Oggi le comunicazioni di conte

Mes, maggioranza trova l’intesa sulla risoluzione per la riforma: verso l’ok in Aula

Destinata a rientrare la fronda degli “ortodossi” M5s che avevano minacciato di non votare la riforma del Mes. Rientrato anche il dissenso dei renziani che in prima battuta si erano sfilati dalla risoluzione di maggioranza depositata in Senato. Anche se la firma dei capigruppo renziani in calce al testo sarà messa solo dopo aver ascoltato l'intervento del premier Conte in Aula

di Andrea Gagliardi

(ANSA)

2' di lettura

Intesa raggiunta sul testo della risoluzione sulla riforma del Mes al vertice di maggioranza appena conclusosi. L'accordo, spiegano fonti di governo è «soddisfacente per tutti i gruppi». È destinata a rientrare perciò la fronda degli “ortodossi” M5s che avevano minacciato di non votare la riforma del Mes oggetto delle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in parlamento il 9 dicembre. Un voto che a questo punto non dovrebbero più riservare sorprese quanto alla tenuta della maggioranza. Neppure al Senato dove le forze che sostengono il governo hanno numeri esigui.

Nella risoluzione la maggioranza impegna il governo a «finalizzare l'accordo politico raggiunto all'Eurogruppo e all'ordine del giorno dell'Eurosummit sulla riforma del trattato del Mes» ma anche «a ribadire che questa riforma non può considerarsi conclusiva, vista la logica di pacchetto già ribadita dal Parlamento, proprio alla luce delle ultime scelte realizzate in seno alla Ue che descrivono una nuova stagione di necessarie modifiche», nonché a «sostenere la profonda modifica del patto di stabilità e crescita prima della sua reintroduzione, e la realizzazione dell'Edis», ossia il sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari.

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Iv dà ok a intesa ma firmerà risoluzione dopo Conte

Rientrato anche il dissenso dei renziani che in prima battuta si erano sfilati dalla risoluzione di maggioranza depositata in Senato. Anche se la firma dei capigruppo renziani in calce al testo sarà messa solo dopo aver ascoltato l'intervento del premier Conte in Aula. Via libera politico all'intesa sulla bozza, dunque, ma i capigruppo di Iv hanno fatto sapere che non firmeranno subito il testo, reputando determinante quello che dirà nella sua relazione del premier.

Mes, Lezzi: trovato punto caduta in M5S

Che la situazione si stesse sbloccando in casa M5s si era capito in mattinata. Dopo ore di febbrile trattativa per far rientrare nei ranghi il maggior numero di dissidenti in vista del voto di domani sulle comunicazioni del premier, è stata Barbara Lezzi, tra i leader della fronda M5s, a parlare di un «punto di caduta» trovato sul Mes. «Ho trascorso due intere giornate insieme ad altri 60 parlamentari per mediare le posizioni, per trovare un punto di caduta. Grazie a questo lavoro è venuta fuori una risoluzione che non è quella ideale ma, almeno, rivendica il ruolo del Parlamento in sede di ratifica e avverte che non sarà disposto al voto finale se non ci sarà l'avanzamento significativo del resto del pacchetto di riforme (Edis prima di tutto)» ha scritto su Fb la senatrice.

Le tensioni nella maggioranza sul Recovery Fund

Rimane alta la tensione nella maggioranza sulla governance (chi comanderà e gestirà il piano) del Recovery Fund. Il Consiglio dei ministri in agenda l’8 dicembre è slittato al 9 pomeriggio, dopo il passaggio parlamentare sul Mes. Italia viva resta contraria alla cabina di regia immaginata dal premier e dalla quale resterebbe fuori, perché formata, oltre che dallo stesso Conte, solo dai ministri dell'Economia, Roberto Gualtieri (Pd), e dello Sviluppo, Stefano Patuanelli (5 Stelle). I renziani ribadiscono che non voterebbero una norma che accentra, secondo loro, i poteri nelle mani di Giuseppe Conte, il quale nominerebbe anche i 6 manager che guiderebbero una tecnostruttura di una novantina di esperti di settore chiamati a gestire l'attuazione dei programmi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, suddiviso in sei capitoli: rivoluzione verde, digitale, infrastrutture, istruzione, inclusione sociale, sanità

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