Resistono difesa e spazio, aviazione civile in crisi
L'emergenza sanitaria ha messo a dura prova giganti dell'aria come Boeing e Airbus alle prese con gravi perdite. La filiera italiana dell'aerospazio ricca di Pmi e guidata da Leonardo gioca un ruolo chiave nei programmi europei
di Filomena Greco
2' di lettura
Resistono difesa e spazio, in chiave anticiclica, mentre il 2020 è un anno da dimenticare per l’industria collegata all’aviazione civile a causa della pandemia, che ha messo a dura prova i giganti dell’aria come Airbus e Boeing. La mappatura delle filiere italiane dell’aerospazio fa capo a 12 distretti e al Cluster tecnologico nazionale Aerospazio, con capifiliera come Leonardo, Avio Aero o Thales Alenia Space. La società partecipata da Leonardo (33%) e Thales (66%), guidata in Italia da Massimo Comparini, gioca un ruolo chiave nella mappa delle missioni aerospaziali Ue e nei programmi di esplorazione. A cominciare dalle competenze industriali nella costruzione dei moduli abitativi spaziali. «Parliamo - dice Comparini - di sistemi complessi, che si evolvono nel tempo grazie al contributo di molte imprese. La filiera che oggi partecipa alla costruzione dei moduli pressurizzati e delle soluzioni che serviranno per la Luna ha coinvolto circa 200 imprese». Progettazione termomeccanica, avionica di bordo, elettronica sono le specializzazioni in campo, «ambiti a cui si aggiunge la robotica – spiega Comparini – per studiare le operazioni che saranno svolte sulla stazione in orbita lunare e domini emergenti come quelli dell’Ai o legati alla abitabilità delle stazioni come ergonomia e lightning».
Dopo l’acquisizione di Avio Aero da parte di Ge, nel 2013, l’industria italiana ha riconquistato un proprio ruolo nella progettazione e produzione di motori aeronautici. Sono un esempio i due dossier industriali su cui gli stabilimenti italiani del Gruppo stanno dando un contributo essenziale: il nuovo Ge9X, motore commerciale più potente di sempre destinato ai Boeing 777x che ha concluso la fase di certificazione per il volo della FAA, e il Catalyst, motore di medie dimensioni completamente ingegnerizzato in Italia. Sono un migliaio le Pmi della filiera italiana di Avio Aero, con un giro d’affari sui 400 milioni. A Cameri Avio Aero ha concentrato le attività nel la stampa additiva, tecnologia “di frontiera” integrata nei processi produttivi – il 30% del motore Catalyst è realizzato con questa tecnica, così come le pale della turbina di bassa pressione del Ge9X – tanto che il Gruppo ha aperto una linea nello stabilimento di Brindisi.
Le tre anime industriali del campione nazionale Leonardo (aerospazio, difesa e sicurezza) caratterizzano i suoi diversi poli in Italia. A Caselle (Torino), le lavorazioni per Eurofigther, il più grande programma di difesa Ue con all’attivo un nuovo contratto da 38 velivoli per la Germania e ricadute da un miliardo per l’Italia, accanto alla produzione del C-27J Spartan, “evergreen” di Leonardo che ha varato la nuova generazione del velivolo da trasporto. In Lombardia i poli produttivi di elicotteri, addestratori e avionica, nel Lazio le competenze nella radaristica e telecomunicazioni e i servizi spaziali, nei plant del Sud le lavorazioni per l’aviazione civile e molte attività della difesa terrestre e navale. La centralità della filiera italiana è stata al centro di un intervento dell’ad Alessandro Profumo: «Leonardo ricopre un ruolo strategico per il settore, è uno dei pilastri fondamentali –ha detto – insieme ad altre realtà, tra cui numerose Pmi. Servono un ulteriore salto in avanti avvalendosi del supporto istituzionale e un approccio sistemico che permetta al Paese di avere un peso maggiore a livello internazionale ».
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