Riaprire le miniere è corretto, ma va anche fatto con i nostri giusti standard ambientali e sociali.
di Mattia Adani
3' di lettura
I lubrificanti sono elementi fondamentali per l'efficienza dei sistemi meccanici e di trasporto. Se correttamente usati riducono il consumo energetico e allungano la vita utile degli oggetti su cui sono applicati, che siano i piccoli elettrodomestici nelle nostre case, le grandi turbine di generazione dell'elettricità o le automobili e i treni su cui ci spostiamo.
Il 70 percento dei grassi utilizzati in Europa contiene litio. Il litio è stato inserito dalla Commissione europea tra le materie prime critiche, un insieme di materiali che sono ormai pervasivi e fondamentali per il funzionamento del nostro ecosistema industriale e di vita.
Il tungsteno fa vibrare i nostri telefoni. Il gallio e l'indio si usano nelle lampade LED a basso consumo. I chip dei nostri computer includono silicio metallico. Le celle ad idrogeno hanno bisogno di platino. Le batterie delle auto elettriche sono fatte con il litio, insieme ai grassi che servono a farle funzionare con efficienza.
Con l'avvio della rivoluzione industriale l'Europa ha guadagnato grande eccellenza e superiorità tecnologica, che si è però unita a fragilità e dipendenza esterna per quanto riguarda le materie prime.
La ricerca di materie prime è stata una delle cause del colonialismo, che ha creato tanti problemi. Per le materie prime si sono combattute e si combattono anche oggi guerre drammatiche.
Gli eventi degli ultimi anni, ed in particolare le crisi alle catene di approvvigionamento causate prima dalla pandemia COVID e poi dalla guerra in Ucraina, ci hanno ricordato come questa fragilità può costarci caro.
Per questo motivo la Commissione europea ha annunciato una iniziativa per coniugare sostenibilità ambientale con sicurezza ed indipendenza e, su questa scia, il nostro Governo ha annunciato che entro l'anno intende approvare un provvedimento per facilitare la riapertura delle miniere in Italia.
Sono iniziative corrette. La transizione ambientale non può diventare causa di una nuova dipendenza dall'estero, ma deve essere l'opportunità di riportare a casa parte dell'industria di base che abbiamo perso.
L'industria di base, tra cui le miniere e le raffinerie di metalli, ma anche molta industria chimica, è stata persa in Europa, ed in Italia in particolare, non solo per gli elevati costi dell'energia (un altro tema legato alle materie prime), ma anche perché abbiamo scelto di darci degli standard ambientali e sociali che sono i più avanzati a livello mondiale.
E' una ambizione giusta. Il problema, quindi, non è riaprire le miniere, ma capire come farlo senza essere accusati prima di devastare il territorio, e poi, una volta realizzate, come mantenerle aperte rispettando i nostri elevati standard sociali, ambientali e di sicurezza.
La buona notizia è che siamo in grado di farlo. L'industria europea ed italiana possiede tutta la tecnologia e le competenze necessarie.
La brutta notizia è che sono attività costose, e che quindi determineranno uno svantaggio competitivo con le attività minerarie svolte nel resto del mondo.
È una situazione che già viviamo nell'industria chimica. Le regole di sicurezza europea REACH sulla registrazione, valutazione e autorizzazione dei prodotti chimici sono indubbiamente le più avanzate al mondo. Altrettanto indubbiamente mettono l'industria europea in una situazione di svantaggio.
Per le emissioni in atmosfera l'Europa ha introdotto un Carbon Adjustment Border Mechanism. Si tratta in pratica di un dazio sulle merci importate se realizzate al di fuori dell'Europa con processi che sono inquinanti in termini di emissioni in atmosfera.
Tutelare l'atmosfera dall'anidride carbonica è importante, ma altrettanto importante è difendere i lavoratori e le imprese dalla concorrenza di chi può produrre le stesse cose inquinando più liberamente o non proteggendo le persone o l'ambiente come noi riteniamo adeguato.
Se vogliamo riportare a casa l'industria di base e riaprire le miniere, l'Europa dovrebbe prevedere un “Social Adjustment Border Mechanism”, un meccanismo di aggiustamento che riequilibri non solo le differenze di emissione in atmosfera, ma più in generale anche gli standard sociali e ambientali applicati nei diversi Paesi.
(*) Presidente dell’Unione europea dell’industria dei lubrificanti
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