Rifiuti, Lega si mobilita per sfiduciare Raggi, Pd non affonda il colpo
Il leader della Lega ha colto l’occasione dell’emergenza rifiuti, con le dimissioni del cda dell’Ama (siamo al sesto cambio di governance in tre anni), per annunciare una raccolta di firme per sfiduciare la sindaca
di Andrea Gagliardi
2' di lettura
Matteo Salvini rilancia l’Opa sulla Capitale. Il leader della Lega, non nuovo alle bordate verso la prima cittadina pentastellata di Roma, ha colto l'occasione dell’emergenza rifiuti con le dimissioni del cda (siamo al sesto cambio di governance in tre anni) per annunciare una raccolta di firme per sfiduciare la sindaca: «Roma è ostaggio di una incapace - scandisce - Siamo pronti a raccogliere 100.000 firme per le dimissioni della Raggi, non se ne può più».
Pd non affonda il colpo
L’alleanza di governo Pd - 5stelle a livello nazionale sembra invece far sentire i suoi effetti sul Comune di Roma, con il Pd in difficoltà. Non mancano le critiche alla gestione rifiuti da parte della sindaca, ma l’impressione è che si eviti di affondare il colpo. Il gruppo dem invoca la nomina di un commissario per Ama che «tolga i poteri a Roma capitale e eviti il disastro». Ma nessuno, neppure tra i big nazionali, arriva a sfiduciare la sindaca. Anzi. Il sottosgretario dem all’Ambiente Roberto Morassut, in un’intervista al Messaggero, si limita ad auspicare una «maggiore assunzione di responsabilità da parte di Roma capitale». E gli sherpa di M5s e Pd lavorano piuttosto a una soluzione per bloccare le aggressioni politiche della Lega. A partire dalla proroga fino a gennaio 2020 della ordinanza della Regione Lazio che obbliga tutti gli impianti del Lazio a ricevere i rifiuti romani.
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Il programma della Lega per la Capitale
Forte della scalata a Roma (alle europee la Lega è stato primo partito del centrodestra e secondo in assoluto dopo il Pd, incassando il 25,8%) con picchi nelle periferie, il Carroccio è pronto a rivendicare la guida della città. E ha preparato un programma che punta dritto al Campidoglio. Tra i punti salienti: più poteri alla Capitale, accesso diretto ai fondi per i trasporti, realizzazione di nuovi impianti per i rifiuti - i termovalorizzatori - taser per la polizia locale.
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Nel centrodestra ipotesi Saltamartini
Mancano due anni alle elezioni, ma la caccia al candidato sindaco è già partita sotto traccia. Dopo il niet di Giulia Bongiorno gli occhi sono puntati sull'ex aennina e ex Ncd Barbara Saltamartini, presidente della Commissione Attività produttive della Camera. È lei, si dice, la prescelta di Salvini (e di Giorgetti con il quale avrebbe un ottimo rapporto). All’interno della coalizione di centrodestra Fratelli d'Italia (8,7% alle elezioni europee) rivendica però il suo peso specifico. E, non a caso, fra le ipotetiche candidature compare quella della stessa leader Giorgia Meloni (già candidata del centrodestra, senza Fi, nel 2016, rimasta fuori dal ballottaggio) o di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera. Forza Italia, ormai ridotta a Roma sotto il 6% delle Europee, pare invece defilata nella scelta del candidato sindaco della coalizione.
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