston Martin. Certo, a guardare la classifica dei costruttori, ormai i 224 punti della squadra di Milton Keynes sembrano già irraggiungibili per gli avversari perché, causa uno Stroll ben poco costante e capace di prendere punti ‘pesanti', il bilancio del secondo team, grazie prevalentemente ad Alonso, è a quota 102. Terza la Mercedes, a 96, con la Ferrari mestamente a 78, poi il ‘vuoto' fino ai 14 della McLaren e della Alpine e gli altri 4 con i punti globali a solo una cifra. In questo scenario, Aston Martin ha letteralmente già fatto un mezzo miracolo per arrivare dov'è, scalzando regolarmente Ferrari e Mercedes in questa iniziale fase di stagione. Di conseguenza, lo si vede bene in tv, Alonso è semplicemente andato in ‘brodo di giuggiole'. Con tanti anni in cui alternava la visione fra il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto nei suoi team, in questa prima gara di maggio l'asturiano era raggiante più che mai. Come un ragazzino, ma al podio 102 della sua lunga carriera, ai massimi livelli ormai da più di venti anni.

I problemi della Ferrari

Tutt'altra storia invece in casa Ferrari, dove regna quella che Vasseur chiama «incostanza senza conoscerne il motivo». Dopo due ritiri (a gare alterne), un settimo e finalmente un doppio podio a Baku, sembrava che Leclerc avesse tirato su la testa e il morale. Ma si sapeva anche che le caratteristiche della pista cittadina azera erano di certo favorevoli alla sua rossa. A Miami, invece, la macchina era tutt'altro che guidabile.

Leclerc faticava addirittura a sorpassare la Haas di Magnussen. E così alla fine, dopo una lotta impari e pure appesantita dalle penalità, sia Russell sia Hamilton si sono messi davanti a Sainz e Leclerc. Le Mercedes, almeno, hanno migliorato le posizioni rispetto alle qualifiche, mentre ciò non è avvenuto per le Ferrari: un aspetto che non aiuta la squadra a trovare qualche spunto positivo su cui lavorare. Oltre ai problemi tecnici, non mancano gli errori umani, questa volta a carico di Sainz: non aveva considerato di aver le gomme troppo usurate e non ha giudicato bene lo spazio di frenata prima della striscia bianca all'ingresso della pit lane, così ha subito una penalità di cinque secondi. E comunque già nello svolgimento della gara non ha retto al passo della Alpine di Ocon per una bella fetta di gara e, verso il finale, nemmeno a un Russell in grande difficoltà.

Nel bilancio di una giornata grigia, non bastano i problemi dell'asfalto: anche la pista ci ha messo un po' di ‘suo' per non rendere la gara ‘mossa' e brillante. Non è bastato ‘ritoccare' due zone DRS su tre, accorciate in controtendenza all'apparenente bisogno di favorire in sorpassi che, invece, sinora nel 2023 sono in forte calo rispetto all'anno scorso a causa delle diverse caratteristiche aerodinamiche delle monoposto. D'altra parte Verstappen la sua rimonta ‘miracolosa' l'ha fatta senza grossi ostacoli: in 15 giri ha recuperato dalla nona posizione alla seconda e poi, piano piano, anche alla prima. In genere, comunque, i sorpassi sono avvenuti solo nella zone Drs: segno di un limite sempre più accettato dalla Formula 1 ma ancora poco ‘digerito' dal pubblico.

Mercedes rischia terza stagione opaca

Si parla sopratutto del calo di prestazioni Ferrari, ma se anche la giornata è andata meno peggio di come era iniziata, anche in casa Mercedes non si sorride più di tanto. La mancanza di competitività, anche per loro, alla lunga è del tutto inaccettabile e se per il prossimo Gran Premio a Imola non fossero in grado di portare una macchina radicalmente rinnovata, c'è il rischio di una terza stagione opaca. Pur se alla fine hanno concluso Miami meglio dei ferraristi, non si possono promuovere a pieni voti né Russell né Hamilton. Il sette volte campione del mondo, prima di questa gara era quarto nella classifica e una migliore prestazione di Sainz avrebbe potuto compromettere il suo posto: invece, per sua fortuna, il gap è aumentato a 12 punti. Per Russell, analogamente, la lotta diretta con l'altro ferrarista risulta vincente: la sfortunata gara di Leclerc lo fa retrocedere da sesto a pari merito a settimo con sei punti di ritardo. Una sofferenza immensa per il monegasco, che aveva chiuso il 2022 al secondo posto. Ma dopo un weekend che lo ha visto scendere in pista il venerdì con nuovi cambio e MGU-K (il terzo a disposizione per il 2023) e un incidente ‘a muro' in Q3 in qualifica, almeno c'è da riconoscere che in gara, pur avendo guidato in mezzo a suoi non abituali rivali, ha portato l'auto sotto la bandiera a scacchi, senza disperdere preziosi punti.

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