Reno de’ Medici, balzo dell’Ebitda grazie al piano di riorganizzazione
Il produttore di cartoncino da imballaggio chiude il trimestre con utile in crescita del 49% e conferma l’Ebitda a dpopppia cifra - L’ad: «obiettivi strutturali raggiunti con il recupero di efficienza»
di Matteo Meneghello
2' di lettura
In controtendenza con la maggior parte delle semestrali condizionate dal Covid-19, Reno de’ Medici, chiude il primo semestre con un utile in crescita di quasi il 50% e in generale ottimi risultati in termini di marginalità, con il titolo che a Piazza Affari spicca il volo, chiudendo le contrattazioni con una crescita di oltre l’8 per cento.
La ragione di questi risultati va cercata nel recupero di efficienza operato dal management in questi anni, che si è saldato anche a una situazione di mercato non del tutto negativa durante l’epidemia, con la continuità produttiva assicurata dal settore d’attività (cartoncino per imballaggio a base riciclata e per astucci con fibre vergini) e la corsa allo stoccaggio, almeno nella prima fase, da parte di molti clienti.
«Il Covid è stato il vero banco di prova della strategia di trasformazione avviata da tre anni dall’azienda - spiega l’amministratore delegato, Michele Bianchi -. Siamo una realtà con più unità operative in Europa, e il nuovo approccio è stato proprio finalizzato a recuperare efficienza integrandoci con maggiore flessibilità nella catena della produzione e nella risposta alla domanda nei diversi mercati. Veniamo da trimestri di crescita continua; con la pandemia abbiamo potuto toccare con mano cosa significhi la contrapposizione tra globalizzazione e localizzazione, abbiamo saputo dare le risposte giuste e i risultati, oltre che le indagini sulla soddisfazione del cliente, svolte proprio nel mese di marzo, in piena emergenza Covid, ci hanno premiato».
Nel primo semestre i ricavi sono stati pari a 352,3 milioni, rispetto ai 362,2 dello stesso periodo del 2019. La riduzione, pari a 9,9 milioni, è dovuta principalmente alla diminuzione dei prezzi di vendita sulla scia della tendenza al ribasso iniziata nella seconda parte del 2019 e i bassi livelli di costo della materia prima. Le tonnellate vendute nel periodo dal gruppo Rdm hanno raggiunto 614mila unità, rispetto alle 602mila vendute nello stesso periodo del 2019. L’Ebitda ha raggiunto 48,5 milioni, in aumento del 24,5% rispetto ai 38,9 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso, con un Ebitda margin del 13,8%, in aumento del 10,7% consuntivato nello stesso periodo del 2019.
Si tratta di un indice che, secondo l’amministratore delegato, può ragionevolmente essere mantenuto agli stesis livelli anche nei prossimi trimestri. «Al varo del transformation plan, nel 2018, partivamo da un 6-7%, con l’obiettivo di portarlo a doppia cifra - spiega -, un target che posso confermare anche per il futuro». Nell’orizzonte di medio periodo, secondo Bianchi, ci sono poi ulteriori opportunità legate all’impatto della green economy sul mercato degli imballaggi, «un trend che con la nostra attività possiamo interpretare correttamente». Inoltre l’amministratore delegato ritiene ci possano essere ulteriori possibilità di recupero di efficienze all’interno del gruppo, in particolare a seguito della recente acquisizione di uno stabilimento a Barcellona, ancora non pienamente integrato all’interno del gruppo.
Per quanto riguarda infine l’evoluzione dell’esercizio nei prossimi mesi, i vertici hanno una visione moderatamente ottimista. «La capacità di spesa potrebbe diminuire - spiega Bianchi -, e i volumi potrebbero ribilanciarsi rispetto all’accumulo registrato nella prima parte dell’anno, ma non sono particolaramente preoccupato».
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