Reddito di cittadinanza, smart working e stranieri: ecco come cambia il mondo del lavoro nel 2023
Sono tante le novità che interessano il mondo del lavoro a partire da questo inizio 2023, a seguito delle novità introdotte dal governo con i provvedimenti dell’ultima parte del 2022
di Andrea Marini
3' di lettura
Reddito di cittadinanza, taglio del cuneo contributivo, rifinanziamenti delle cassa integrazione, smart working e stranieri. Sono tante le novità che interessano il mondo del lavoro a partire da questo inizio 2023, a seguito delle novità introdotte dal governo con i provvedimenti dell’ultima parte del 2022, dalla legge di Bilancio fino al decreto Milleproroghe.
Esonero contributivo e taglio del cuneo
Per chi assume stabilmente donne svantaggiate, under36 e percettori del reddito di cittadinanza c’è un esonero contributivo totale fino a 8mila euro. Confermato per i redditi fino a 35mila euro il taglio del cuneo fiscale di due punti percentuali, che sale a 3 per redditi fino a 25mila euro.
Smart working
In tema di lavoro agile, per i lavoratori fragili, sia nel pubblico che nel privato, è prorogato fino al 31 marzo lo smart working. Questa tutela viene meno per i lavoratori con figli under 14, per cui valgono ora solo gli eventuali accordi sindacali sottoscritti.
Reddito di cittadinanza
Per gli “occupabili” il reddito di cittadinanza nel 2023 resta solo per 7 mensilità e decade dopo il primo rifiuto ad un’offerta anche non “congrua”. Per i 18-29enni che non hanno finito la scuola dell’obbligo è subordinato alla frequenza di corsi formativi. La quota dell’assegno destinata all’affitto sarà pagata direttamente ai proprietari.
Cassa integrazione
La manovra stanzia 250 milioni di euro, la gran parte dei quali (179 milioni) per rifinanziare nel 2023 gli ammortizzatori sociali. Sono previsti cinque interventi.
Con il primo, si mettono ulteriori 70 milioni di euro a beneficio delle imprese in un’area di crisi industriale complessa.
Si stanziano poi 50 milioni per prorogare l’integrazione salariale per crisi aziendale, finalizzata alla gestione degli esuberi di personale.
Con il terzo intervento si rifinanzia il sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese del Gruppo Ilva (19 milioni).
Con altri 30 milioni di euro per l’anno 2023 si rifinanzia l'indennità onnicomprensiva, pari a trenta euro, per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima.
Con il quinto si stanziano 10 milioni per finanziare le misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti dalle imprese del settore dei call center. Previsti anche 150 milioni per il 2023 per introdurre una indennità di discontinuità a favore dei lavoratori dello spettacolo.
Cassa integrazione nel trasporto aereo
Il Milleproroghe interviene per tutelare un asset strategico di assoluto rilievo e particolarmente esposto all’attuale crisi economico-finanziaria quale è il settore del trasporto aereo. In particolare, si salvaguarda il livello reddituale dei lavoratori interessati dal trattamento di cassa integrazione straordinaria (Cigs). In dettaglio, le domande di accesso alla prestazione integrativa del trattamento di Cassa integrazione guadagni straordinaria, presentate tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2022, dalle aziende rientranti nel campo di applicazione del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, sono considerate validamente trasmesse anche se pervenute oltre il termine di decadenza.
Lavoratori stranieri
Il Milleproroghe estende per l’anno 2023 la disposizione in materia di semplificazione delle procedure di rilascio dei nulla osta al lavoro per cittadini non comunitari. In particolare, viene estesa al 2023 la competenza dei professionisti in materia e alle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale per la verifica dei requisiti concernenti l’osservanza delle prescrizioni del contratto collettivo di lavoro e la congruità del numero delle richieste presentate. Il nuovo decreto flussi, poi, prevede che il prossimo anno potranno entrare in Italia 82.705 lavoratori stranieri.
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