Ricerca 12 reinventa l’hospitality e punta a 500 milioni di asset
La società fa riferimento al family office Ricerca e ha investito 50 milioni tra Milano e Firenze. La formula? Alberghiero insieme al living e al coworking
di Evelina Marchesini
4' di lettura
Un po’ hotel, un po’ casa, un po’ co-working. Con questa formula Ricerca 12 punta a un portafoglio italiano, nel medio periodo, di 500 milioni di asset under management e successivamente all’espansione internazionale. Non è da escludere, poi, la costituzione di un fondo immobiliare ad hoc, aperto anche ad altri investitori istituzionali. La società fa capo al family office Ricerca, di Alessandro e Luciano Benetton, ed è guidata dal direttore generale e co-fondatore Aldo Giacin, che ha presentato la realtà di real estate al Forum di Scenari Immobiliari e a cui Il Sole 24 Ore ha chiesto i dettagli della situazione attuale e delle strategia.
La mission
La società si occupa di acquisizione e gestione immobiliare per il segmento hospitality, con focus particolare sul ”living alberghiero esperienziale” long e short stay. Sostanzialmente acquista immobili con differente destinazione d'uso e storia per riconvertirli in strutture di living alberghiero. Ma non solo. «Siamo partiti con l'idea di una piattaforma di sviluppo a 360 gradi che abbia due diverse anime _ spiega Aldo Giacin, direttore generale e co-fondatore di Ricerca 12 _. Quella immobiliare, su cui abbiamo finora investito circa 50 milioni di equity in tre sviluppi; poi quella di gestione alberghiera, che prende o prenderà in locazione gli immobili».
Quindi il progetto di Ricerca 12 prevede, da un lato, investimenti immobiliari per riconvertire gli immobili acquisiti in hotel e, dall'altro, la creazione di una vera e propria società di gestione alberghiera business to consumer che prenderà in locazione gli asset.
Il portafoglio
Attualmente la società ha tre asset in portafoglio: il primo immobile in Città Studi a Milano ha aperto al pubblico nei primi mesi del 2020, il secondo asset a Milano sui Navigli ha da poco avviato la fase di ristrutturazione ed il terzo immobile, ubicato a Firenze in via Belfiore, è stato acquisito a dicembre 2018 ed è attualmente locato all'Agenzia del Demanio.
La prima apertura
La prima apertura è stata quella di via Noe 24 a Milano, con l'hotel 21Wol, in prossimità della fermata Piola sulla linea verde della metropolitana (a due fermate dalla Stazione Centrale di Milano), nelle immediate vicinanze di Città Studi, dove si sviluppa il polo universitario del Politecnico di Milano e dell'Università Statale.
L'hotel è un 3 stelle e ha 120 camere, un ristorante, uno spazio co-working di circa 700mq, un giardino esterno di 600mq, ed ha ottenuto la certificazione Leed Gold a febbraio 2021.
«Si tratta di circa 5mila mq con 120 stanze e con circa 1000 mq di spazi di living – ha spiegato Giacin –. La nostra filosofia è che, anche nel settore alberghiero così come nel nuovo residenziale, non ci siano immobili chiusi su se stessi, ma aperti alla città e alle persone, per esempio in grado di ospitare eventi, usufruibili da persone esterne, come nel caso del co-working».
Aperto nel febbraio 2020, è poi subito stato chiuso a marzo, fino a giugno. «Ma è stata un'esperienza che ci ha permesso di mettere a punto meglio l'offerta, per esempio anche in vista della prossima apertura a Milano. Una parte della struttura di via Noe è dedicata al ricettivo classico, un 20-30% delle nostre stanze sono dedicate al co-living, cioè a studenti, giovani professionisti, lavoratori che vi stanno da un mese a 8-10 mesi. Lavoriamo molto sulle piattaforme social, che poi vengono tradotte in una piattaforma fisica dedicata agli eventi o alla formazione. Una formula che ci ha permesso di avere un'occupazione intorno al 70%, di molto superiore alla media di Milano, proprio grazie alla commistione tra ospitalità classica, co-living e spazi aperti all'esterno».
L'hotel include camere dedicate al long stay, fino ai 12 mesi, e camere per i soggiorni brevi. I servizi offerti prevedono aree di co-working, cucine ai piani, spazio lavanderia e palestra, oltre a bar, ristorante e spazio eventi. Per l'interior sono stati scelti marchi premium italiani.
Le prossime mosse
La seconda apertura sarà quella di via Ascanio Sforza, 5 a Milano, hotel 4 stelle da 120 camere in zona Navigli con vista sulla Darsena e sul Naviglio Pavese. Anche in questo caso l'hotel sarà dotato di spazio di co-working, cucine ai piani, lavanderia, palestra, ristorante, bar e, in copertura, piscina e sky-bar con vista sullo skyline di Milano.
«L'immobile è piuttosto complicato – ammette Giacin –. comprato come ex centrale Telecom, e i permessi per costruire sono arrivati solo lo scorso giugno, quindi siamo in ballo da due anni. Vorrei sottolineare che si tratta di una vera riqualificazione cittadina, l’immobile era infatti stato etichettato come eco-mostro e il nostro intervento rigenera l’intera area. L’idea di apertura dell'hotel è nel 2023. Stiamo parlando di circa 7800 mq, con 113 stanze, anche qui spazio per eventi, oltre a uno spazio ad hoc per le registrazioni dei giovani utuber o dei vari professionisti che stanno emergendo nei mondi social. L'aspirazione è ottenere la certificazione Leed Platinum, così sarebbe il primo 4 stelle in Italia ad averla».
Successivamente ci sarà l'hotel di Firenze, attualmente però la struttura è ancora occupata dall'inquilino originario, l'Agenzia del Demanio e resta da verificare l’atteggiamento dell’Amministrazione fiorentina nei confronti dell’apertura di nuove strutture ricettive.
La pipeline
Quali sono gli obiettivi? Pare che sentiremo parlare parecchio di Ricerca 12 nel settore immobiliare. «Siamo intenzionati a essere presenti in modo capillare su Milano, ma anche a Roma. Poi Firenze e Venezia, per arrivare a gestire in Italia un capitale di circa 500 milioni di asset under management nell’arco di 5-7 anni. In una seconda fase potremo poi eventualmente andare all'estero – risponde Giacin –. E in contemporanea stiamo pensando alla creazione di un vero e proprio fondo immobiliare dedicato, con l'apertura del capitale ad altri investitori istituzionali».
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