L’attacco

Renzi dalla Leopolda contro i giudici per l’inchiesta Open. «Un processo kafkiano»

«Hanno sbagliato Matteo, Matteo Messina Denaro lo hanno cercato con meno persone di Matteo Renzi», attacca l’ex premier

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I punti chiave

  • Pm hanno fatto pesca a strascico
  • Pronto a confronto con Bersani, D’Alema e 5S
  • No a “cordone sanitario” contro un senatore
  • Per Quirinale profilo europeista e anti sovranista

2' di lettura

«Se volete capire come funziona la politica, dovete candidarvi e stare dentro un partito che sta in Parlamento, non andare a prendere i telefonini di chi sta totalmente fuori da questa vicenda. Un processo kafkiano». Intervenendo alla Leopolda prende di mira l’inchiesta che coinvolge la Fondazione Open, Matteo Renzi. «Hanno sbagliato Matteo, Matteo Messina Denaro lo hanno cercato con meno persone di Matteo Renzi. Nelle case alle 6 e mezzo del mattino, con le perquisizioni di un non indagato».

È una difesa tesa a respingere qualunque responsabilità diretta nella vicenda. «A fronte di una presenza organizzata di Cosa Nostra, camorra e ’ndrangheta in Toscana per un giro d’affari di 15 miliardi, la Guardia di finanza di Firenze negli ultimi due anni si è dovuta concentrare nel capire il ruolo di Guerini, Gentiloni e Renzi e della corrente renziana, ma mandate la Finanza a capire chi c’è nei capannoni dove c’è il riciclaggio di denari».

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Pm hanno fatto pesca a strascico

Per l’ex premier i pm hanno tenuto «un atteggiamento populista. Siccome non hanno trovato niente fanno la pesca a strascico, che è un atto gravissimo. Non basta invadere il terreno della politica, ma serve anche una invasione di campo nella sfera personale, quindi i pm fiorentini vanno a prendere telefonini e computer a 40 non indagati, ma che hanno dato soldi alla Leopolda». La sfida è aperta. «Chiederò di parlare a tutte le udienze», anticipa Renzi.

Pronto a confronto con Bersani, D’Alema e 5S

«Bersani ha ricevuto soldi dai Riva, che sarebbero potuti servire per la difesa dell’ambiente, invece hanno finanziato la campagna elettorale di Bersani, che deve avere il coraggio di dire che lui a Taranto ha preso i soldi dell’Iva e io ho rimesso a posto la città martoriata. D’Alema ha distrutto Mps che nemmeno la peste. Sono pronto al confronto con Bersani, con i 5 stelle e i rapporti con il Venezuela, ma la sostanza di Open è che organizzava la Leopolda».

No a “cordone sanitario” contro un senatore

«Io non mi sento assediato, ma il direttore della rivista di Magistratura Democratica ha scritto che intorno a Renzi va stretto un “cordone sanitario”: intorno a un senatore non si stringono cordoni sanitari, ma se uno lo fa su una rivista di una corrente della magistratura è una cosa enorme». Il leader di Italia Viva. «Quando saremo giudicati potremo chiedere se il magistrato appartiene a Magistratura Democratica? Potrà venirmi il dubbio che sto in un cordone sanitario? Per essere chiari: in questo cordone sanitario ci stiamo larghissimi, guardate quanti siamo, e come siamo felici, tranquilli e sorridenti, ma vi sembra normale che si possa dire questo per me? Politicamente non è giusto».

Per Quirinale profilo europeista e anti sovranista

Sul tema politicamente più cruciale dei prossimi mesi, l’elezione del Capo dello Stato, Renzi ha le idee chiare quanto alla fisionomia più funzionale. «Cosa succederà il 18 gennaio io non so dirlo, finita la legge di bilancio» la scelta del presidente della Repubblica «sarà la priorità assoluta, cercheremo un profilo riformista, europeista, che sia contro il sovranismo e rafforzi l’alleanza atlantica. Mattarella lo ha fatto benissimo». Quanto al premier in carica, secondo Renzi «Draghi fa bene il premier e farebbe bene il presidente della Repubblica e anche la guida di una istituzione europea. Draghi dove va fa bene».

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