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Ricerca oncologica, accordo Ieo e Politecnico Nuovo approccio hi tech a diagnosi e cure

di Agnese Codignola

3' di lettura

Si chiama Onco-Tech Lab, e promette di rivoluzionare l’approccio con cui si fa ricerca in ambito oncologico e non solo in Lombardia, grazie ai due assoluti protagonisti del settore - l’Istituto Europeo di oncologia (IEO) e il Politecnico di Milano – che lo hanno pensato, e che ora sono pronti a tradurlo in iniziative concrete. È un accordo quadro sostenuto da due ministeri, quello della salute e quello dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che ha lo scopo di razionalizzare e mettere in rete le numerose ramificazioni di un sistema cresciuto in modo tumultuoso, ma anche talvolta disordinato, via via che le innovazioni tecnologiche permettevano nuovi passi in avanti e contaminazioni tra due ambiti sempre più interconnessi e interdipendenti: quello più prettamente medico, di ricerca appunto, ma anche clinico e preclinico, e quello tecnologico. Spiega Guido Baroni, docente di bioingegneria medica del Politecnico e coordinatore del centro di ricerca congiunto: «La ricerca oncologica ha sempre più necessità di elaborare grandi quantità di dati genetici e di altro tipo (per esempio relativi alle indagini diagnostiche di imaging), e di programmare studi che coinvolgano strumenti sempre più sofisticati quali le macchine per la radioterapia.

Finora ci si è sempre affidati a collaborazioni tra singoli gruppi di ricercatori, nate per lo più su un’idea. Anche se ci sono stati ottimi risultati, oggi non si può più procedere in questo modo, senza una visione di insieme che razionalizzi gli sforzi e che inserisca i progetti in un quadro più organico, evitando ripetizioni e mettendo in comune nuove proposte e progetti». Gli fa eco Roberto Orecchia, direttore scientifico di IEO: «Fino a poco tempo fa gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico erano vincolati, nelle loro collaborazioni a una sorta di esclusività che, nel caso di IEO, era l’Università Statale di Milano. Fortunatamente le norme sono cambiate, e questo ci ha dato modo di aprirci a nuove collaborazioni, tutte finalizzate ad avvicinare sempre di più il mondo della tecnologia e della bioingegneria a quello della medicina, quello della ricerca di base con quello dei suoi sviluppi operativi, che devono passare anche attraverso brevetti e start up». Nel concreto, Orecchia cita due esempi di progetti su cui lavorerà Onco-Tech Lab: «Abbiamo molta fiducia nelle possibilità offerte dagli organoidi di ultima generazione, cioè da sistemi biologici tridimensionali di tessuti nei quali, grazie all’inserimento di chip e dispositivi in silicio, è possibile riprodurre con estrema precisione ciò che accade in un tessuto umano, comprendendo anche, per esempio, il sistema dei capillari e il microambiente, molto importanti. Ciò permette di ridurre significativamente l’impiego di modelli animali e di modificare la ricerca in vitro tradizionale con colture e cellule, avendo al tempo stesso tempi molto più veloci e dati più omogenei e riproducibili.

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Un secondo tipo di progetto riguarda invece le tecniche di imaging e quelle chirurgiche. In entrambi i settori, il contributo dell’intelligenza artificiale e del deep learning per l’elaborazione delle informazioni genetiche o dei big data proteici e il perfezionamento degli strumenti consentirà di offrire ai pazienti cure sempre più personalizzate ed efficaci, e sempre meno invasive».

Per facilitare lo scambio di informazioni, dare vita a nuovi progetti e trovare sinergie che permettano anche accesso a nuovi fondi di ricerca comuni, oltre alla piattaforma digitale, Onco-Tech Lab troverà anche spazi fisici, come conclude Baroni: «Non solo ci saranno momenti di incontro come seminari e riunioni periodiche (anche, tra l’altro, per l’elaborazione di linee guida condivise), ma in futuro avremo anche una parte di laboratori congiunti, per facilitare ancora di più lo il trasferimento di conoscenze e di progettualità tra i due ambiti, e rendere la ricerca sempre più traslazionale, cioè più vicina ai pazienti e ai clinici».

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