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Revolut prosegue in crescita: sette milioni di utenti e accordo con Visa

di P.Sol.

2' di lettura

Revolut prevede di chiudere l’anno in corso con ricavi triplicati rispetto ai 58,2 milioni si sterline del 2018, anno in cui aveva visto lievitare il giro d’affari di oltre il 350%. Prosegue così senza tregua la crescita della challenging bank inglese che ha raggiunto una base di oltre sette milioni di utenti in Europa, il doppio rispetto alla fine dello scorso anno, con un ritmo di nuove registrazioni che ha toccato le 800mila unità mensili negli ultimi due mesi.

In crescita anche le perdite che si attestano a 32,8 milioni di sterline nel 2018 rispetto ai 14,8 milioni di un anno prima, attribuibili, secondo la startup, ai continui investimenti per lo sviluppo di prodotti e servizi. Il costo del venduto è cresciuto del 247%, ma è migliorato anche il margine

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lordo che nel secondo semestre 2019 è stimato in crescita al 40-50% rispetto a meno del 10% di un anno prima.

A oggi Revolut ha registrato un volume totale di transazioni di 85 miliardi di dollari dalla nascita nel 2015, arrivando a 3,7 milioni di utenti attivi al mese e una media di 1,1 milioni attivi al giorno. In Italia la banca ha raggiunto 220mila utenti, di cui quasi la metà negli ultimi tre mesi. Nel nostro paese è arrivata quest’estate anche la funzione trading , che offre agli utenti la possibilità di accedere al mercato azionario senza commissioni, con trade illimitati per gli utenti Metal.

Queste cifre sono destinate ad aumentare dopo l’accordo strategico annunciato proprio ieri con Visa che la supporterà nella sua espansione globale: grazie al circuito globale della carta di credito la banca inglese potrà portare la sua offerta in cinque nuove regioni, raggiungendo 24 mercati a livello globale. Revolut offre ai suoi clienti una serie di servizi finanziari digitali attraverso una app mobile, tra cui la conversione di valuta, pagamenti peer-to-peer e il controllo del budget, tutto collegato a una carta Visa.

Ora il servizio sarà allargato anche a una serie di altri mercati tra cui Australia, Brasile, Giappone, Nuova Zelanda, Russia, Singapore e Stati Uniti in una prima fase e poi, successivamente, ad altri Paesi in America latina e Asia, oltre ad Arabia Saudita e Sudafrica.

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