Reddito di cittadinanza, chi lo perderà e chi lo conserverà in base alle nuove regole
Sono 404mila i nuclei familiari interessati dal restyling delle norme sul sostegno al reddito deciso dal Governo Meloni
di Andrea Carli
I punti chiave
3' di lettura
La manovra approvata dal governo Meloni porta in pancia nuove regole sul reddito del cittadinanza, bandiera del governo Conte 1 a trazione M5S-Lega, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, considerato “sbagliato” dalla premier Giorgia Meloni. Il restyling va nella direzione di una stretta. Le regole ponte dureranno un anno, permettendo di risparmiare 734 milioni di euro. L'idea della cancellazione immediata del beneficio già dall'1 gennaio 2023, che avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi, è stata alla fine accantonata dall’esecutivo. Nel 2024 arriverà un nuovo sostegno, con un nome diverso, destinato solo a fragili e over 60.
Meloni: alla fine del 2023 reddito abolito per chi può lavorare
«Il Reddito di cittadinanza alla fine del 2023 per chi può lavorare è abolito - ha detto Meloni parlando all’assemblea di Confartigianato, a Roma -, nel 2023 abbiamo scelto di immaginare un periodo transitorio ma abbiamo ristretto i paletti stabilendo il banale principio che alla prima offerta di lavoro che rifiuti ti decade il reddito di cittadinanza, in terzo luogo stabiliamo che se lo prendi devi stare sul territorio italiano, altrimenti c’è qualcosa che non funziona».
Chi lo perderà
I percettori del reddito di cittadinanza considerati “occupabili” (tra i 18 e i 59 anni) avranno il sussidio per i primi otto mesi nel 2023, quindi fino ad agosto compreso. Sarà un sussidio “a tempo”. Dopodiché, terminata questa “soluzione ponte”, alla prima offerta di lavoro congrua rifiutata il reddito sarà tolto.
Si tratta, secondo i dati della relazione tecnica allegata all’articolo della manovra, di 404mila nuclei che già ricevono il reddito. Al milione circa di famiglie che ricevono annualmente il sostegno, vanno infatti sottratti i nuclei in cui è presente un minore, un anziano over 60 o un disabile. E, come annunciato in conferenza stampa da Giorgia Meloni e dalla ministra del Lavoro Marina Calderone, anche una donna in gravidanza.
Inoltre, dall’1 gennaio 2023, data di entrata in vigore della legge di Bilancio, i percettori considerati “occupabili” avranno sei mesi per formarsi, partecipando a corsi di formazione, per essere accompagnati nella ricerca di un posto di lavoro. Per chi non parteciperà alla formazione il beneficio decadrà. Le Regioni dovranno trasmettere all’Anpal gli elenchi delle persone che non rispetteranno l’obbligo di frequenza.
La decadenza dal reddito dopo il primo “no” a un'eventuale offerta congrua di impiego o dopo la mancata partecipazione al corso di formazione delinea l’ennesima stretta, dopo che sotto l’esecutivo Draghi le offerte erano state ridotte da tre a due. La ministra del Lavoro Marina Calderone ha annunciato inoltre una «intensificazione dei controlli».
La stretta
Per la platea dei percettori ”abili al lavoro” il governo Meloni ha voluto dare un segno di discontinuità rispetto al passato. Da misura universalistica di lotta contro la povertà, finanziata dallo Stato, il reddito di cittadinanza diventa sostegno temporaneo finalizzato all’entrata nel mondo del lavoro. L’attuale sistema consente di poter fruire del sostegno praticamente all’infinito anche agli “occupabili”, perché dopo il termine di 18 mesi, trascorso un mese di tregua, attualmente si può continuare a beneficiarne, a meno che si rifiuti la seconda offerta di lavoro congrua (caso raro).
Chi conserverà il sussidio
Nulla cambierà, invece, per i percettori non occupabili. Si tratta dei nuclei al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant'anni di età. E, come annunciato in conferenza stampa da Meloni e Calderoni, anche una donna in gravidanza. Si tratta di 635mila famiglie: per loro il Reddito di cittadinanza continuerà a essere corrisposto fino al 31 dicembre.
Il paletto della residenza in Italia
L'importante è che tutti, occupabili o meno, possano dimostrare, a controlli che si annunciano più serrati, di essere stabilmente residenti in Italia.
La soglia dei 3mila euro per il lavoro stagionale e intermittente
Per rispondere alla carenza di manodopera emersa nei mesi di ripartenza post Covid, in particolare nel settore del turismo e in quello agricolo, viene previsto che il lavoro stagionale e intermittente non concorra alla determinazione del beneficio, nel limite di 3mila euro.
Progetti utili alla collettività
Tutti i percettori - non più soltanto un terzo - dovranno essere impiegati in progetti utili alla collettività.
Valditara, stop Rdc a chi non assolve l’obbligo scolastico
In questo contesto è giunta nelle ultime ore la proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di togliere il reddito a chi non assolve l’obbligo scolastico. «In Italia - ha ricordato - ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia tra i 18 e i 29 anni. Di essi 11.290 possiede solo la licenza elementare o nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media. Noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà».
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