Regno Unito, l’ex premier Boris Johnson si dimette dal Parlamento
Pesa il sospetto che abbia mentito alla Camera dei Comuni sul suo comportamento in relazione ai festini a Downing street nel corso del lockdown
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L’ex primo ministro britannico, Boris Johnson, si dimette da parlamentare con effetto immediato, facendo scattare le elezioni suppletive nel suo seggio. A mettere a rischio il futuro politico di Johnson inducendolo a lasciare l’incarico elettivo è stata un’inchiesta parlamentare che sta indagando se l’ex premier abbia o meno ingannato la Camera dei Comuni quando ha rivendicato il pieno rispetto delle norme di restringimento sociale durante la fase acuta della pandemia in Gran Bretagna.
“È molto triste lasciare il Parlamento, almeno per ora”, ha dichiarato Johnson in un comunicato. “Sono stato costretto ad andarmene da un piccolo manipolo di persone, senza alcuna prova a sostegno delle loro affermazioni, e senza l’approvazione nemmeno dei membri del Partito conservatore, per non parlare dell’elettorato in generale”. Il Comitato parlamentare per i privilegi avrebbe potuto raccomandare la sospensione di Johnson dal parlamento per più di 10 giorni se avesse riscontrato che ha ingannato il Parlamento in modo incauto o deliberato, fin merito al suo comportamento durante il cosiddetto “Partygate”.
Contro il pregiudizio del Comitato per i privilegi
L’ex primo ministro, il leader politico che ha guidato il Regno Unito nel lungo addio all’Unione Europea, ha dichiarato di aver ricevuto una lettera dal Comitato per i privilegi “che chiarisce - con mio grande stupore - che sono determinati a usare il procedimento contro di me per cacciarmi dal Parlamento”.
Johnson - la cui premiership si è interrotta inaspettatamente a causa della rabbia del suo stesso partito e di tutta la Gran Bretagna per le feste ospitate nel suo ufficio e nella sua residenza di Downing Street nel corso del lockdown causato dalla pandemia in violazione delle norme anti-Covid - ha accusato il Comitato di agire come “la definizione stessa di un tribunale di canguri”.
Nessuna bugia deliberata
“La maggior parte dei membri della commissione - soprattutto il presidente - aveva già espresso commenti profondamente pregiudizievoli sulla mia colpevolezza prima ancora di aver visto le prove”, ha dichiarato Johnson. “A posteriori, sono stato ingenuo e fiducioso nel pensare che questo procedimento potesse essere anche solo lontanamente utile o equo”, ha poi concluso l’ex premier.
Nel marzo scorso, quando aveva testimoniato davanti al Comitato, Johnson aveva ammesso di aver fuorviato il Parlamento, ma aveva negato di averlo fatto deliberatamente. “Non ho mentito”, ha detto oggi Johnson nel comunicato in cui annuncia le dimissioni - “Sanno perfettamente che, quando parlai ai Comuni, dicevo quello che sinceramente ritenevo fosse vero”.
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