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Retelit, i fondi battono Mincione in un’assemblea fiume

di Cheo Condina

3' di lettura

Dopo un’assemblea fiume, in cui non sono mancati i colpi di scena e qualche momento di confusione sui numeri (in particolare sulle presenze), la cordata di Shareholder Value Management, che comprendeva anche i libici di Bousval e i tedeschi di Axxion, ha battuto nettamente la Fiber 4.0 di Raffaele Mincione e ha così nominato il nuovo cda di Retelit. Già alla vigilia, peraltro, i rapporti di forza tra i due schieramenti apparivano ormai definiti e il divario a favore di Svm - con cui si sono schierati quasi tutto il retail e gli investitori istituzionali - appariva praticamente incolmabile. Anzi, alla fine, alla prova del voto si è rivelato forse più ampio delle previsioni, visto che per la cordata di Svm ha votato oltre il 42% del capitale complessivo contro il 24% circa di Mincione, che proprio ieri aveva siglato un nuovo patto con la famiglia Pretto su complessivamente il 19,2% circa.

Confermati così i vertici della società, il presidente Dario Pardi e l'amministratore delegato Federico Protto (fautori del rilancio del gruppo tlc, che ieri in assemblea ha approvato la distribuzione del primo dividendo della storia) nel nuovo cda che risulta comunque rinnovato con l'ingresso, tra gli altri, di Gianluca Ferrari, director di Svm.

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«C’è una forte opportunità di agire come piattaforma di aggregazione - ha sottolineato Ferrari al termine dell’assise - Abbiamo l’investimento in portafoglio da più di dieci anni e siamo investitori di lungo termine. L’intenzione è di dare stabilità e continuità alla azienda e di agire nell’interesse del mercato», ha anche aggiunto ricordando che il patto di voto con Bousval (socio dal 2006) scadrà alla mezzanotte di oggi. Non sono previsti inoltre, in futuro, patti di sindacato tra i soci: «Non vogliamo controllare la società. Abbiamo una visione da public company» ha concluso, sottolineando che l’indipendenza del board rappresenta il modo migliore per «portare avanti le best practice internazionali».

L'impressione, in ogni caso, è che Retelit sia entrata in una nuova fase, dal punto di vista strategico e industriale. Se gli ultimi tre anni sono stati quelli del risanamento del gruppo specializzato su servizi e infrastrutture della banda larga, ora - come peraltro indicato dal piano industriale messo a punto dal management e dai prospetti di Svm - si tratta di passare a una fase di sviluppo, per via organica e inorganica, con la prospettiva di diventare appunto una piattaforma per il consolidamento del settore. Un percorso ambizioso ma certamente sfidante: per questo, nei limiti del possibile, più ampio sarà il consenso tra i soci più agevole sarà percorrerlo. «Riteniamo che il mercato ci dia grandissime opportunità ed è nostra intenzione coglierle velocemente per creare valore a favore di tutti gli azionisti: nel prossimo triennio una stabilità a livello dei soci rappresenterà un buon presupposto per lavorare nel migliore dei modi», ha sottolineato l’ad Protto.

«Per me la partita comincia domattina», ha invece dichiarato Mincione che durante l’assemblea aveva chiesto un rinvio per chiedere un parere al Governo sulla golden power. «Bisogna fare decantare le cose, lasciare che gli animi si tranquillizzino e poi alla fine prevarrà la logica», ha aggiunto il finanziere impegnato anche sul fronte di Banca Carige. Nello specifico, Fiber 4.0 aveva chiesto di spostare l’assemblea di cinque giorni per avere chiarimenti in merito agli obblighi di notifica da parte del patto di voto costituito da Svm-Bousval della propria posizione nel capitale al Consiglio dei Ministri come previsto dal decreto sulla Golden Power. Il presidente di Retelit Dario Pardi tuttavia aveva risposto sottolineando che il cda aveva esaminato due pareri legali pro veritate sulla sussistenza dell'obbligo di notifica al Consiglio dei Ministri da parte dei soci e da entrambi non erano emerse perplessità in materia.

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