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Richemont delude il mercato e il titolo scivola in Borsa del 7%

Il fatturato del gruppo svizzero ha evidenziato una crescita del 6%, a 10,2 miliardi di euro, ma il risultato netto delude le stime degli analisti

di Monica D'Ascenzo

Aggiornamento chiusura di Borsa

REUTERS/Arnd Wiegmann

2' di lettura

Ritorno all’utile per il gruppo svizzero del lusso Richemont, che ha chiuso il primo semestre del 2023 con un risultato netto positivo di 1,5 miliardi di euro, in miglioramento rispetto alla perdita di 766 milioni di euro dell’anno precedente. Il dato risulta comunque sotto le stime degli analisti, che si attendevano un utile netto di 2,17 miliardi di euro secondo il consenso pubblicato da Zuercher Kantonalbank.

Nello stesso periodo il fatturato ha evidenziato una crescita del 6%, a 10,2 miliardi di euro (le stime indicavano un dato leggermente superiore di 1,34 miliardi di euro), con vendite in aumento del 14% a tassi di cambio effettivi nella zona dell’Asia Pacifico. Nel primo semestre, inoltre, l’utile operativo ha registrato una flessione del 2% attestandosi a 2,655 miliardi di euro.

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A Zurigo il titolo del gruppo del lusso ha segnato un tonfo oltre il 7% e ha chiuso le contrattazioni in flessione del 4,89% a quota 106,70 franchi svizzeri per azione.

Dati inferiori alle stime del mercato

Richemont ha riportato utili inferiori alle attese a causa «dell’aumento del costo della vita, le difficoltà economiche e le tensioni geopolitiche stanno pesando sulla spesa dei clienti». Il gruppo svizzero, che conta nel proprio portafoglio marchi come Cartier, IWC e Vacheron Constantin, è l’ultimo in ordine temporale nel settore del lusso a segnalare un rallentamento della crescita del mercato negli ultimi mesi. Il colosso francese Lvmh aveva già evidenziato nella propria trimestrale un rallentamento della domanda di beni di fascia alta negli Stati Uniti e in Europa, dove l’aumento dei prezzi ha spinto gli acquirenti, soprattutto le generazioni più giovani, a ridurre la spesa.

Le vendite di Richemont hanno visto un forte sbalzo dalla crescita del 19% dei primi tre mesi dell’esercizio in corso all’aumento del 5% nel secondo trimestre. «La crescita si è attenuata nel secondo trimestre poiché la pressione inflazionistica, il rallentamento della crescita economica e le tensioni geopolitiche hanno iniziato a influenzare il sentiment dei clienti, aggravato da forti comparativi» commenta il presidente Johann Rupert in una nota, aggiungendo: «Di conseguenza, abbiamo assistito ad un’ampia normalizzazione delle aspettative di crescita del mercato in tutto il settore».

Lo spaccato geografico

Debole il mercato europeo, dove le vendite sono diminuite dell’1% nel secondo trimestre dell’esercizio 2024, mentre guida i rialzi l’area Asia Pacifico con una crescita dell’8% nelle vendite su base annua. Positiva l’evoluzione anche in America, che ha registrato un aumento delle vendite del 4%, e in Giappone, che è cresciuto del 12%, sostenuto dall’aumento della spesa turistica. Infine la regione del Medio Oriente e l’Africa hanno registrato un aumento del 3% aumento delle vendite.

Andamento delle divisioni del gruppo

Le maison di gioielleria del gruppo hanno registrano una crescita delle vendite del 10% a tassi di cambio effettivi (+16% a tassi di cambio costanti) e un margine operativo del 35,5%. La sezione orologi, invece, hanno visto un calo delle vendite del 3% a cambi correnti (+3% a cambi costanti) e realizzano un margine operativo del 19,7%. Infine l’area delle restanti attività di Richemont ha segnato una diminuzione delle vendite dell’1% a cambi effettivi (+3% a cambi costanti) con una perdita complessiva di 6 milioni di euro, con F&A Maisons che registra un margine operativo del 2,1%.

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