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Iran, uccisa ragazza simbolo della protesta contro l’omicidio di Mahsa Amini

Proteste contro la morte di Mahsa Amini, la 22enne deceduta mentre era sotto la custodia dalla polizia morale per non aver indossato correttamente lo hijab

Aggiornato il 25 settembre alle 19:00

Iran, le proteste per la morte di Mahsa Amini: donne sfilano senza velo per le strade di Teheran

4' di lettura

Hadith Najafi, una delle giovani simbolo delle proteste scoppiate in Iran in seguito alla morte di Mahsa Amini è stata uccisa dalla forze di sicurezza iraniane. Lo riferiscono i media locali e la giornalista e attivista iraniana Masih Alinejad sul suo profilo Twitter.
Aveva venti anni Hadis Najafi. E come migliaia di altre ragazze e donne iraniane era scesa in piazza per protestare contro la morte di Mahsa Amini, di due anni più grande di lei, morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale a Teheran con l’accusa di aver indossato male il velo islamico.

Aveva venti anni Hadith Najafi e mentre manifestava in piazza nella città di Karaj è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco. La polizia ha infatti deciso di usare la linea dura per sedare le proteste e ha sparato contro le manifestanti. Sui social, la sorella denuncia che contro Hadis sono stati sparati sei coli d’arma da fuoco alla testa, al collo, al torace e all’addome. Sempre sui social in queste ore sono state diffuse immagini della ragazza sorridente e un ultimo video che la ritrae mentre si raccoglie i capelli biondi in una coda prima di unirsi alle manifestazioni. Un’ultima foto, del suo volto insanguinato, accompagna le precedenti. ’’E’ stata uccisa con sei proiettili. Hadis è un’eroina’’, si legge su Twitter.

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Media: almeno 41 morti in proteste morte Amini

Sono almeno 41 le persone rimaste uccise durante le proteste scoppiate in Iran negli ultimi nove giorni dopo la morte di Mahsa Amini. Lo riporta l’emittente iraniana Irib, affermando che il numero delle vittime non è ufficiale. Le autorità iraniane, al momento, non hanno rivelato i dati sul numero totale di persone arrestate. Nella sola provincia di Guilan però, è stato riportato l’arresto di 736 manifestanti nella giornata di sabato. Secondo Teheran, sono 35 le persone morte dopo una settimane di proteste. Lo scrivono i media statali, mentre Ong e fonti dell’opposizione parlano già da due giorni di almeno 50 morti, con centinaia di feriti e centinaia di arresti, inclusi giornalisti, studenti e attivisti politici.

Secondo Amnesty International, almeno quattro bambini sono rimasti uccisi nel corso della repressione da parte delle forze della sicurezza iraniane delle proteste a sostegno di Mahsa.

Ancora proteste per la morte di Mahsa in Iran, donne bruciano Hijab

L’Ue condanna l’Iran, ’l’uso della forza è inaccettabile’

-“Per l’Ue e i suoi Stati membri, l’uso diffuso e sproporzionato della forza contro manifestanti non violenti è ingiustificabile e inaccettabile. I cittadini in Iran, come in qualsiasi altro Paese, hanno il diritto di protestare pacificamente. Tale diritto deve essere garantito in ogni circostanza”. Lo dichiara l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell. “L’Ue valuterà tutte le opzioni a sua disposizione in vista del prossimo Consiglio Affari esteri, per affrontare l’uccisione di Mahsa Amini e il modo in cui le forze di sicurezza iraniane hanno risposto alle manifestazioni che ne sono seguite”, ha aggiunto.

L’Iran protesta per “interferenze” di Uk e Norvegia

Le autorità iraniane hanno convocato gli ambasciatori di Regno Unito e Norvegia per denunciare le “interferenze” da parte di questi Paesi negli affari interni della Repubblica islamica sul caso di Mahsa Amini. Il ministero degli Esteri di Teheran ha protestato con l’ambasciatore britannico a Teheran, Simon Shercliff, per gli atti di “incitamento alle rivolte e ai disordini”, divulgati attraverso le stazioni televisive che hanno sede a Londra. “Si tratta di un’ingerenza negli affari interni della Repubblica islamica dell’Iran e di un atto contro la sovranità nazionale del nostro Paese”, ha precisato il ministero, senza però precisare di quali canali tv si tratti. La Bbc in lingua farsi, che ha sede nel Regno Unito e diffonde in Iran è regolarmente criticata dalle autorità di quel Paese.

L’ambasciatore norvegese, Sigvald Tomin, è stato convocato dopo le dichiarazioni del presidente del parlamento di Oslo che il ministero degli Esteri iraniano ha qualificato come una “ingerenza negli affari interni dell’Iran”.

Raisi: affrontare manifestanti con durezza

Il governo ha bloccato l’accesso ai social, a causa «delle azioni compiute dai controrivoluzionari contro la sicurezza nazionale». Il presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi annuncia: «La morte di Mahsa sarà oggetto di una indagine». Ma intanto diserta una intervista con la Cnn perché la giornalista non indossava il velo. Il gruppo Anonymous annuncia intanto avere hackerato oltre 1.000 telecamere di sicurezza in Iran.

Ancora, Raisi ha dichiarato che le manifestazioni e i disordini in Iran dovrebbero essere affrontati «con durezza». Citato dall’Irna, Raisi ha definito i manifestanti «rivoltosi che disturbano l’ordine e la sicurezza nel Paese» parlando al telefono con Mohammadrasul Doustbeigi, membro dei Guardiani della Rivoluzione (Pasdaran) e della milizia che difende i luoghi santi sciiti, che combatte in Iraq e in Siria.

La più grande ondata di proteste dal 2019

Si tratta della più massiccia ondata di proteste che si sia registrata dal 2019, quando gruppi di manifestanti scesero in piazza in favore dei diritti civili. Le dimostrazioni sono scattate dopo la morte di Amini, una giovane donna di una città curda del nord-est, arrestata per aver violato le regole sull’abbigliamento che vigono nel Paese. La polizia ha dichiarato che si sarebbe trattato di un attacco di cuore e dichiarato che la donna non ha subito maltrattamenti, una versione contestata dalla famiglia. Il suo caso ha scatenato la condanna dei paesi occidentali e dell’Onu, oltre a riempire le piazze di almeno 13 città iraniane.

Musk mette a disposizione i satelliti di Starlink

Elon Musk ha dichiarato di aver attivato il servizio satellitare Starlink per aiutare gli iraniani ad accedere a Internet. Lo ha scritto lo stesso ad di Space X su Twitter in risposta ad un tweet del segretario di Stato americano, Antony Blinken, nel quale si annunciavano misure del dipartimento del Tesoro Usa per permettere “il flusso libero di informazioni” per gli abitanti dell’Iran ai quali è stato ridotto l’accesso a Internet in seguito all’ondata di proteste per la morte dalla giovane Mahsa Amini. Il miliardario aveva già messo a disposizione Starlink per l’Ucraina.

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