Riforma Patto di stabilità, Ecofin trova l’intesa ma Berlino mette nuovi paletti
I ministri delle Finanze dell'Unione europea hanno approvato le linee-guida sulle quali la Commissione europea dovrà fondare le sue proposte legislative in vista di una riforma del Patto di Stabilità
di Beda Romano
2' di lettura
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Dopo un tira-e-molla dell'ultimo minuto, i ministri delle Finanze dell'Unione europea hanno approvato oggi, martedì 14 marzo, linee-guida sulle quali la Commissione europea dovrà fondare le sue proposte legislative in vista di una riforma del Patto di Stabilità. Nonostante l'approvazione del testo a livello diplomatico la settimana scorsa, la Germania ha messo in forse l'intesa politica, costringendo i paesi membri a un inatteso negoziato notturno.
«Le conclusioni di oggi riflettono l’obiettivo della Commissione di un sistema più semplice (…) e di un più ampio margine di manovra nella riduzione del debito, unitamente però a un'applicazione più rigorosa delle regole», ha commentato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis in una conferenza stampa qui a Bruxelles. «C’è ancora del lavoro da fare sui dettagli e per raggiungere una convergenza su alcune questioni rimaste aperte».
Le condizioni tedesche
L'accordo è giunto dopo che la Germania ha posto inattese condizioni. Secondo le informazioni raccolte a margine della riunione qui a Bruxelles, il ministro delle Finanze Christian Lindner si è riferito alle linee-guida messe a punto dall'esecutivo comunitario in vista delle Finanziarie del prossimo anno (si veda Il Sole/24 Ore del 9 marzo). Ha criticato la presunta scelta della Commissione di voler usare fin dal 2024 i futuri principi del Patto di Stabilità prima che questi siano discussi e approvati. In buona sostanza, il ministro ha avuto il timore che la mossa potesse svuotare di significato il futuro negoziato sulle nuove regole di bilancio. Berlino ha quindi chiesto di inserire modifiche nella dichiarazione finale dell'Ecofin. Vi si legge che il Consiglio «invita la Commissione, prima di pubblicare le sue proposte legislative, a tenere conto delle opinioni convergenti degli Stati membri e a continuare a impegnarsi con gli Stati membri nelle aree individuate in vista di ulteriori discussioni». Nei fatti, la Germania ha chiesto che i Ventisette possano valutare ex ante le prossime proposte legislative di Bruxelles, attese in aprile. «Abbiamo chiesto alla Commissione – ha precisato il ministro delle Finanze tedesco – di continuare a impegnarsi con gli Stati membri prima di pubblicare le proposte giuridiche sulla revisione della governance economica. Questo significa che non c’è alcuna carta bianca, bensì la necessità di ulteriori profonde discussioni tecniche».
Coalizione eterogenea
La vicenda ha innervosito non pochi governi. È la seconda volta in poche settimane che Berlino cambia posizione ex post. Dieci giorni fa ha imposto nei fatti alla presidenza svedese dell'Unione europea di rinviare un voto finale sul regolamento che mette al bando le auto inquinanti dal 2035 in poi. In entrambi i casi, i ministri coinvolti appartengono al partito liberale, in grave difficoltà elettorale. Si vota in Baviera in ottobre e vi è il rischio che l'FDP non riesca a entrare nel Landtag.«È sempre una buona cosa rispettare la parola data…», notava oggi un ministro europeo, infastidito dalle scelte tedesche. Più in generale, a giocare nel comportamento della Germania è la presenza al potere di una coalizione molto eterogenea, che raggruppa socialdemocratici, liberali e verdi. In passato, quando governava la grande coalizione guidata da Angela Merkel, il paese tendeva ad astenersi in sede europea in caso di mancato accordo tra i due partiti. Oggi sembra in balia del ministro in carica.
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