la tragedia

Rigopiano: 22 archiviazioni, compresi i tre governatori abruzzesi

Accorata la reazione di Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime dell’hotel Rigopiano di Farindola. «Alla fine la colpa sarà di chi stava in hotel, di chi lavorava a Rigopiano e di chi c’è andato in vacanza»

Tragedia di Rigopiano: 22 archiviazioni, anche tre ex governatori

4' di lettura

Ventidue archiviazioni. Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto l’archiviazione di 22 indagati nell’inchiesta madre sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), avvenuto il 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse il resort provocando la morte di 29 persone. Escono definitivamente dall’inchiesta tra gli altri gli ex presidenti della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, l’ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli e la funzionaria della Protezione civile Tiziana Caputi.

Il papà di Stefano Feniello: presi in giro dalla giustizia
Accorata la reazione di Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime dell’hotel Rigopiano di Farindola. «Alla fine la colpa sarà di chi stava in hotel, di chi lavorava a Rigopiano e di chi c’è andato in vacanza. Il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione nei confronti dei funzionari della Regione e dei personaggi che ci hanno fatto credere che Stefano era vivo, uccidendolo due volte. L’archiviazione è un colpo che fa molto male. Per quanto riguarda me e la mia famiglia non ho parole, mi sento preso in giro dalla giustizia».

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Le motivazioni dell’archiviazione
Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, motiva l’archiviazione di ex governatori ed ex assessori alla Protezione civile in riferimento al filone dell'inchiesta riguardante la mancata realizzazione della Carta valanghe. Ai politici non fu indicata dai responsabili tecnici dell’ente «la necessità di procedere nel più breve tempo possibile, alla formazione di una Carta di localizzazione probabile delle valanghe estesa anche all'area del comprensorio di Farindola/Rigopiano».


La Carta valanghe non emanata
Il giudice ha anche sottolineato che «i politici (presidente di Regione e assessore delegato alla Protezione civile) che si sono succeduti nel governo della Regione Abruzzo, non possono ritenersi responsabili per non aver emanato, in tempo utile, i provvedimenti necessari per la formazione» di una Carta delle valanghe «che comprendesse anche l'area territoriale di Farindola/Rigopiano: quindi, deve prendersi atto che, sulla scorta delle priorità indicate dal Comitato tecnico regionale per lo studio della neve e delle valanghe (Coreneva), l'autorità politica aveva proceduto correttamente a valutare, in via preminente, le aree comprese nei bacini sciistici».

L’iter non poteva essere completato in tempo per evitare la tragedia
Per quanto riguarda l'ex governatore D’Alfonso e Mazzocca, il gip scrive che «anche ipotizzando che gli indagati avessero deciso, già dal primo giorno di attività dirigenziale presso la Regione Abruzzo, di procedere alla formazione di una Carta che comprendesse l’intero territorio, l’iter amministrativo attuativo non poteva essere completato prima dell'anno 2018», quindi in tempo utile per evitare la tragedia. Il gip conclude che «la condotta dei prevenuti, di conseguenza, non può considerarsi omissiva e collegata al crollo della struttura alberghiera presente in Rigopiano».

Avvocato delle vittime: il fascicolo D’Alfonso potrebbe riaprirsi
«Le indagini difensive degli avvocati e dei giornalisti d'inchiesta hanno portato, negli ultimi giorni, a scoperte molto importanti e, quindi, in presenza di nuovi elementi, il fascicolo a carico dell'ex presidente D’Alfonso potrebbe riaprirsi». Così l’avvocato Romolo Reboa, che assiste alcuni familiari delle vittime e il superstite Matrone, commentando le 22 archiviazioni disposte dal gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, nell’inchiesta madre sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola. Reboa aggiunge di avere «qualche perplessità sull’archiviazione di D’Alfonso che, come ho affermato in aula, era una sorta di re delle turbine e, quindi, sul punto le indagini, a nostro avviso andavano approfondite». Il legale registra invece «con soddisfazione» che la decisione del gip “costituisce un maglio giurisprudenziale a carico degli attuali imputati. Infatti, ritengo che difficilmente il Gup Gianluca Sarandrea, quando dovrà decidere dei rinvii a giudizio, potrà ignorare che il proprio collega ha affermato che la morte di 29 persone non è attribuibile a cause naturali».

Tragico il bilancio della tragedia: 29 morti e 11 sopravvissuti
La valanga di Rigopiano che si è staccata a 2.200 metri di quota mercoledì 18 gennaio 2017, poco prima delle 17, ha spazzato via l’intero resort. Ha sventrato la montagna trascinando neve, alberi e detriti a 250 chilometri all'ora. E ha travolto tutto, con una forza pari a 4mila tir a pieno carico. Al termine della folle corsa ha travolto, distruggendolo, il resort, dove c'erano 40 persone, 28 ospiti, tra cui 4 bambini, e 12 dipendenti.

Le 29 vittime di Rigopiano
Drammatico il bilancio finale: 29 vittime e 11 sopravvissuti, di cui 9 estratti dalle macerie dai Vigili del fuoco. Vogliamo ricordare le vittime di Rigopiano: Jessica Tinari, Marinella Colangeli, Roberto Del Rosso, Cecilia Martella, Ilaria Di Biase, Pietro Di Pietro, Marco Vagnarelli, Paola Tomassini, Alessandro Riccetti, Luciano Caporale e Silvana Angelucci, Stefano Feniello, Marco Tanda, Marina Serraicco e Domenico Di Michelangelo. Emanuele Bonifazi, Luana Biferi, Claudio Baldini e Sara Angelozzi, Linda Lanzetta, Gabriele D'Angelo, Nadia Acconciamessa. Alessandro Giancaterino, Valentina Cicioni, Faye Dame, Tobia Foresta e Barbara Iudicone, Sebastiano Di Carlo, Barbara Nobilio.

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