Consulta, inammissibile referendum su eutanasia perché non si tutela vita umana
La Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, «a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili»
I punti chiave
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La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dall’Associazione Coscioni e appoggiato da una serie di associazioni che chiede di depenalizzare l’omicidio del consenziente. In attesa del deposito della sentenza sull’eutanasia, l’Ufficio comunicazione ha fatto sapere che la Consulta ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, «a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».
In primavera non si voterà dunque sul referendum sull’eutanasia. Mentre è attesa per mercoledì 16 febbraio la pronuncia sugli altri sette referendum: uno riguarda la depenalizzazione della cannabis - che vede tra promotori ancora l’Associazione Coscioni con +Europa, Radicale Italiani, Possibile, Potere al popolo e Prc e una lunga serie di associazioni - gli altri sono tutti sulla giustizia.
Eutanasia:Cappato,brutta notizia, avanti con altri strumenti
Immediati i commenti. «Questa per noi è una brutta notizia - ha detto Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, dopo la notizia arrivata dalla consulta sull’inammissibilità del Referendum per l’eutanasia legale -. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina». «Non me lo aspettavo - è stato il commento di Mina Welby -. Dalla Corte costituzionale mi è arrivata una stilettata al cuore. Sono senza parole e molto triste. Sto pensando a cosa poter fare, vorrei portare avanti l’eredità di mio marito perché era lui che voleva una buona legge sul fine vita. Ora voglio far pressione sui parlamentari perché la legge su cui stanno lavorando diventi una buona legge, che includa tutte le persone che ne avranno bisogno». Plaude invece Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia: «La Corte Costituzionale ha respinto con forza il “populismo bioetico” dei Radicali, che hanno tentato di portare l’eutanasia in Italia con un referendum sull’omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso. Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere».
Da Salvini a Letta, le reazioni politiche
Reazioni anche dalle forze politiche. «Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini. «La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull’ eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa», ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta. Mentre il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni ha ricordato che «l'inammissibilità del quesito referendario sull'eutanasia legale è una pessima notizia per oltre 1 milione di cittadini che l'avevano proposto e soprattutto per chi aspetta da tanto tempo di vedersi riconosciuto il diritto ad un fine vita dignitoso, ed è oggi abbandonato nella sofferenza. Ora la battaglia di civiltà deve continuare nel Paese, e in quelle aule parlamentari che colpevolmente non l'hanno mai voluto affrontare».
Ecco gli 8 i quesiti alla Consulta per l’ammissibilità:
Eutanasia
L’obiettivo del quesito referendario era depenalizzare l’omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale con la reclusione da 6 a 15 anni. Con alcune eccezioni: resta un reato se si tratta di un minore e in questo caso si applicano le pene previste per l’omicidio. La Corte costituzionale l’ha ritenuto inammissibile.
Cannabis
Si chiede di cancellare le pene per chi coltiva cannabis (carcere da 2 a 6 anni e multa da 26mila a 260mila euro) e la sanzione amministrativa della sospensione della patente.
Legge Severino
Abolire l’intero Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità, uno dei decreti attuativi della legge, è la richiesta di Lega e Radicali. Il che significa eliminare le norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo e italiano e alle elezioni regionali, provinciali e comunali di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati. E soprattutto l’articolo 11, che prevede per gli amministratori locali la sospensione, dopo la condanna di primo grado per alcuni reati.
Custodia cautelare
Cancellando una parte dell’articolo 274 del codice penale, si vuole ridurre l’ambito dei reati per i quali è consentita l’applicazione delle misure cautelari e in particolare della carcerazione preventiva: via il finanziamento illecito ai partiti e via i reati puniti con la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, a meno che non ricorra il pericolo di fuga dell’indagato o di inquinamento delle prove.
Separazione delle carriere
Non permettere più il cambio di funzioni tra giudici e pm e viceversa nella carriera di un magistrato è lo scopo del referendum. Oggi sono possibili 4 passaggi, che diverranno due con la riforma.
Consigli giudiziari
Consentire il voto degli avvocati che siedono nei Consigli giudiziari anche sulle valutazioni di professionalità dei magistrati, è lo scopo dei referendari. Lo prevede già la riforma della ministra Cartabia, ma solo se il Consiglio dell’Ordine abbia segnalato comportamenti scorretti da parte del magistrato che si deve valutare
Responsabilità civile diretta dei magistrati
Cancellando parte delle norme attuali si vuole introdurre la responsabilità civile diretta dei magistrati per gli errori giudiziari. Oggi è lo Stato che si risarcisce i cittadino che abbia subito un ingiusto danno e poi si rivale sul magistrato.
Elezioni del Csm
Il quesito propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura va sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori. L’obiettivo è arrivare a candidature individuali libere, già previste nella riforma Cartabia.
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