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Riforma fiscale, il Governo: favorirà il rientro di capitali. Giudizio negativo di Cgil e Cisl

Palazzo Chigi dopo gli incontri con i sindacati: massima apertura al dialogo sull’attuazione, dopo la delega i decreti entro due anni

Fisco, Leo: i tempi sono maturi una riforma strutturale

3' di lettura

Il governo conferma l’obiettivo di portare la delega fiscale in Consiglio dei ministri questa settimana, probabilmente giovedì e prima dell’approvazione, convoca le parti sociali per illustrare i punti saldi della riforma. I primi a sfilare a Palazzo Chigi sono i sindacati, poi toccherà ad una lunghissima lista di associazioni di imprese e di categoria, oltre agli ordini professionali. Intanto dopo i primi confronti Palazzo Chigi sottolinea che fra gli obiettivi della riforma fiscale c’è anche quello di «semplificare gli adempimenti, favorire la collaborazione con il Fisco e incentivare il rientro dei capitali».

Cgil boccia la riforma

L’incontro con il governo «non è andato bene né sul merito né sul metodo. Oggi c'è stata una descrizione della legge delega a 48 ore dal Consiglio dei ministri, così non va proprio. È mancato il coinvolgimento e non siamo d'accordo né sulla riduzione delle tre aliquote, perché va a favorire i redditi alti e altissimi, né sulla flat tax, che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione. Non siamo assolutamente contenti e soddisfatti. Non si tratta così un tema che riguarda tutti”. Così la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi.

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Critiche anche dalla Cisl

Il leader della Cisl Luigi Sbarra sottolinea “l’inadeguatezza” del confronto messo in campo dal Governo sulla riforma fiscale e “l’urgenza” di avere risposte. E, dopo l’incontro di oggi dice: «Aggiungo che bisogna accelerare il confronto su previdenza, pensioni, salute e sicurezza, non autosufficienza, rilancio degli investimenti, qualità e stabilità del lavoro. Se il Governo risponde a queste nostre rivendicazioni e a queste nostre priorità, bene, diversamente siamo pronti a valutare insieme a Cgil e Uil le iniziative di mobilitazione da mettere in campo a sostegno delle nostre ragioni».

Palazzo Chigi: massima apertura al dialogo su attuazione

«I rappresentanti dell’Esecutivo hanno assicurato alle sigle sindacali presenti “massima apertura al dialogo e al confronto durante tutto l’iter parlamentare” di approvazione della delega e dei successivi provvedimenti attuativi». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi dopo l’incontro fra governo e sindacati sulla riforma fiscale. «Dopo il confronto con i sindacati è in programma per domani un tavolo con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Un metodo - si legge nel comunicato -, quello del dialogo, che testimonia la volontà del Governo di arrivare a una riforma il più possibile concreta e condivisa».

Dopo la delega i decreti entro due anni

«Le tempistiche, annunciate dai rappresentanti del Governo» nell’incontro con i sindacati sulla riforma fiscale, fa sapere Palazzo Chigi, «prevedono l’adozione dei decreti delegati - che conterranno la disciplina attuativa dei principi espressi nella delega - entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge delega».

Bonomi: bozze nella giusta direzione

Molti hanno già espresso il loro placet. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dopo un primo giudizio scettico, sembra invece oggi più convinto. L’operazione del governo, che per le aziende prevede l’eliminazione dell’Irap, la detassazione dei redditi d’impresa e la revisione dei regimi d’interessi passivi, va «nella giusta direzione», ha affermato il leader degli industriali.

I punti chiave della riforma

Dagli incontri emergerà probabilmente qualche dettaglio in più, o quanto meno il governo spiegherà le linee guida alla base della riforma, studiata non solo per alleggerire gradualmente il carico fiscale, ma anche per avvicinare ulteriormente l’amministrazione finanziaria ai contribuenti, che si tratti di cittadini o imprese. Compliance, riduzione del contenzioso, certezza del diritto sono infatti gli obiettivi che viaggiano in parallelo alla riduzione della pressione fiscale.

La rappresentanza governativa

Le risorse per ridurre le aliquote Irpef, riordinare quelle Iva, eliminare l’Irap e abbassare l’Ires su chi investe e crea occupazione, saranno pescate, secondo il governo, da una riorganizzazione delle agevolazioni fiscali e dalla lotta all’evasione. Bisognerà capire però se le strategie dell’esecutivo proprio in questo campo coincidano con quelle dei sindacati, fautori di una lotta senza quartiere ad evasione ed elusione. Ad illustrarle saranno il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il viceministro, Maurizio Leo, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

Chi va a Palazzo Chigi

Si comincia alle 14 con Cgil, Cisl, Uil e Ugl per poi (alle 15) passare a Cofsal Unsa, Confintesa, Usb e Cisal. Domani alle 9.30 toccherà a Confindustria, Abi, Confapi, Confimi, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cia, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Federterziario, Confeservizi, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri. A seguire, alle 11, Ania, Ance, Confedilizia, Alleanza Cooperative, Confcooperative, Unicoop, Cndcec (commercialisti), Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del Lavoro, Confprofessioni, Assoprofessioni, Anti (tributaristi italiani).

Le posizioni già evidenziate

Le categorie hanno in parte già espresso il loro giudizio, in gran parte positivo, vedendosi riconosciuti alcuni dei loro cavalli di battaglia. Confcommercio ha promosso le mosse su Irap e Ires, oltre che il riordino delle tax expenditures, Confartigianato ha approvato l’idea di un nuovo rapporto fisco-contribuente improntato alla lealtà dei comportamenti, la Cna ha puntato soprattutto sulla semplificazione degli adempimenti, mentre da Confedilizia è arrivato il plauso alla cedolare secca sugli immobili commerciali.

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