Buona Idea

Reinventare la ruota, il futuro degli pneumatici è la rigenerazione

Dagli scarti del riso, dal tarassaco o certificati FSC. Materiali rinnovabili e tecnologie ex novo sono il presente del settore, ma si guarda già oltre

di Alexis Paparo

Un dettaglio dello pneumatico PIRELLI Elect, ideato per veicoli elettrici e ibridi plug-in.

3' di lettura

L'eco-design nel mondo delle auto va ben oltre il motore e le novità più interessanti degli ultimi mesi si concentrano sugli pneumatici. Da qualche tempo, infatti, le aziende leader del settore sono impegnate nella ricerca di materie prime più sostenibili, in innovazioni di processo e percorsi di responsabilità condivisi come il Tyre Industry Project, associazione di 11 grandi case produttrici.

Nella pagina, alcune immagini del progetto Gomma Naturale Pirelli, scattate da Alessandro Scotti fra Thailandia e Indonesia.

 

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Una delle ultime innovazioni arriva da Pirelli, che ha lanciato a maggio la prima linea al mondo di pneumatici certificata Forest Stewardship Council (FSC), progettati per la BMW X5 xDrive45e Plug-in Hybrid. La gomma naturale e il rayon provengono da piantagioni gestite in modo da preservarne la diversità biologica e, al contempo, sostenere economicamente le comunità locali. La bassa resistenza al rotolamento (valore A dell'etichetta europea) consente di limitare i consumi di carburante e il rumore. La certificazione FSC per il Pirelli P Zero arriva alla fine di un percorso sulla gestione sostenibile della catena di fornitura della gomma naturale iniziato nel 2017, raccontato anche fotograficamente da Alessandro Scotti con le immagini in questa pagina.

 

Pierangelo Misani, senior vice president R&D e Cyber di Pirelli, spiega cosa c'è dietro. L'azienda - che fra i vari riconoscimenti è leader mondiale di Sostenibilità per il settore Auto Components negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe 2021 - «ha un approccio che va a coprire tutto il life cycle dello pneumatico, dalle materie prime alla performance su strada, al fine vita», continua Misani. Partendo dalle materie prime, l'obiettivo è arrivare a una mescola che contenga oltre il 40 per cento di materiali rinnovabili entro il 2025 e oltre il 60 per cento entro il 2030 (dal 23 per cento del 2020). «Siamo stati fra i primi a introdurre la silice da lolla di riso, stiamo facendo lo stesso con la lignina, dagli scarti dell'industria della carta, ma stiamo lavorando anche su oli e resine di origine vegetale e poliestere riciclato.

Sono tecnologie applicabili a tutte le linee di prodotto, che vedremo già dall'anno prossimo su veicoli di alta gamma». Sull'introduzione di materiali riciclati c'è ancora molto da lavorare, spiega Misani. «La tecnologia di oggi non permette ancora di riciclare uno pneumatico su se stesso. E questa è la vera sfida dei prossimi anni: stiamo lavorando al concetto di pirolisi, che dovrebbe permettere di ottenere una materia prima il più possibile vicina a quella vergine. In questo caso non si tratterebbe più di riciclo, ma di rigenerazione».

 

Ma c'è una diffusa vivacità di proposte sul fronte ricerca e sviluppo. Con il progetto Taraxagum, Continental  produce gomma naturale dal tarassaco, una pianta spontanea molto comune che potrebbe evitare l'approvvigionamento nei Paesi tropicali. La versione da bicicletta ha vinto il German Sustainability Award 2021 per la categoria design responsabile. La società Carbios ha messo a punto con Michelin  un processo di riciclo enzimatico dei rifiuti plastici. Le fibre che ne derivano hanno la stessa qualità del materiale vergine e sono a loro volta riciclabili.

Per le auto del futuro, invece, si tratta proprio di reinventare la ruota. Pirelli lo ha fatto con lo pneumatico a marcatura Elect, un pacchetto di tecnologie che riesce a supportare il maggior carico della vettura elettrica, con una resistenza al rotolamento molto bassa che allunga la durata della batteria. Sulla stessa lunghezza d'onda lo pneumatico Bridgestone  , creato per l'auto solare Lightyear One della startup olandese omonima, attesa sul mercato a fine 2021. Una combinazione di due tecnologie green della casa, la Enliten e la Ologic, che dovrebbe garantire al veicolo un'efficienza equivalente a una riduzione di peso di oltre 90 kg e aumentare di 28 km l'autonomia.

Infine, uno dei nodi da risolvere riguarda il rilascio di microplastiche. Oltre alle iniziative dei singoli produttori e degli automobilisti - lo stile di guida e la manutenzione delle gomme hanno il loro peso - il settore è al lavoro attraverso piattaforme come TRWP lanciata da ETRMA (l'Associazione europea dei produttori di pneumatici e prodotti in gomma), che riunisce riunisce governi, università, ong e aziende per condividere conoscenze e co-progettare alternative. Intanto una possible soluzione potrebbe arrivare dalla startup The Tyre Collective , vincitrice del Dyson Award 2020 con il suo dispositivo di raccolta (fissato al cerchio) che recupera fino al 60 per cento delle particelle prodotte dagli pneumatici.

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