Riecheggia per i politici il monito manzoniano: «Adelante Pedro, con juicio»
Anche se in campagna elettorale il teatrino della politica cerca di minimizzare tante difficoltà, l’allarme rosso dell’economia è già suonato
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
Non era mai successo in quasi ottant’anni di Repubblica che una campagna elettorale si svolgesse, come questa volta, nel vivo dell’estate, un’estate peraltro torrida. Forse anche per questo motivo i piccoli bastimenti che si chiamano partiti sembrano aver perso la bussola e continuano a procedere a zig-zag, tra colpi di scena, repentine fughe in avanti ed immediati dietro-front. Come se non bastassero tutte le alchimie politiche di queste settimane - che già ci fanno rimpiangere Draghi anche se lui è ancora assiso a Palazzo Chigi -, a preoccuparci è soprattutto la tempesta economica in corso che rischia di affondare la nave tricolore.
Tanti sono, infatti, gli allarmi che continuano a suonare a poco più di un mese dal voto: da Moody’s che ci declassa all’inflazione che ha raggiunto i massimi degli ultimi 40 anni, dalla valuta che s’indebolisce alle ultime restrizioni europee per il gas, non è mai stato così precario il quadro generale dell’Italia durante una campagna elettorale.
Ecco perché vorremmo tanto che tutti coloro che sono impegnati in prima persona in questa corsa verso il voto piuttosto anomala voltassero davvero pagina. Sono, infatti, tanti gli elettori che dicono basta alle alleanze dei partiti che durano lo spazio di un mattino; basta a quegli attacchi gratuiti senza tregua tra i protagonisti della maratona di queste settimane; basta agli “j’accuse” e alle continue piroette degli ultimi giorni.
Dobbiamo essere tutti consapevoli del fatto che se è anomalo il tragitto elettorale in pieno clima ferragostano verso il 25 settembre, è ancora più anomala l’eredità che lascerà il prossimo voto considerando anche la posta in gioco che non era mai stata così alta come adesso. Del resto, non possiamo dimenticare il fatto che il governo che sarà varato in autunno rischierà di combattere contro i mulini a vento perché da una parte dovrà affrontare problemi molto grandi, dall’altra avrà a disposizione pochissime risorse.
Anche se il teatrino della politica cerca di minimizzare tante difficoltà, dobbiamo infatti essere ben consapevoli che l’allarme rosso dell’economia non è più dietro l’angolo: è già suonato. Vi ricordate la frase “Adelante Pedro, con juicio” (“Procedi Pedro con giudizio”) che, nei “Promessi Sposi”, il cancelliere spagnolo di Milano, Antonio Ferrer, rivolse al proprio cocchiere? Ecco, in un momento così delicato, tutti i nostri politici (o aspiranti tali) dovrebbero essere tanti Pedro: debbono usare il “juicio” e non certo con parsimonia.
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