Resa dei conti Lega: gruppo Ue sovranista e mini congresso. Salvini risponde a Giorgetti
Convocazione del consiglio federale nel tardo pomeriggio di giovedì con i big del partito
di Barbara Fiammeri
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La risposta non è verbale. Ma la convocazione del consiglio federale nel tardo pomeriggio di giovedì con i big del partito e soprattutto la viedotelefonata ieri con i premier di Ungheria e Polonia, Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, per accelerare la nascita del nuovo gruppo sovranista, segnano forse un punto di non ritorno nel rapporto tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti.
«Non ci sarà nessun processo», assicurano i leghisti di stretta osservanza salviniana, che però non mancano di sottolineare la foto “rubata” della cena tra lo stesso Giorgetti e Luigi Di Maio la sera prima a Roma. Il risultato più evidente è che la scelta europeista di Salvini più che «incompiuta» - come l’aveva definita Giorgetti - pare del tutto abortita vista la decisione del leader della Lega di rivolgersi ai due capi di Governo accusati di violare i valori e i principi dell’Unione. Una scelta che mette in difficoltà, per ragioni però assai diverse, anche gli alleati a Roma e cioè Forza Italia e anche Fratelli d’Italia.
Finora Giorgia Meloni ha sempre contrastato l’idea perorata da Salvini della formazione di un nuovo gruppo parlamentare di destra. Anche perché la leader di Fdi si è conquistata un ruolo importante alla guida dell’Ecr, il partito che vede nei polacchi del Pis di Morawiecki la pattuglia più numerosa tra i Conservatori. In un eventuale nuovo gruppo questo equilibrio salterebbe e Meloni sarebbe costretta a scendere a patti con l’alleato leghista che vanta numeri assai più cospicui dei suoi. Ieri però - va registrato - è stata meno tranchant che in passato. «Siamo disponibili a confrontarci ma di deciso non c’è ancora nulla», ha detto Meloni uscendo da Palazzo Chigi dove ha avuto un faccia a faccia con Mario Draghi sulla manovra.
Al premier la presidente di Fdi ha ribadito che la priorità per il suo partito è mettere gli 8 miliardi di taglio delle tasse a sostegno del «lavoro», intervenendo sul «cuneo contributivo». Inoltre Meloni ripropone misure più severe sul Reddito di cittadinanza. Posizioni assai simili a quelle di Lega e Fi con cui - ha rilanciato la numero uno di Fdi - «a breve ci sarà un’iniziativa comune» sulle modifiche alla legge di Bilancio.
Salvini ne discuterà già oggi con i suoi al Consiglio federale, dove però oltre a parlare della rivisitazione del reddito di cittadinanza, il segretario del Carroccio vuole lanciare l’Assemblea programmatica che si svolgerà a dicembre. Una sorta di mini congresso che servirà anzitutto a ribadire la sua leadership e la sua linea, tra cui rientra a pieno titolo il rinnovo della promessa di matrimonio con Orban e Morawiecki. Una scelta che Forza Italia, da sempre nel Ppe, non condivide. Gli azzurri però evitano polemiche. Berlusconi continua a fare la conta tra i grandi elettori per verificare se ci siano concrete possibilità per la sua scalata al Colle. Le notizie dal Palazzo di giustizia di Milano (dichiarate inutilizzabili le deposizioni delle Olgettine che erano il perno dell’accusa) sono confortanti per l’ex premier. Ma le divisioni interne alla Lega e a Fi non sono certo un buon auspicio. Così come la disponibilità manifestata dagli stessi Salvini e Meloni nei confronti di un trasloco al Quirinale di Draghi, nonostante l’impegno preso con il Cavaliere che non ha alcuna intenzione di fare «il candidato di bandiera» per poi essere scaricato.
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