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Rigassificatori galleggianti, Snam rileva seconda nave da 5 miliardi di mc. Sarà al largo di Ravenna

Completato il nuovo acquisto dopo il primo concluso rilevando la Golar Turndrar. Renderà disponibili altri 5 miliardi di metri cubi annui di capacità

di Celestina Dominelli

Articolo aggiornato il 6 luglio alle 15.03

Snam premia le prime startup del suo Hyaccelerator sull'idrogeno

4' di lettura

Snam ha completato l’acquisto di un secondo rigassificatore galleggiante (o Fsru, floating storage and regasification unit, vale a dire unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione) dopo il primo rilevato a inizio giugno. La società in una nota conferma quanto anticipato dal Sole 24 Ore di martedì: il gruppo guidato da Stefano Venier ha infatti chiuso la negoziazione esclusiva per poi procedere a rilevare una seconda unità come aveva peraltro annunciato nelle scorse settimane anche il numero uno dell’azienda.

Snam ha siglato con Bw Lng un contratto per l'acquisizione del 100% di FSRU I Limited, che possiederà come unico asset la nave di stoccaggio e rigassificazione “BW Singapore”. Quest’ultima, si spiega in una nota, ha una capacità massima di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto (LNG) e una capacità nominale di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi l'anno. Si prevede che la FSRU, attualmente vincolata da un contratto di charter con terze parti fino a novembre 2023, possa essere posizionata nell'Alto Adriatico, in prossimità della costa di Ravenna, e iniziare la propria attività nel terzo trimestre del 2024.

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L'acquisizione sarà finanziata con mezzi propri da Snam - affiancata nel deal dall’advisor Mediobanca - per un importo di circa 400 milioni di dollari, che saranno corrisposti in due tranche. La Fsru sarà nella disponibilità di Snam alla data del closing, previsto entro la fine del 2023. La seconda nave si andrà ad aggiungere ai 5 miliardi di metri cubi già assicurati dalla prima Fsru.

Il mandato del governo

Come si ricorderà, infatti, nelle scorse settimane Snam ha annunciato l’acquisto da Golar Lng di una prima unità, la Golar Tundra, che ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi e che dovrebbe entrare in attività nella primavera del 2023. Secondo i piani dell’esecutivo, che ha affidato a Snam il compito di individuare sul mercato due Fsru per potenziare la capacità di rigassificazione del Paese in vista dell’arrivo di nuovi quantitativi di gas naturale liquefatto dall’Africa e dal Qatar, la Golar Tundra sarà ormeggiata nel porto di Piombino. Nei giorni scorsi, Snam ha presentato l’istanza al commissario individuato dal governo (il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani) e, in base alla tabella di marcia accelerata che l’esecutivo ha previsto, con il decreto Aiuti, dalla presentazione dell’istanza scattano i 120 giorni per chiudere il procedimento unico autorizzativo in capo alla struttura commissariale. Un deciso taglio dei tempi che, vale la pena di ricordarlo, si accompagna sia alla la possibilità di far scattare, a valle della preventiva comunicazione a Bruxelles, l’esenzione della Via (la valutazione d’impatto ambientale se la sua applicazione dovesse incidere negativamente sulla finalità del progetto, sia alla deroga al codice degli appalti nel caso in cui venga applicato.

La corsa alle Fsru

Snam chiude quindi il cerchio attorno al doppio mandato ricevuto dal governo che il gruppo ha declinato in tempi record e con estrema efficacia se si considera la grande corsa a tali navi scatenata dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Una corsa complicata dalle poche unità presenti in circolazione: in giro per il mondo ci 48 Fsru disponibili, ma sono solo 25 quelle con dimensioni paragonabili alla nave già comprata da Snam e la maggior parte di queste è già impegnata o è già stata opzionata. Va detto infatti che l’Italia non è l’unico Paese a essere sceso in campo per dotarsi di ulteriore capacità di rigassificazione: in Germania, per esempio il governo ha stanziato 3 miliardi di euro per il noleggio a tempo (5-10 anni) di quattro unità galleggianti, mentre in Olanda è stata messa in campo una garanzia statale, per 500 milioni, a copertura del noleggio di due Fsru. Ma anche Estonia, Finlandia e Polonia si sono attivate per accaparrarsi altre navi in modo da poter processare ulteriori volumi di Gnl.

Gli impianti attivi

Attualmente gli impianti attivi nella penisola sono tre: il rigassificatore di Panigaglia, di proprietà di Snam, il primo costruito in Italia, che ha una capacità di 3,5 miliardi di metri cubi e che si potrà utilizzare in modo ancora più efficace con il servizio di nave spola verso porti del Mediterraneo, a cominciare da Barcellona, come previsto da uno dei decreti approvati dal governo. Il secondo è un impianto galleggiante, la Fsru Toscana, al largo della costa di Livorno, che fa capo alla Olt Offshore Lng Toscana, società partecipata da Snam e First Sentier Investors che vede alla presidenza Elio Ruggeri, senior vice president Lng di Snam, e al timone Giovanni Giorgi. La Fsru Toscana può processare attualmente 3,75 miliardi di metri cubi annui di gas e sta per presentare al Mite una richiesta per aumentare la capacità di un altro miliardo di metri cubi senza modifiche all’impianto ma solo alla logistica. La struttura viaggia a pieno regime e ha già totalmente saturato la capacità per il 2022-2023 e il 2023-2024. Il terzo è il rigassificatore offshore in mezzo all’Adriatico, di fronte alla costa di Rovigo, di proprietà di Adriatic Lng (partecipata da ExxonMobil Italiana Gas, Qatar Terminal Company e Snam) capacità, che ha appena ottenuto l’autorizzazione per aumentare da 8 a 9 miliardi di metri cubi l’anno la sua capacità e che punta ora ad arrivare, con un investimento da 150 milioni, a 11 miliardi metri cubi annui, piazzandosi così tra i maggiori impianti in Europa.

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