Reddito di cittadinanza, ecco le prossime scadenze per ex beneficiari e percettori
Per gli occupabili dal 1 settembre al via il Supporto per la formazione e il lavoro, gli altri potranno avere il Rdc fino a fine anno
di Giorgio Pogliotti
I punti chiave
4' di lettura
Il 2023 rappresenta l’ultimo anno di vita per il Reddito di Cittadinanza, erogato a partire da aprile del 2019. Potrà essere percepito per tutti e 12 i mesi dalle famiglie con minori, nuclei con persone con disabilità o persone di almeno 60 anni. Per i restanti nuclei la durata è di 12 mesi solo se risultano presi in carico dai servizi sociali in quanto considerati “non attivabili al lavoro”. La legge di Bilancio ha introdotto il limite di sette mesi complessivi di fruizione per il 2023 per i nuclei in cui non sono presenti minori, persone con disabilità e persone di età pari o superiore ai 60 anni, e che non sono stati presi in carico dai servizi sociali.
Vediamo le principali scadenze per i percettori, o per gli ex percettori del Reddito di cittadinanza e le date di avvio delle nuove misure messe in campo dal Governo in sostituzione del Rdc (Supporto per la formazione e il lavoro e Assegno di inclusione).
1 settembre 2023: via al Supporto per la formazione e il lavoro
I beneficiari del Rdc attivabili al lavoro, che siano stati indirizzati ai Centri per l’impiego, possono accedere dal 1° settembre al Supporto per la formazione e il lavoro, a condizione che siano soddisfatti i requisiti d’accesso: devono avere tra 18 e 59 anni, un Isee che non supera 6mila euro e un reddito familiare entro 6mila euro moltiplicati per la scala di equivalenza Isee.
Se alla data di sospensione del Rdc sono già stati convocati dai Centri per l’impiego e hanno sottoscritto un Patto di servizio - anche nell’ambito del Programma di politiche attive Gol -, potranno ottenere 350 euro mensili per un massimo di 12 mesi (non prorogabili) se è in corso la partecipazione ad una misura di politica attiva del lavoro, come la frequenza di un corso di formazione o l’inserimento in una misura di accompagnamento al lavoro. Se invece i beneficiari non sono stati ancora convocati dai Centri per l’impiego, potranno chiedere la convocazione per la presa in carico, che avviene con un colloquio di valutazione e di indirizzamento nel percorso di politica attiva più appropriato. Dopo aver sottoscritto il Patto di servizio, partecipando a misure di politica attiva, i beneficiari potranno ottenere il Supporto per la formazione e il lavoro.
Tra le attività che danno diritto all’indennità ci sono la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro, il servizio civile universale e i progetti utili alla collettività.
Per accedere all’indennità non devono avere i requisiti per richiedere l'Assegno di inclusione o, se appartenenti a nucleo beneficiari dell’Assegno, devono risultare esclusi dalla scala di equivalenza usata per calcolare il beneficio spettante e dagli obblighi di attivazione dell'Assegno.
31 ottobre 2023: la comunicazione all’Inps dei servizi sociali
In presenza di particolari criticità e fragilità legate alla sfera del disagio psico-sociale, rilevate in sede di primo colloquio che denotano un bisogno socio-assistenziale e che non consentono l’avvio di un percorso di inserimento lavorativo - pensiamo ad esempio al caso di un tossicodipendente - il Centro per l’impiego potrà valutare di non proporre la sottoscrizione di un Patto di servizio e indirizzare l’interessato ai servizi sociali per la eventuale presa in carico. In questo caso si potrà continuare a fruire del Reddito di cittadinanza fino a dicembre 2023: a condizione, però, che la presa in carico avvenga entro il 31 ottobre 2023. I servizi sociali entro il termine di sette mesi, non oltre il 31 ottobre 2023, devono comunicare all’Inps l'avvenuta presa in carico per il tramite della piattaforma GePI.
31 dicembre 2023 finisce il Reddito di cittadinanza
I “non attivabili al lavoro” possono beneficiare del Reddito di cittadinanza fino alla fine di dicembre 2023. Per le famiglie con minori, le persone con disabilità o persone di età pari o superiore ai 60 anni nel 2023 il Reddito di cittadinanza scade il 31 dicembre 2023, anche se non è avvenuta la presa in carico. Coloro che sono stati presi in carico dai servizi sociali entro il settimo mese di fruizione del beneficio, con comunicazione all’Inps entro 31 ottobre 2023, continueranno a ricevere il Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023.
1 gennaio 2024: debutta l’assegno di inclusione
L'assegno di inclusione può essere richiesto in modalità telematica all’Inps e sarà riconosciuto dal 1 gennaio 2024 ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente con disabilità, minorenne, con almeno 60 anni di età, in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. Tra i requisiti: il richiedente deve essere residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo. Non essere sottoposto a misura cautelare personale o a misura di prevenzione; non avere sentenze definitive di condanna o un “patteggiamento” nei 10 anni precedenti la richiesta. Il nucleo familiare del richiedente deve essere in possesso congiuntamente di Isee non superiore a 9.360 euro; un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di 6mila euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
L’Assegno è composto da un’integrazione del reddito familiare fino a 6mila euro annui (7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza), moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. A tale importo, può essere aggiunto un contributo per l’affitto dell’immobile dove risiede il nucleo fino ad un massimo di 3.360 euro annui (1.800 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza). Il beneficio è erogato al massimo per 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi.
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