Rete Telecom, Mef in regia. L’incognita di Tim in Netco
I colloqui in corso tra il fondo Kkr e Tesoro per la partita della rete Telecom potrebbero presto arrivare alla formalizzazione di un memorandum of understanding
di Antonella Olivieri
3' di lettura
L’obiettivo di tutti è non sprecare tempo prezioso. I colloqui in corso tra Kkr e Mef per la partita della rete Telecom potrebbero presto arrivare alla formalizzazione di un memorandum of understanding, anche prima di Ferragosto: servirà però un Dpcm e allo stato il prossimo appuntamento in calendario per il consiglio dei ministri è il 28 agosto. Il Tesoro è alacremente al lavoro sul dossier, tant’è che si sarebbe già iniziato a far mente locale sull’opportunità di avvalersi di un advisor, necessariamente indipendente dalle diverse parti in causa che hanno già ingaggiato i loro consulenti finanziari. La scelta, secondo quanto risulta da ambienti finanziari, potrebbe cadere su Ubs, ma si parla anche di Jefferies che ha recentemente arruolato Andrea Donzelli dal Credit Suisse.
Il memorandum dovrebbe riguardare l’impegno del ministero a verificare come partecipare all’operazione rete - asset strategico e sottoposto al golden power - una volta che l’offerta vincolante di Kkr sarà approvata. Una prima tappa sarà proprio il 28 agosto, quando sono attese dal fondo Usa le risposte delle banche a partecipare al finanziamento dell’operazione. L’offerta vincolante dovrà poi essere presentata entro il 30 settembre. Kkr riserva per sé la maggioranza azionaria della società, Netco, alla quale sarà conferita la rete dell’incumbent nazionale, ma il Tesoro è in cabina di regia per la ripartizione - ancora da definire - di quella quota del 35% che, già di per sé, assegnerebbe alla compagine tricolore un peso di “minoranza di blocco” sulla dorsale portante delle tlc nazionali.
Non è stato ancora deciso se il Mef parteciperà direttamente o tramite uno strumento dedicato (un fondo già esistente o da costituirsi), mentre F2i, l’Sgr infrastrutturale gestita da Renato Ravanelli, è già al tavolo con Kkr per studiare le modalità di partecipazione dell’operazione. La principale incognita, nella ripartizione del 35% tricolore, è rappresentata dalla presenza o meno di Telecom all’azionariato della Netco, mentre Cdp avrebbe rinviato ogni valutazione a quando l’offerta di Kkr si sarà effettivamente concretizzata.
Nell’ambito dell’offerta da 21-23 miliardi di enterprise value, si ragiona intorno a un valore dell’equity dell’ordine di 10 miliardi, perchè il debito sarà trasferito da Tim col conferimento dell’asset. L’ad Pietro Labriola ha ribadito anche nell’ultima conference call del 3 agosto che l’azienda non sta lavorando a un’operazione di “vendita e lease-back”, dal momento che l’obiettivo è quello di procedere a una “disintegrazione verticale” del gruppo in modo da recuperare flessibilità per le attività della ServiceCo che resteranno in Tim dopo il distacco della rete.
Tuttavia Tim potrebbe essere invitata a mantenere una partecipazione di minoranza nella rete - necessariamente finanziaria e senza governance, per l’obiettivo di cui sopra - cosa che non potrebbe non considerare anche perchè l’uovo oggi - se l’operazione sarà ben strutturata - potrebbe valere la gallina domani. L’ipotesi è di una quota fino al 10% che vorrebbe dire per Tim la rinuncia all’incasso di una cifra fino a 1 miliardo e sarà quindi da verificare la compatibilità con la condizione di poter garantire, dopo il distacco della rete, la sostenibilità non solo industriale, ma anche finanzaria, della ServiceCo che si traduce nell’indicazione (fornita dallo stesso Labriola nella conference call di inizio mese) di una leva iniziale - indebitamento netto/Ebitda - di 1,5-2 volte.
Per F2i l’ipotesi è di una partecipazione con una quota azionaria intorno al 10%-15%, vale a dire con risorse intorno a 1 miliardo, 1 miliardo e mezzo, che ragionevolmente potrebbero essere raccolte tramite il lancio di un nuovo fondo. Per Cdp si parla eventualmente di una quota finanziaria dell’ordine fino al 3%, non di più stante il ruolo di azionista di maggioranza di Open Fiber che, allo stato, è ancora concorrente per la rete in fibra ottica.
La Borsa intanto mercoledì ha festeggiato la prospettiva di un’evoluzione a breve della situazione con un rialzo del titolo Telecom del 5,7% a 0,269 euro.
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