Regionali: Bonaccini-Borgonzoni e Santelli-Callipo, scontri a due per il voto del 26 gennaio
Stefano Bonaccini (Pd) e Lucia Borgonzoni (Lega) correranno in Emilia Romagna per centrosinistra e centrodestra. Jole Santelli (Fi) e l’imprenditore del tonno Pippo Callipo (centrosinistra) si sfideranno in Calabria
di Andrea Marini
4' di lettura
Il governatore uscente Stefano Bonaccini (centrosinistra) contro Lucia Borgonzoni, fedelissima di Matteo Salvini, in Emilia Romagna. Jole Santelli (centrodestra), scelta da Silvio Berlusconi in persona, se la vedrà contro l’imprenditore del tonno Pippo Callipo (centrosinistra) in Calabria. La sfida per le regionali del 26 gennaio avrà sì una valenza nazionale (soprattutto in Emilia Romagna), ma alla fine i cittadini del territorio dovranno scegliere tra queste figure chiave chi li governerà per i prossimi 5 anni.
Bonaccini, una carriera nel partito
Quella di Stefano Bonaccini, governatore uscente dell’Emilia Romagna, è la classica carriera dell’uomo di partito che ha fatto tutta la gavetta nelle istituzioni locali. Nato a Modena nel 1967, è stato segretario provinciale della Sinistra giovanile, segretario provinciale del Pd, fino a diventare segretario regionale nel 2007 a sostegno di Pier Luigi Bersani. Il suo percorso nelle istituzioni inizia come assessore nel comune di Campogalliano. Poi è diventato consigliere comunale a Modena fino ad essere eletto consigliere regionale in Emilia Romagna.
Da Bersani a Zingaretti
Bonaccini è stato prima sostenitore di Pier Luigi Bersani, quando quest’ultimo è diventato segretario del Pd. Poi è passato ad appoggiare Matteo Renzi, quando l’ex sindaco di Firenze ha preso le redini del partito. Per ultimo ha dato il suo sostegno al neosegretario dem Nicola Zingaretti, che lo ha sostenuto fortemente nella sua ricandidatura.
La difesa del fortino emiliano
Stefano Bonaccini avrà ora il compito di difendere il fortino emiliano dagli assalti del centrodestra a guida leghista. Da una parte più contare sulla sua popolarità (un sondaggio Swg di fine novembre lo dava come governatore più apprezzato dopo il veneto Luca Zaia). Tuttavia nulla è scontato: già la sua vittoria nel 2014 era stata caratterizzata da un forte astensionismo. Senza considerare che alle politiche 2018 il centrodestra aveva superato in regione il centrosinistra e alle europee 2019 la Lega aveva superato il Pd.
Borgonzoni, fedelissima di Salvini
Lucia Borgonzoni, bolognese del 1976, inizia giovanissima la militanza nella Lega, tesserandosi all’età di 16 anni, Viene eletta consigliere provinciale e poi consigliere comunale a Bologna. In occasione delle regionali 2014, durane la campagna a favore del leghista Alan Fabbri (oggi sindaco di Ferrara) viene schiaffeggiata da una sinti nella visita al capo nomadi di via Erbosa (la sinti verrà condannato in primo grado a 20 giorni di reclusione). Salvini la sceglie per la sua grinta come candidata del centrodestra alle comunali del 2016 a Bologna. Borgonzoni riesce solo a portare il sindaco uscente Virginio Merola al ballottaggio, dove verrà sconfitta.
La nomina a sottosegretario
La sconfitta a Bologna non ferma la carriera di Borgonzoni: nelle politiche del 2018 viene eletta al Senato nel collegio plurinominale Emilia Romagna 01. Quando parte il governo gialloverde, il leader della Lega la vuole nella compagine: a lei viene affidata la carica di sottosegretario ai Beni culturali (carica che lascerà una volta che Salvini decide di staccare la spina all’esecutivo Conte 1).
VIDEO: I cinquestelle correranno da soli in Emilia Romagna e Calabria
Santelli, vicina a Berlusconi dal 1994
Nata a Cosenza nel 1968, Jole Santelli, fedelissima di Silvio Berlusconi, avrà il compito di strappare la regione Calabria al centrosinistra. Iscritta in Forza Italia da subito, nel 1994, avvocato, ha iniziato collaborando con l’ufficio legislativo di Fi al Senato. Nel 2001 viene eletta alla Camera nella circoscrizione Calabria. Entra nel dicastero chiave della Giustizia, come sottosegretario, sia nel secondo che nel terzo governo Berlusconi. Nella difficilissima partita delle politiche 2013, il Cavaliere la vuole come capolista al Senato in Calabria. Eletta a Palazzo Madama, con la nascita del governo Letta diventa sottosegretario al Lavoro, carica che ricopre fino a dicembre 2013, quando Fi passa all’opposizione.
La candidatura in Calabria
Santelli diventa coordinatrice di Fi in Calabria, nonché vicesindaco e assessore alla cultura di Cosenza, a fianco del sindaco Mario Occhiuto (Fi). Santelli, nel 2018 rieletta alla Camera sempre in Calabria, appoggia la candidatura dello stesso Occhiuto a presidente della Regione. Tuttavia, lo stop della Lega portano Berlusconi a mettere sul tavolo il nome della sua fedelissima. L’impasse si sblocca e tutto il centrodestra si ricompatta a fianco di Jole Santelli.
Callipo, il “re del tonno”
Il centrosinistra, dopo che il Pd ha chiesto al governatore uscente Mario Oliverio di fare un passo indietro, punta ora tutto sul candidato civico Pippo Callipo. Imprenditore alla guida di un gruppo da più di cento anni attivo nell’industria del tonno doc, Callipo sembrava al Pd il nome giusto per portare avanti in regione una intesa con i 5 stelle. Tanto più che Callipo in un primo momento era stato accostato proprio al movimento di Di Maio. Poi non se ne è fatto nulla. L’imprenditore, che è stato presidente di Confindustria Calabria dal 2001 al 2006, non è alla sua prima esperienza politica. già nel 2010 si era candidato presidente della Calabria, sostenuto da 80 associazione della società civile, Italia dei Valori e lista Pannella-Bonino: era arrivato terzo con il 10%.
APPROFONDIMENTI:
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