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«A Roma i grandi eventi devono diventare un fatto quasi quotidiano. Roma è una grande città e per natura è portata ad ospitare i grandi eventi. Regione e Comune dovrebbero creare una struttura permanente per questi appuntamenti». Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma, è convinto che la capitale si troverà per i prossimi dieci anni di fronte a una opportunità di sviluppo che nel passato recente non ha mai avuto. Ci sarà il Giubileo del 2025, il bimillenario per la morte di Gesù nel 2033. In mezzo poi ci potrebbe essere l’Expo 2030 (per la cui aggiudicazione Tagliavanti si dice fiducioso). In questa congiuntura favorevole il nuovo presidente della Regione dovrà prepararsi «ad affrontare le urgenze numerose e imprevedibili che arriveranno, e il sistema istituzionale dovrà dimostrarsi flessibile per cogliere tutte le opportunità che si presenteranno. In sostanza, la Regione dovrà essere un maestro d’orchestra in grado di usare tutte le numerose leve economiche che ha per potenziare lo sviluppo e affrontare le difficoltà».
La riforma di Roma capitale
Il Lazio resta un territorio atipico, con la capitale che vale il 75% dell’economia regionale. «In Italia non c’è nessuna altra regione con questa sproporzione», dice il presidente della Camera di commercio. «Ma è anche vero – aggiunge – che Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti sono legate a Roma da quattro cordoni ombelicali: se Roma cresce, crescono anche gli altri territori. Per questo è così importante dotare la capitale di uno status più efficiente. In questo modo ci sarà un impatto positivo su tutto il resto del territorio». D’altronde il dibattito sui poteri di Roma capitale è ormai avviato, sia a livello nazionale che regionale (uno degli ultimi atti della giunta Zingaretti è stato proprio quello di devolvere più poteri a Roma, a partire dall’urbanistica). «Ci sono due opzioni: concedere più poteri e risorse a Roma capitale, considerando quest’ultima circoscritta solo all’area metropolitana, oppure estenderla a tutta la regione. Si può prendere in considerazione anche questa ipotesi».
La crisi dei rifiuti
E che Roma abbia bisogno di uno status ad hoc come le altre capitali europee lo dimostra proprio la vicenda dei rifiuti: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri potrà costruire il nuovo termovalorizzatore grazie ai poteri speciali concessi dal governo, che gli permetteranno di bypassare il piano rifiuti della Regione (che non prevede impianti di questo tipo). «Il 75% delle imprese romane è favorevole al nuovo termovalorizzatore – spiega Tagliavanti – un impianto che ci permetterà di risolvere un problema che ci trasciniamo da 20 anni. È l’impianto del futuro? No, ma ci permette di recuperare il ritardo che abbiamo accumulato e programmare adeguatamente il futuro per i prossimi 20 anni. Con la Regione c’è da costruire un ciclo dei rifiuti più sostenibile dal punto di vista ambientale. Gli studi – conclude – ci dicono che questo si può fare con un termovalorizzatore».
Il sostegno alle imprese
Nell’immediato, la Regione, per il presidente della Camera di commercio, dovrà intervenire a sostegno delle imprese che ancora non si sono riprese dalla crisi pandemica e ora devono affrontare anche il caro delle materie prime. «Il cosiddetto commercio tradizionale – spiega – è in grande difficoltà, avendo minore capacità di adattamento alla forte spinta delle nuove tecnologie, che cambiano anche gli orientamenti dei consumatori. Qualche segnale positivo c’è, soprattutto grazie alla ripresa del turismo nel centro di Roma. Per questo la Regione dovrà valorizzare i centri storici con piani di riqualificazione in grado di attrarre il commercio di qualità». Inoltre, spiega Tagliavanti, «ora la Regione ha la possibilità anche di ridurre il peso del fisco. La sanità è in condizione di essere resa più efficiente ed efficace, rendendo compatibile con i conti in ordine un abbassamento dell’Irpef regionale». In questo scenario non può mancare un appello per superare il gap infrastrutturale. «Rispetto al passato – spiega il numero uno della Camera di commercio – le risorse ci sono. Il problema è la capacità realizzativa e le competenze necessarie per accelerare le procedure. Le infrastrutture di Roma tengono legato il paese, non solo da Nord a Sud, ma anche da Est ad Ovest. Pensiamo al porto di Civitavecchia, con il Mediterraneo responsabile del 30% dei commerci mondiali».
Gli scenari futuri
«Dopo la pandemia – spiega Tagliavanti – la nostra economia ha ritrovato una certa brillantezza. Ovviamente ci sono incertezze, ma allo stato attuale prevediamo un +0,5% per il Lazio, tre punti in meno della crescita del 2022, ma comunque un trend positivo, di poco superiore al valore italiano. Ad andare bene è l’edilizia, non solo per il superbonus. Il manifatturiero, pur con un peso inferiore ad altre regioni, vede una crescita importante delle vendite all’estero. Anche i servizi alla persona e alle imprese si stanno riprendendo. Il commercio – conclude –, soprattutto quello tradizionale, è l’unico settore che soffre ancora».
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