Richemont rileva la maggioranza di Gianvito Rossi
Al gruppo del lusso elvetico una quota di controllo dell’azienda di calzature di San Mauro Pascoli. Il fondatore Gianvito Rossi rimane azionista e guida dell’azienda. Non divulgato il valore dell’operazione
di Marta Casadei
2' di lettura
Sono giorni di operazioni nel mondo del lusso made in Italy. Dopo l’acquisizione del 30% di Valentino da parte del gruppo Kering annunciata in concomitanza alla diffusione dei dati semestrali, arriva la conferma di un rumor già diffuso nelle ultime settimane: il gruppo svizzero Richemont - cui fanno capo, tra gli altri i marchi di alta gioielleria e orologeria Cartier, Van Cleef & Arpels e Iwc e i brand Chloè e Serapian - ha annunciato di aver rilevato una quota di maggioranza di Gianvito Rossi. Il fondatore, ceo e direttore creativo del marchio eponimo manterrà una quota di minoranza e continuerà a lavorare allo sviluppo del brand in collaborazione con il gruppo Richemont. Sebbene il valore dell’operazione non sia stato diffuso, la valutazione dell’azienda di San Mauro Pascoli, fondata nel 2006, dovrebbe essere dunque superiore ai 100 milioni di euro: l’azienda infatti ha chiuso il 2022 con ricavi oltre i 100 milioni di euro ed Ebitda a 23 milioni chec, in previsione, salirà a 30 milioni a fine 2023 - manterrà .
«Gianvito Rossi è una maison eccezionale, con un savoir faire unico nel mondo delle calzature. Le sue caratteristiche fondanti di qualità senza compromessi, eleganza e stile senza tempo sono perfettamente allineate con i valori di Richemont», ha spiegato Philippe Fortunato, ceo della divisione Fashion & Accessories Maisons. «Ho trovato in Richemont un partner che condivide con me valori come l’enorme attenzione al design, alla qualità e all’artigianalità e la volontà di preservare tradizioni tramandate di generazione in generazione. Ho scelto loro per continuare a sviluppare il marchio su scala globale per la loro expertise e per il loro modello di espansione. La nostra partnership avrà benefici sul prossimo stadio di crescita dell’azienda».
L’operazione - che ha avuto come advisor Rotschild e che rimane soggetta all’approvazione degli enti regolatori - non avrà impatto diretto sul risultato operativo o sul patrimonio netto consolidato del gruppo per l’anno fiscale che si concluderà il prossimo 31 marzo 2024.
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