Restituzioni 2021: i frutti della Dichiarazione G20?
Cooperazione internazionale: rientrano reperti dagli Stati Uniti e da altri paesi, verranno riportati nei loro luoghi d’origine. I risultati al contrasto ai traffici illeciti dei beni culturali in Italia
di Giuditta Giardini e Marilena Pirrelli
I punti chiave
3' di lettura
Si è tenuta giovedì 30 dicembre presso la sede romana dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di via Anicia una conferenza che conclude e celebra l'attività operativa del 2021. La conferenza ha visto la partecipazione del Ministro della Cultura Dario Franceschini, che si è impegnato a riportare i beni archeologici nei territori d’origine consentendo una ricomposizione di percorsi storici, culturali e sociali. L'evento rientra nel grande disegno dell'articolo 2.3 della Dichiarazione di Roma, adottata a conclusione dei lavori del G-20 Cultura. Secondo l'articolo in commento il traffico illecito di beni culturali rappresenta una minaccia alle risorse culturali di alcuni dei paesi membri, tra cui l'Italia. Il Gruppo dei Venti ha affermato la volontà comune dei Paesi membri di cooperare con crescente impegno per la protezione e la tutela del patrimonio culturale.
La Dichiarazione, in realtà, giunge come una nottola di Minerva ad affermare un trend, quello incline a perseguire reati commessi contro i beni culturali in violazione delle leggi di un paese straniero, già in atto. Se si osservano a ritroso le restituzioni dell'anno appena trascorso si vede che si tratta di restituzioni che concludono indagini, sequestri e confische avviate da anni, se non decenni.
New York
Il 15 dicembre a New York, presso il Consolato Generale Italiano, il Procuratore Distrettuale di Manhattan Cyrus Vance ha restituito all'Italia 201 pezzi archeologici pregiati che nell'arco degli ultimi decenni erano finiti nello Stato di New York, smerciati dai grandi trafficanti internazionali e acquisiti – a volte dopo vari passaggi di mano – da importanti musei (Getty, Fordham, San Antonio, Cleveland, ecc.) case d'aste, gallerie antiquarie (Merrin, Antiquarium, ecc.) e collezionisti privati come Steinhardt, Fleischman e Levy-White.
Si tratta di sequestri portati a termine dall'Antiquities Trafficking Unit presso la Procura Distrettuale con gli agenti di H.S.I. (Homeland Security Investigations). Il valore complessivo dei pezzi restituiti da Oltreoceano supera i 10 milioni di euro. Circa 40 dei 201 reperti restituiti resteranno in mostra, fino al marzo 2022, presso il Consolato Generale d'Italia a New York e l'attiguo Istituto Italiano di Cultura, mentre 161 saranno custoditi nei depositi dei TPC.
Nord Europa
Il 10 dicembre, a termine dell'operazione Taras, coordinata dalla Procura di Taranto con la Sezione Archeologia del Reparto Operativo TPC, le forze di polizia di Germania, Olanda, Svizzera e Belgio, sono stati restituiti oltre 2.000 i beni dauni scavati illegalmente in Puglia e Basilicata. Alcuni oggetti sono stati rinvenuti con le perquisizioni a carico di 13 indagati per associazione a delinquere, in provincia di Taranto prima che attraversassero la frontiera italiana. Altri beni sono stati restituiti dal Belgio, importante mercato per i beni di settore. A Bari, presso il Castello Svevo, sono esposti 782 reperti archeologici della civiltà Daunia che erano stati esportati illecitamente in Belgio e rimpatriati a seguito di un'indagine della Procura della Repubblica di Foggia e dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari con l'indispensabile apporto dell'Autorità giudiziaria belga e il coordinamento di Eurojust. La cartina al tornasole della Dichiarazione di Roma saranno i rapporti con quei paesi con cui l'Italia non ha accordi pregressi o uno storico di restituzioni. Solo a qualche anno di distanza dalla Dichiarazione si potranno realmente raccogliere i frutti della presidenza italiana al G20.
L’azione nell’anno
Sino ad oggi il contrasto ai traffici illeciti dei beni culturali da parte dell'attività operativa del Comando Tpc ha fatto registrare 261 verifiche sulla sicurezza in musei, biblioteche e archivi, 549 perquisizioni, 1.182 persone denunciate, 23.363 beni archeologici e paleontologici recuperati e 1.693 opere false sequestrate (con un valore, qualora immesse sul mercato come autentiche, di oltre 427 milioni di euro).
I furti di beni culturali sono stati complessivamente 334: 12 nei musei, 83 nei luoghi espositivi, 122 nei luoghi di culto, 11 negli archivi, 16 nelle biblioteche, 90 nei luoghi privati e nelle pertinenze. Sono stati 38.716 i beni d'arte controllati nella “Banca Dati Leonardo” e 1.700 i controlli alle aree archeologiche terrestri e marine, alcuni eseguiti in collaborazione con i Carabinieri del Raggruppamento Aeromobili o dei Nuclei Subacquei, 57 le persone denunciate per scavo clandestino.
Sono stati eseguiti ben 2.617 controlli presso esercizi antiquariali, in parte svolti online anche su cataloghi d'asta, a 392 le verifiche in mercati e fiere. Infine, dall'inizio dell'anno i Carabinieri del TPC hanno effettuato 1.811 controlli a siti monumentali o paesaggistici (questi ultimi svolti d'intesa con il comparto Forestale dell'Arma), rilevando attività illecite e procedendo al deferimento di 225 persone e al sequestro di 10 immobili e 25 tra aree paesaggistiche o strutture (edificate senza le previste autorizzazioni) ricadenti in aree soggette a vincolo.
- Argomenti
- beni culturali
- Italia
- G20
- Roma
- Belgio
loading...