Ricavi e stime sull'anno premiano Cucinelli, scende Ferragamo
Destini opposti a Piazza Affari per i due gruppi della moda che ieri hanno annunciato i dati sul fatturato nei primi nove mesi dell'anno
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Destini opposti a Piazza Affari per i due gruppi della moda che ieri hanno annunciato i dati sul fatturato nei primi nove mesi dell'anno. Se Brunello Cucinelli è arrivato a guadagnare oltre quattro punti, Salvatore Ferragamo è arrivato a perderne oltre cinque. Cucinelli ha visto ricavi per 818,4 milioni al 30 settembre, in crescita del 27,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 a cambi correnti (+28,8% a cambi costanti). Nel dettaglio, nelle Americhe il fatturato è salito del 21,7%, in Europa del 18,3% con l'Italia a +24,5% e in Asia del 49,7%. Quanto all'andamento dei canali di vendita, il retail ha registrato un +34,6%, mentre il wholesale ha visto un incremento del 17,1%. I dati hanno permesso alla società del cachemire di alzare gli obiettivi di fine anno, prevedendo ora una crescita dei ricavi tra il 20% e il 22% a fronte del +19% stimato in precedenza. Nel 2023 la società prevede inoltre «una sana marginalità, in linea con la prima parte dell’anno, e un incremento molto positivo degli utili». Quanto al 2024 e al 2025, poi, Cucinelli immagina «una sana ed equilibrata crescita nell’intorno del +10%, mantenendo il nostro focus su stile, eleganza, rarità, esclusività del brand».
I ricavi del terzo trimestre, sottolineano gli analisti di Intermonte, sono «migliori delle attese». «Confermiamo la nostra view positiva sul titolo che per la terza volta ha rivisto la guidance per l’anno in corso», aggiungono, giudicando «credibile» anche la previsione sul 2024. Cucinelli, calcolano da Equita, «tratta a 37,6 volte la stima di utili 2024 e con la recente sovraperformance (+1% a un mese contro il -10% medio del settore) potrebbe aver già in parte anticipato questo newsflow positivo». «Il premio sui peer - aggiungono - è tornato infatti in area 100% (dall'80% di fine agosto). Tuttavia il premio è ancora inferiore al 110% medio da inizio 2022, e pensiamo possa quindi continuare ad essere supportato dall’alta visibilità sulle stime e dal posizionamento difensivo all’interno del settore (lusso assoluto, clientela più resilient) a fronte di un contesto macro più incerto».
Ferragamo, da parte sua, ha visto ricavi consolidati a 844 milioni, in calo dell'8,3% a cambi correnti per effetto anche della riduzione di perimetro sia nel canale retail che wholesale. Numeri giudicati «deboli» dagli esperti di Intermonte, secondo i quali «le stime di consensus potrebbero continuare a essere sfidanti nell’attuale contesto macro». Parla invece di un fatturato del terzo trimestre «sostanzialmente in linea» Equita, che giudica «cauto» l'outlook pur notando «spunti incoraggianti sul rilancio». «Anche se la visibilità sulle stime è più rarefatta nell’attuale contesto macro, questi primi segnali confermano l’approssimarsi di un’inversione di tendenza che ci aspettiamo faccia da base per una importante accelerazione degli utili dal 2024 in poi, in un contesto invece di normalizzazione delle crescite di settore», concludono gli analisti.
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