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Rientro dei cervelli, la stretta per chi torna dopo il primo gennaio

Sconti intatti ai contribuenti che hanno la residenza anagrafica in Italia nel 2023. Leo: «Semplificare il sistema per evitare pratiche elusive». Giorgetti stoppa il bonus per i calciatori

di Marco Mobili, Gianni Trovati

Renzi: Meloni taglia incentivi per rientro cervelli in fuga

3' di lettura

Il cambio di rotta negli sconti fiscali destinati a chi ritorna in Italia dopo un periodo passato all’estero sta agitando la comunità degli expat che hanno progettato il rientro. La norma, anticipata lunedì sul Sole 24 Ore, è stata inserita nel decreto attuativo della riforma Leo dedicato alla fiscalità internazionale, quello esaminato lunedì scorso dal consiglio dei ministri che introduce la Global Minimum Tax e dimezza le tasse per le imprese che riportano le attività nel nostro Paese.

Il testo è ancora in fase di limatura, ma i meccanismi chiave sono stati definiti e non mancano chiarimenti che possono tranquillizzare molti fra quanti in questi giorni hanno scritto al Sole 24 Ore per raccontare la propria situazione che temevano travolta dal cambio di regole.

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Primo, il cambio di regole che abbassa al 50% lo sconto fiscale quinquennale, lo riserva ai lavoratori «a elevata qualificazione o specializzazione» e introduce il tetto di reddito a 600mila euro all’anno, imponendo la tassazione ordinaria alle eventuali quote superiori di entrata, non riguarderà chi avrà la residenza anagrafica nel nostro Paese entro il 31 dicembre di quest’anno. Proprio questo è uno degli aspetti più delicati, perché le bozze circolate fin qui avevano introdotto il parametro della «residenza fiscale», che si riesce a ottenere solo dopo 183 giorni (cioè sei mesi e un giorno) di attività. Il timore, di conseguenza, era di non riuscire a rispettare il parametro temporale perché, pur ritornando in Italia entro l’anno, il trasferimento fiscale avrebbe richiesto almeno sei mesi di permanenza.

«Pacta sunt servanda - spiega però il viceministro all’Economia Maurizio Leo al Sole 24 Ore -, il nostro obiettivo non è certo di penalizzare chi ha programmato il ritorno, ma di riordinare e semplificare la disciplina anche per evitare alcune pratiche elusive che si sono sviluppate in questi anni». Il lavoro di forbice che viene azionato sul dedalo dei vecchi regimi di favore fioriti nel tempo, manterrà in vita il canale su misura di professori e ricercatori introdotto nel 2010 (articolo 44 del Dl 78/2010) che per cinque anni assicura uno sconto fiscale del 90%. Sembra invece destinata a cadere, nonostante le fitte discussioni delle ultime ore, l’agevolazione fiscale per i calciatori. A stopparla è direttamente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Lo scopo della norma è di richiamare i cervelli - taglia corto il titolare dei conti -. Dobbiamo rivolgerci a quelle professionalità che per la loro eccezionalità meritano di essere trattate diversamente dalle altre, però l’esperienza concreta suggerisce anche di evitare forme di carattere elusivo e situazioni come quella dei calciatori. Francamente, non potevano continuare come prima».

Proprio nello stop al rischio di abusi va cercata la spinta che ha animato il Governo nella riscrittura delle regole per quelli che il gergo fiscale chiama «rimpatriati». «Di pratiche elusive ne abbiamo trovate molte - sostiene Leo -; c’è chi ad esempio ha semplicemente giocato con il calendario cumulando in poco più di un anno il requisito dei due periodi da 183 giorni all’estero necessari a ottenere poi la detassazione per cinque anni. Altri hanno addirittura spostato la residenza al Sud, magari sfruttando la presenza di qualche famigliare nel Mezzogiorno, per sfruttare l’incentivo maggiorato pur lavorando a Milano e dintorni. Si arriva poi fino a casi limite dell’acquisto agevolato da parte del rimpatriato di una casa al mare o in montagna che poi veniva sfruttata dai famigliari per le loro vacanze. Ci sono inoltre meccanismi abusivi sviluppatisi nell’ambito di gruppi. Anche in questo caso si farà in modo di agevolare le situazioni effettuate senza fini elusivi, approfondendo il dossier anche nel corso dell’esame parlamentare».

Di qui la stretta, che però con il nuovo regime finisce per escludere dalle agevolazioni i lavoratori non qualificati che fino a quest’anno sono stati incentivati al ritorno dal premio fiscale; con un dispendio di risorse evidentemente considerato non più strategico dal Governo.

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