ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCantiere Fisco

Riforma fiscale e promesse elettorali: cosa c’è (e cosa no) nella legge delega

La bozza del provvedimento all'attenzione del Cdm si presenta come un patchwork abbastanza armonico delle priorità indicate da FdI, Fi e Lega in campagna elettorale. Ma per passare dalle parole ai fatti i tempi sono ancora lunghi: l’iter di approvazione durerà oltre 24 mesi

di Vittorio Nuti

(FOTOGRAMMA)

5' di lettura

Almeno sulla carta, la legge delega per il riordino del nostro sistema fiscale in rampa di lancio dal 10 marzo e all’attenzione del Consiglio dei ministri del 16 marzo è la riforma perfetta. Non tanto per i cittadini/contribuenti (per capirlo davvero bisognerà attendere che la delega venga votata dal Parlamento e che poi si concluda il lunghissimo iter di approvazione dei decreti delegati di attuazione: 24 mesi dall’approvazione della nuova normativa), ma come cartina di tornasole dei rapporti di forza interni alla maggioranza e della sua compattezza.

Quale dei tre partiti risulta avere più voce in capitolo rispetto alle promesse della recentissima campagna elettorale? Oppure non c’è un vero vincitore, e la riforma si presenta come una proposta che mette insieme in modo armonico le priorità di tutta la maggioranza? Per capirlo, in attesa di conoscere il testo definitivo approvato dal Governo, mettiamo a confronto i rispettivi programmi elettorali con i contenuti della bozza del disegno di legge delega in entrata al Cdm.

Loading...

Tutti d’accordo sui principi generali

Partiamo dai principi generali della legge delega. Qui, è facile andare d’accordo. Tutti e tre i partiti della maggioranza auspicavano, prima delle urne, la semplificazione delle procedure e della normativa fiscale (meno adempimenti), la riduzione della pressione fiscale (per FI anche con un “tetto” fissato in Costituzione), e la riduzione della conflittualità tra Fisco e cittadini. Tutte cose che ritroviamo nella delega, insieme allo Statuto del contribuente elevato a legge generale (FI), e all’idea di rilanciare i testi unici organici in materia tributaria contro l’attuale frammentazione normativa (FdI, FI).

Verso una Flat tax a 360°

Come è noto, il nocciolo duro della legge delega è la riforma dell’Irpef. La prospettiva di procedere a una revisione e graduale riduzione dell’Irpef nella prospettiva di arrivare ad una aliquota impositiva unica nell’arco della legislatura trova tutti d’accordo. L’obiettivo, spiega la delega, è arrivare ad una flat tax per tutti. E l’innalzamento a 85mila euro della soglia per la flat tax degli autonomi disposta dall’ultima legge di bilancio è un passo in questa direzione, anche considerando che i programmi elettorali di tutte le formazioni del centrodestra puntavano da subito a una flat tax per tutte le partite Iva fino a 100mila euro di ricavi o compensi. Nella direzione di una flat tax per tutti va anche la graduale estensione della tassazione piatta incrementale (novità dell’ultima manovra per ora limitata alle partite Iva) anche ai lavoratori dipendenti. Sostanziale convergenza poi anche sull’estensione della cedolare secca anche agli immobili non abitativi (FdI, FI), mentre la semplificazione delle norme sui fringe benefit era richiesta in campagna elettorale solo da FdI.

Chi più assume meno paga

Il confronto tra programmi e legge delega evidenzia la riforma dell’Ires (secondo un criterio a due livelli: aliquota ordinaria al 24% e tassazione agevolata per la quota di reddito destinata nel biennio successivo a assunzioni o investimenti in beni strumentali) come il secondo pilastro del riassetto del sistema tributario. La priorità di un intervento in tal senso, secondo il principio “chi più assume meno paga” compare in modo esplicito nei programmi di Lega e Forza Italia, e l’unanimità nella maggioranza è piena sulla t rasformazione dell’Irap in una sovraimposta da applicare alla base imponibile Irap.

L’Iva cambia faccia

La legge delega in cantiere ha un altro capitolo importante, ed è quello della semplificazione del regime Iva. Nella bozza del provvedimento si parla di razionalizzazione del sistema delle aliquote allineate a criteri Ue, con l’obiettivo di rendere omogenee le aliquote oggi applicate a beni e servizi similari a rilevanza sociale. Su questo fronte, i programmi dei partiti della maggioranza sono concordi in modo esplicito su un punto: l’introduzione di una aliquota Iva zero per un piccolo pacchetto di beni essenziali, che potrebbero essere pane, pasta e olio.

LA DELEGA FISCALE E I PROGRAMMI ELETTORALI DELLA MAGGIORANZA
Loading...

Pace fiscale gettonatissima

Come noto, uno dei temi di maggiore intesa della maggioranza è quello della semplificazione delle procedure fiscali e degli adempimenti dei contribuenti. Il Fisco equo si declina anche dando la priorità alla semplificazione degli obblighi dichiarativi, dando ancora più spazio al principio della pace fiscale e del “saldo e stralcio” e alla ricerca di accordi tra cittadini ed Erario, punti che ritroviamo anche nella delega. FdI dettaglia meglio nel suo programma proponendo la revisione del contenzioso tributario e l’istituzione del concordato preventivo come criterio generale di gestione del rapporto tra Fisco e contribuenti.

Lotta all’evasione evergreen

I programmi elettorali di FI e Lega non toccano invece in modo specifico un aspetto di rilevo della riforma del Fisco, che rimanda piuttosto ad impegni e linee di intervento del Governo Draghi. Parliamo della lotta all’evasione e all’elusione fiscale, cui accenna solo FdI, per le quali la delega prevede nei principi generali il potenziamento delle banche dati e dell’analisi del rischio, più spazio a tecnologie digitale e intelligenza artificiale. Nei principi generali (articoli 1-3 della bozza di legge delega) per contribuire a razionalizzare il sistema tributario si prospetta anche all’eliminazione di microtributi che comportano eccessivi oneri di gestione per lo Stato, anche nella prospettiva di uno stop a ad alcune imposte (bollo, ipotecaria, catastale, eccetera), per far posto a un tributo unico in misura fissa (articolo 10 della bozza). A grandi linee, la previsione della delega rispecchia i programmi di tutti e tre i partiti della maggioranza, così come il riordino degli sconti fiscali in genere, indicati a settembre da FdI e Forza Italia, tema che rientra nel capitolo più ampio delle tax expenditures, la cui revisione dovrebbe garantire gran parte delle coperture necessarie alla riforma.

Contenuti “extra”

Ad uno sguardo d’insieme, sono invece davvero tanti i temi della delega che non compaiono in modo specifico nei programmi dei partiti, pur rientrando nel dibattito degli ultimi anni sul futuro del nostro sistema fiscale. La ragione in molti casi è semplice: si tratta di ambiti di intervento molto tecnici, difficilmente spendibili sotto elezioni, che possono essere molto rilevanti ma con poche ricadute dirette sulla vita quotidiana della maggioranza dei cittadini. Si va dalla revisione delle crisi d’impresa al superamento della disciplina delle società di comodo e alla revisione della fiscalità di vantaggio passando da un aggiornamento delle norme fiscali del Terzo settore (tutti articolo 9 della bozza). E poi l’armonizzazione della nostra disciplina doganale alle norme Ue (articolo 11), la rimodulazione delle accise sui prodotti energetici con la revisione dei criteri di tassazione (articolo 12), un nodo difficile da sciogliere, come ha evidenziato il pasticcio seguito allo stop al taglio delle accise per calmierare i prezzi alla pompa.

L’elenco prosegue con altre potenziali “patate bollenti” come la razionalizzazione dei tributi regionali per l’attuazione del federalismo fiscale regionale (articolo 13), il riordino dei tributi locali e in particolare l’attribuzione del gettito Imu dei capannoni industriali e produttivi direttamente ai Comuni (articolo 14). L’articolo 15 prevede il riordino delle norme sui giochi - cui si accenna solo nel programma di Forza Italia, soprattutto in chiave di contrasto al gioco illegale - con previsioni puntuali come le misure di contrasto alle ludopatie e la tutela dei soggetti vulnerabili.

Test maggioranza rinviato

Al termine di questo excursus, possiamo dire che, al momento, la bozza della legge delega rispecchia una sostanziale unità d’intenti della maggioranza, con molte sfumature ma senza distanze di rilievo su nessun punto specifico. A fare da collante sono innanzitutto la riduzione della pressione fiscale, la riduzione dei conflitti Fisco-cittadini, la semplificazione degli adempimenti e la razionalizzazione del sistema tributario. L’agenda “pratica” rispecchia l’intesa a tre: vedi riforma Irpef, semplificazione Iva (in particolare sui beni essenziali), l’Ires a due livelli secondo il principio chi più assume meno paga, e lo stop alle mini imposte. Tutta da provare invece la tenuta su altri aspetti più controversi, dalla lotta all’evasione fiscale al riassetto delle accise e alla riforma dei bonus e delle tax expenditures, temi più a rischio perché connessi a benefici e rendite di posizione difficili da scardinare. Vedremo quando l’iter della delega entrerà nel vivo.

Riproduzione riservata ©

loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti