Riaperture: dal 1° giugno bar e ristoranti anche al chiuso in tutta Italia. Limite di 4 a tavola, ministeri divisi
Lo scorso anno 22mila locali hanno chiuso a causa del lockdown e 20mila quest’anno
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
Da martedì 1° giugno si potrà consumare al bancone nei bar e mangiare anche al chiuso nei ristoranti (all’aperto è possibile dal 26 aprile) in tutta l’Italia gialla, cioè in tutte le regioni. Resta disaccordo tra i ministeri per quanto riguarda il limite di 4 persone a tavola. Per il ministero della Salute il limite resta a prescindere dal fatto che la regioni si trovi in zona gialla o bianca. Nella tarda serata di martedì, però, è arrivato l’aggiornamento dal fronte del ministero per gli Affari regionali. Maria Stella Gelmini ha sentito il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, per risolvere positivamente e superare l’interpretazione. Il limite massimo di 4 persone - viene fatto notare -, salvo che si tratti di conviventi, si applica «solo in zona gialla» (art. 27 DPCM 2 marzo 2021). Per la zona bianca, questa l’interpretazione dell’ufficio legislativo del ministero per gli Affari regionali, questa restrizione dovrebbe intendersi superata.
Si tratta di un altro passo verso il ritorno alla normalità, anticipato a lunedì 31 maggio nelle prime tre regioni promosse in zona bianca (Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise). Una boccata di ossigeno per un settore in ginocchio. «Tutti speriamo che questa volta si apra per non chiudere più - dice Roberto Calugi, direttore generale Fipe-Confcommercio - ma bisogna stare attenti perché se l’emergenza sanitaria sta scemando, i problemi economici di chi lavora nel nostro settore non termineranno dall’oggi al domani: manca il personale e i locali dei centri storici sono allo stremo».
Ventimila locali chiusi quest’anno
Calugi spiega che su 300mila tra bar e ristoranti in Italia, lo scorso anno 22mila hanno chiuso a causa del lockdown e 20mila quest’anno. «Sono molto preoccupato - spiega - per i centri storici delle nostre città dove il lavoro viene spesso svolto in smart working, cosa che penalizza molto bar e ristoranti. Altra componente è quella turistica che pesa per 8 miliardi di euro: anche se c’è una ripresa di quello nazionale, il turismo straniero è ancora molto esiguo». E se nel 2019 bar e ristoranti avevano fatturato 90 miliardi di euro, nel 2020 «ne abbiamo persi 40 e nel 2021 siamo già a 20 miliardi in meno, per un totale di 60 miliardi di euro persi».
Sos personale
Non solo. «Dobbiamo fare i conti con una drammatica mancanza di personale, si fa una fatica incredibile a trovare qualcuno disposto a lavorare nei bar e nei ristoranti, sia in cucina che in sala - conclude Colugi - da una parte perché chi lavorava in questo comparto, viste le modeste somme ricevute durante il lockdown, arrivate oltretutto in fortissimo ritardo, è uscito dal settore e ha trovato un altro lavoro, dall’altro chi riceve i sussidi di disoccupazione, come l’indennità di licenziamento o il reddito di cittadinanza, spesso preferisce rimanere a casa».
Limite dei 4 commensali, ministeri divisi
Il limite dei 4 commensali non conviventi che possono stare seduti allo stesso tavolo divide, come si è visto, i ministeri. Restrizione in vigore, sia in zona gialla sia in zona bianca secondo il ministero della Salute. Interpretazione meno rigida, invece, per il ministero per gli Affari regionali, per il quale, dopo un confronto con la conferenza delle regioni, il limite riguarda solo le regioni in zona gialla ed è quindi da ritenersi superato in quelle in zona bianca. In base alle ultime linee guida approvate, inoltre, in bar e ristoranti va definito il numero massimo di presenze « in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d'aria». Per il resto va assicurato il mantenimento di almeno 1 metro di distanza tra i clienti di tavoli diversi.
Mascherina obbligatoria quando non si è seduti
Non solo. I clienti devono indossare la mascherina «in ogni occasione in cui non sono seduti al tavolo». Inoltre è raccomandato «l'accesso tramite prenotazione», mantenendo «l'elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni». Invariate le regole sui menù che devono essere consultabili attraverso «soluzioni digitali» oppure «in stampa plastificata, disinfettabile dopo l'uso». In alternativa «cartacei a perdere». Vanno «adottate misure al fine di evitare assembramenti al di fuori del locale e delle sue pertinenze».
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