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Restyling giardini Luzzati il centro città cambia pelle

di F.Gre.

2' di lettura

Un’area nel cuore del centro storico di Genova, capace di cambiare pelle grazie ad una rigenerazione sociale nata grazie all’impegno di associazioni e terzo settore. I Giardini Luzzati, nei vicoli di Genova e vicino ai palazzi aulici della città, «è lo spazio più grande a cielo aperto del centro storico» racconta Marco Montoli presidente dell’Associazione “Il Cesto” a cui è affidata la gestione dell’area. Negli anni Novanta l’area è stata riqualificata grazie alla presenza dell’Università di Architettura e ad una fermata della metro. «Si tratta di un’area che ha interrotto la fase di residenzializzazione generando una serie di contraddizioni» spiega Montoli. Da un lato i piani alti e terrazzi di pregio, sotto appartamenti in parte abitati dove vivono nuclei in condizioni spesso di disagio. Il centro storico di Genova è una città nella città dove 11 anni fa un’associazione di volontari avvia un progetto sui Giardini Luzzati e prende in gestione gli spazi, per anni rimasti abbandonati, non frequentati dagli abitanti della zona e teatro di una microcriminalità diffusa. «Abbiamo avviato una vera e propria sperimentazione – racconta Montoli – che ha trasformato un “non luogo” in uno degli spazi più frequentati a Genova, con un tentativo di aggregazione dei più giovani non legato al consumo di alcol ma alla fruizione culturale e musicale, amato dalle famiglie e oggi meta di turismo». Un’impronta sociale molto forte ma con una base economica solida, grazie alla gestione del bar dei Giardini Luzzati e al calendario di eventi culturali. «Fatturiamo un milione e mezzo di euro – racconta Montoli – e abbiamo un centinaio di dipendenti. Tutti i profitti generati vengono reinvestiti in attività culturali pubbliche e gratuite». All’inizio si comincia con una programmazione “minima”, ma ai Giardini Luzzati hanno suonato artisti come Manu Chao o Vinicio Capossela. «Abbiamo lavorato per rendere visitabile anche l’area archeologica presente nei Giardini, i resti di un anfiteatro romano, tra le testimonianze più importanti dell’intera città – aggiunge Montoli – e oggi è uno spazio di archeologia partecipata dove si realizzano spettacoli, dibattiti e concerti».

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