Residenze per anziani e fragili: senior living e Rsa coprono solo il 2% del fabbisogno
Il segmento resta di nicchia anche se investire nel settore genera buoni rendimenti
di Laura Cavestri
2' di lettura
Gli investimenti crescono ma sono ancora una “goccia nel mare” quelli destinati a un settore difensivo e anticiclico per definizione, quello del senior living (le abitazioni per la terza età autosufficiente) e delle Rsa.
Se il Pnrr ha stanziato fondi per lo student housing e per colmare il gap tra domanda e offerta di abitazioni di qualità, non può dirsi la stessa cosa per l’altra “gamba” della cosiddetta residenzialità alternativa, il senior housing e tutta la galassia di residenze per anziani e fragili, autosufficienti e non. Una prospettiva lasciata all’iniziativa del libero mercato nel Paese più vecchio d’Europa.
In Italia, ci sono oltre 7.800 residenze assistite e case di cura, di cui l’83% private. E sono quasi tutte al Nord, anzi tra Lombardia, Veneto e Piemonte.
Poche strutture e pochi posti letto, tuttavia saturi. Il tasso di occupazione dei posti letto, in media, è del 78% (ma in Lombardia è dell’87 per cento). Se il grado di copertura del fabbisogno si attesta all’1,9% (ben lontano dal dato ideale del 5%), il Nord fa un po’ meglio (tra il 3 e il 3,3%), mentre la quasi totalità delle regioni meridionali non supera l’1 per cento. L’Olanda ha quattro volte l’offerta italiana.
«Raggiungere il tasso di copertura target ideale del 5% – spiega Antonio Fuoco head of Living Capital Markets di Jll– significa mettere sul mercato circa 600mila posti letto entro il 2035, raddoppiando quindi l’offerta attuale. Gli investitori si dimostrano interessati a investire nel settore, che garantisce attualmente rendimenti che vanno dal 5,3% dell’healthcare al 5,5% del senior living. C’è quindi un premio rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato. Stiamo anche assistendo a un’aggregazione degli operatori in Gruppi più strutturati che non solo desiderano investire equity ma anche entrare nella gestione sotto l’aspetto operativo».
Gli operatori, infatti, stanno mostrando un certo dinamismo. L’ultima notizia, una settimana fa, ha visto la divisione di asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo, con 383 miliardi di euro di patrimonio in gestione, sottoscrivere, attraverso i fondi Eurizon Iter, un accordo per l’acquisizione del 55% del gruppo Zaffiro, attivo nei servizi socio-sanitari assistenziali.
A novembre, invece, il fondo Euryale Healthcare Italia 1 di Kryalos ha finalizzato i primi quattro investimenti in Rsa in Lombardia e Piemonte per circa 20 milioni. Mentre, a settembre, era stato istituito il fondo Euryale Healthcare Italia 2 che porterà all’acquisizione di un portafoglio di otto immobili in costruzione e ha una pipeline di investimenti, nei prossimi anni, di 120 milioni.
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