ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùWelfare e politiche attive

Reddito di cittadinanza, tra gli “occupabili” meno di 1 su 5 lavora

Secondo l’Anpal il 18,8% dei percettori in grado di lavorare ha un impiego. Solo il 42,5% si è presentato al centro per l’impiego per sottoscrivere il Patto

di Giorgio Pogliotti

Fico: "Reddito cittadinanza ha aiutato tante persone. Misura importante, va migliorata e rafforzata"

4' di lettura

Meno di un quinto dei percettori del reddito di cittadinanza “occupabili” ha un posto di lavoro: il 18,8%. A sottoscrivere il patto per il lavoro presso il centro per l’impiego, il primo passaggio di politica attiva, si sono presentati meno della metà (42,5%) di quanti erano tenuti a farlo. Sono i numeri che emergono dal monitoraggio di Anpal, che non riguarda l’intera platea di beneficiari del Rdc che al 30 giugno era di un milione di nuclei familiari con 2,3 milioni di persone, tra i quali la gran parte è destinataria solo del sostegno al reddito, ma si focalizza sui 920mila percettori considerati in grado di lavorare.

Tra i 920mila beneficiari del Reddito di Cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro, in 660mila (71,8%) sono stati ritenuti “occupabili” e dunque soggetti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro. La differenza tra i due numeri dipende dal fatto che una volta convocati nei centri per l’impiego, dal primo colloquio una quota di percettori del Rdc è stata esonerata dagli obblighi di condizionalità (7,3%), un’altra rinviata ai servizi sociali (2,1%).

Loading...

Il 57,5% non si è presentato al centro per l’impiego per firmare il Patto

Ma tra i 660mila la quota di utenti presi in carico, ovvero che hanno sottoscritto il Patto (o sono comunque impegnati in esperienze di tirocinio extracurricolare) è pari a poco più di 280 mila (+42,5%), con un'incidenza minore nelle regioni meridionali. Vale a dire che in 380mila (57,5%) non si sono presentati all’appello nel centro per l’impiego per collaborare con l'operatore addetto alla redazione del bilancio delle competenze e rispettare gli impegni previsti (accettare almeno una di due offerte di lavoro congrue).

In 173mila occupati pur percependo il reddito di cittadinanza

Non vi è alcuna evidenza che per i 173mila che lavorano (18,8%), l’occupazione sia stata trovata grazie ai servizi offerti dal centro per l’impiego, o per altri canali (relazioni parentali, amicizie). Si tratta comunque di woorking poor, perché per percepire il Rdc bisogna avere un reddito familiare inferiore a 6mila euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza (che si calcola in base al numero di componenti del nucleo familiare), la soglia del reddito è elevata a 9.360 euro se il nucleo familiare risiede in una abitazione in affitto.

Al Nord e al Centro gli occupati sono il 31% e il 27%

Quanto alla platea dei beneficiari del Rdc occupati, la maggiore incidenza si registra nelle regioni centro settentrionali, con valori compresi tra il 27% e il 31%, rispetto al 18,6% delle regioni del sud e il 16,7% delle isole. Un dato, peraltro, in linea con l’andamento del mercato del lavoro nelle rispettive aree geografiche. Tra gli occupati, il 53,5% ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o in apprendistato e il 39,2% a tempo determinato. L'incidenza degli occupati con contratti a termine supera il 55% per gli under 30. Quasi il 95% dei beneficiari occupati svolge attività che richiedono competenze basse e medio basse.I soli beneficiari soggetti al Patto per il lavoro, in prevalenza risiedono al sud (48,3%), in Campania e Sicilia, le due regioni con la percentuale più alta di percettori, con valori rispettivamente del 25,6% e del 21,6%. Tutte le altre regioni esprimono valori al di sotto del 10%.

Il 73% degli “occupabili” non ha lavorato nel triennio precedente

Il problema è che gran parte dei percettori del sussidio pur essendo considerati “occupabili”, non sono considerati appetibili dalle imprese ed avrebbero un gran bisogno di partecipare a corsi di formazione per qualificarsi o aggiornare le competenze. Nel 73% dei casi i beneficiari soggetti al Patto per il lavoro non hanno mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione nei 36 mesi precedenti il 30 giugno 2022. Il 70,8% ha al massimo un titolo di scuola secondaria inferiore e solo il 2,8% un titolo di livello terziario, mentre un quarto ha un diploma di scuola secondaria superiore.

Percettori in calo rispetto al 2021

Rispetto alla precedente rilevazione del dicembre 2021, si è registrata una diminuzione sia del totale dei beneficiari del Reddito di cittadinanza che di quelli in carico ai servizi per il lavoro pari a 273 mila individui (-23%). Questa contrazione è dovuta all’elevato flusso di beneficiari che sono usciti dalla misura (poco meno di 534mila) che solo in parte è stata compensata dagli ingressi (251 mila). La riduzione dei percettori è più accentuata al Nord Ovest: la gran parte degli individui (61%) è uscita perché ha raggiunto il limite massimo dei 18 mesi (oltre il quale la misura è prorogabile). Per circa un terzo la domanda è “decaduta” (35%), presumibilmente perché hanno perso il diritto all’integrazione al reddito perché sono cambiate le condizioni reddituali del nucleo familiare di appartenenza.

In 40mila hanno perso il Rdc perché lavorano con redditi oltre soglia

Tra gli 86mila che sono decaduti il 27,4% è uscito perché hanno trovato una nuova occupazione, quota che sale al 47,1% considerando anche i beneficiari che appartengono a un nucleo familiare in cui almeno un componente ha una nuova occupazione. Anche relativamente a questo dato, nessun’indagine è stata fatta per capire se per i circa 40mila che avendo trovato un lavoro hanno superato il limite reddituale per avere diritto al Rdc, l’occupazione è stata trovata grazie alle politiche attive del lavoro dei centri per l’impiego regionali. Per il restante 4% degli usciti, il sussidio è stato revocato per l'insussistenza dei requisiti previsti.

Tra i percettori, 6 su 10 sono nuovi ingressi

Quanto agli ingressi, il 63,5% sono nuovi percettori del sussidio, mentre per il 36,5% sono rientrati dopo aver presentato una nuova domanda. Tra i beneficiari entrati per la prima volta o rientrati, uno su due non ha avuto alcuna esperienza lavorativa alle dipendenze o in para-subordinazione negli ultimi tre anni.


Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti