Redfall, poca personalità e coraggio. L’ammazza-vampiri funziona solo in compagnia
La modalità in cooperativa diverte mentre la missione single player non sorprende mai. Gli sparatutto con trama sono ancora in cerca di autore.
di Luca Tremolada
I punti chiave
2' di lettura
Gli sviluppatori di Arkane Studios sono bravi, sono tra i pochi che sanno come si raccontano storie con i videogiochi. Sono quelli di Prey e Dishonored. Con Redfall (Pc e Xbox) si sono misurati con un mondo aperto di ambientazione vampiresca. Probabilmente gli hanno chiesto di mettere insieme una bella storia di vampiri dentro una meccanica di gioco superpop come quella degli sparatutto in soggettiva. Che è un po’ come dire fammi Game of Thrones ma per TikTok. Alto e basso insieme. Una cosa per tutti, per giovani e vecchi. Ecco, l’operazione Redfall (in esclusiva su Xbox Series X|S, su PC e su GamePass) non è del tutto riuscita. La trama non appassiona, i vampiri sono troppo “cartonati” e privi di personalità, la mappa è un po’ spoglia e le meccaniche del gioco non aggiungono molto a quanto visto finora. Paradossalmente, funziona più la modalità din cooperativa (massimo tre amici) che quella in single player. Insieme è sicuramente più piacevole.
Cosa ci è piaciuto.
Redfall può essere giocato da soli oppure insieme a un massimo di tre amici. Ecco in compagnia è leggerone, mai frenetico e adatto a tutte le età. Non è Call of Duty e neppure Destiny. Dentro al Game Pass ha senso e valorizza l’abbonamento. Da solo lascia un po’ a desiderare.
Cosa non ci è piaciuto.
Buona l’idea di seminare scritti e oggetti strani ma dopo un’ora non leggi più nulla e arraffi tutto dalla carta igienica agli orsacchiotti senza soffermarti più di tanto. Il problema non è lo sparatutto. Deathloop era interessante e avvincente ma la meccanica di gioco che annoia. Dopo due ore pensi già di avere capito tutto. E sembra che tutto si ripeta. Devi avere pazienza e andare avanti fino alla seconda mappa prima di cominciare a divertirti.
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