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Rete Tim, 20 miliardi da Kkr. Solo 600 milioni per Sparkle

Per la rete fissa presentata un’offerta vincolante valida fino all’8 novembre. Rinvio al 20 dicembre per la società dei cavi internazionali

di Antonella Olivieri

FILE PHOTO: The Tim logo is seen at its headquarters in Rome, Italy November 22, 2021. REUTERS/Yara Nardi/File Photo

3' di lettura

Appena sotto i 20 miliardi di prezzo-base per la rete Tim, più 3 miliardi di earn-out, di cui 2 legati all’evento rete unica, l’unione con Open Fiber. Per contro, netto ridimensionamento della valutazione di Sparkle, la rete dei collegamenti internazionali, che scende a 600 milioni, più 150 milioni di earnout. I destini di rete e Sparkle si separano però sia nella destinazione – la prima verso un consorzio con Mef e F2i e Kkr a far da capofila, la seconda verso il Tesoro al 100% – sia nell’iter della negoziazione. Per Sparkle infatti l’offerta non è ancora vincolante.

Il nodo dipendenti

Sul piatto è da mettere anche il trasferimento di dipendenti alla Netco per un numero superiore al previsto: adesso si parla di 21.500 addetti che passeranno alla società infrastrutturale. E inoltre le condizioni del master service agreement, il contratto che regolerà l’utilizzo della rete da parte del venditore, che sono state negoziate con Tim. Nel complesso l’offerta che Kkr ha presentato ieri a Tim è migliorativa, ma ciononostante Piazza Affari l’ha accolta con un pesante ribasso del titolo che ha ceduto il 6,23% fermandosi a 0,2573 euro.

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Telecom ha iniziato subito la seduta col piede sbagliato, perché la conferma dell’offerta di Kkr è arrivata solo pochi minuti prima dell’apertura di Borsa e non entro la mezzanotte della vigilia, come da attese, dato che c’è stato bisogno di affinare ulteriormente le condizioni fino alle ore piccole. E inoltre i tempi sono comunque stretti per una risposta.

Il calendario e le scadenze

Per la rete l’offerta di Kkr scade l’8 novembre, proprio il giorno in cui è in calendario il consiglio Tim per l’esame della trimestrale. Se è probabile che il board si riunisca prima per esaminare l’offerta, un faldone da 600 pagine, l’8 novembre è la data ultima per decidere (senza che ci sia il tempo per convocare un’assemblea), perché dopo quella data un’eventuale estensione della validità dell’offerta non sarà una granitica certezza. «L’offerta su Netco scade l’8 novembre, ferma restando la possibilità di discutere i termini di ulteriori estensioni sino al prossimo 20 dicembre», recita per la precisione il comunicato Tim diffuso ieri mattina.

Il 20 dicembre è anche il termine per il quale è stata chiesta l’esclusiva, in modo da poter completare «le attività di due diligence in corso». Formalmente Kkr ha presentato per la società dei cavi sottomarini una nuova offerta nong vincolante, «in attesa di procedere alla trasmissione di un’offerta vincolante entro quattro/otto settimane». Ma è noto che Sparkle, che fa parte del pacchetto messo in vendita da Tim, è destinata al Mef, che è entrato operativamente in campo solo da poche settimane.

Le valutazioni

Per l’intero pacchetto, rete più Sparkle, la valutazione indicativa iniziale era di 20 miliardi di base e fino a 23 miliardi con gli earnout (riconoscimenti ulteriori al verificarsi di determinate condizioni). Adesso la rete da sola è valutata quasi 20 miliardi in termini di enterprise value (equity più debito), più 3 miliardi di earnout. Il Tesoro - nell’offerta è precisato - metterà 2,2 miliardi di equity per avere il 20% della Netco.

La sorpresa, in negativo, è relativa invece a Sparkle, che era partita da una valutazione iniziale di un enterprise value di 1,2 miliardi, poi ridimensionata a circa 1 miliardo, che ora sarebbe scesa a 600 milioni più earnout ad arrivare fino a 750 milioni. Il Tesoro ha ancora 300 milioni da spendere per la rete internazionale, valore compatibile con l’equity stimato di Sparkle, all’incirca la metà dell’enterprise value (il resto è debito). Va detto che nel 2021, sotto la precedente gestione manageriale del gruppo Tim, Sparkle aveva staccato un dividendo da 400 milioni a favore della controllante Tim, attingendo a riserve in bilancio che si sono ridimensionate di analogo importo rispetto ai livelli del 2020. In sostanza per una parte Tim su Sparkle è già passata all’incasso.

Non hanno rassicurato il mercato le parole del ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti. «La proposta di Kkr rispetta gli interessi dello Stato anche nelle cifre, che sono state ampiamente dibattute perché lo Stato, quando si muove, non deve regalare niente a nessuno», ha detto Giorgetti, aggiungendo però che «il tema Tim è complesso, la decisione spetta al cda, vediamo se la proposta sarà accettata, altrimenti si penserà a qualcosa di diverso».

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